Desenzano del Garda (Bs) GIRA GIRASUL

| 1 ottobre 2009

L’ultimo libro di poesie di Velise Bonfante, della collezione “Poeti di Dipende”: 112 pagine arricchite dalla fantasia della poetessa e dalle illustrazioni raffinate create dalla stessa autrice. La presentazione pubblica del libro avverrà sabato 10 ottobre alle ore 17 in sala Pelèr, presso il Palazzo del Turismo a Desenzano del Garda

Una preziosa raccolta di poesie in dialetto bresciano, della poetessa mantovana di nascita ma gardesana d’adozione, Velise Bonfante. Si tratta della quarta silloge prodotta: ogni sua opera, non si accontenta di descrivere la realtà che vive la poetessa attraverso i versi (50 poesie per raccolta), ma la illustra anche con delicati acquarelli, dando una dimensione visiva e iconica alle parole, sempre intense ed eleganti, nella genuina semplicità che le contraddistingue. Dopo “Òja de primaéra”, del 1993, “El süpilì ros” del 1999 e “A caàl del tèmp” del 2003, per l’anno 2009 Velise offre ai suoi lettori “Gira Girasùl”, un intreccio di versi luminoso in apparenza, come il fiore che dà il titolo all’opera, ma non privo di chiaroscuri. La poetessa si concentra sugli oggetti della quotidianità che la attorniano, riproducendoli con un occhio nuovo e trasformandoli in spunto per un viaggio attraverso l’immaginazione e la poesia che consente a Velise di allontanarsi da loro, pur descrivendoli con precisione e cura per i dettagli. Il ferro da stiro, ad esempio, diventa occasione di una riflessione sul passato che si chiude con una epigrammatica quanto incisiva riflessione: “il brutto di allora oggi sarebbe bello”. Il tappeto invece rimanda ai fili contorti, a volte logori, altre volte colorati, che si annidano nel cuore della scrittrice e che lei si sforza di tenere insieme per rendere più lieve il passo delle persone che ama. Il ricamo che tesse diventa simbolo del suo “pezzetto di mondo”mentre il quadro dentro la cornice “è ciò che passa per la mente” della poetessa. Una rara qualità della sua poesia è quella di saper trasmettere speranza anche nella descrizione di sentimenti e stati malinconici. Come in una continua tensione, in uno sforzo assiduo per migliorare qualcosa di incompiuto e non bello, ma che la scrittrice si sforza di adornare, di rendere meno prosaico e nudo. E la magia della sua immaginazione poetica ed artistica è proprio questa: quella di saper vestire d’incanto una realtà fredda, che lei riscalda con i palpiti della sua anima traboccante di tenerezza. E il regalo più bello che può ricevere è proprio, come testimonia la sua poesia “El regàl”, quello di cuori palpitanti che battono per lei. Come restituendole l’affetto e le cure che continuamente lei offre. Anche quando tutto è “vuoto, freddo, di pietra”, anche quando “manca l’aria”, la poetessa è comunque serena, sapendo di trovarsi comunque in una dimensione fatata, come quella di un castello. Molto rare sono le poesie completamente buie, e anche in queste, come “vaso nel vaso”, resta sempre l’attesa di un’alba. Si percepiscono forti sentimenti di nostalgia per il passato e una sensazione di prigionia che attanaglia la poetessa: eppure, come nella poesia “El sògn”, per quanto lei cerchi di scappare dalla vita, la vita riesce sempre a rincorrerla. E a raggiungerla. Nonostante le amarezze e le delusioni, quindi, la poetessa accetta con devota ammirazione e gratitudine l’esistenza; anche il pensiero della morte diventa dolce nei suoi versi: “Vivrà ogni cosa anche senza di me. Passa tutto e sparisce, ma alla fine nulla finisce.” Tutte le poesie, in dialetto bresciano, sono accompagnate da una precisa traduzione in lingua italiana e spesso accompagnate da una grafica originale, che spezza i versi con simboli e disegni inusuali e accattivanti per la vista: scarabocchi, cerchi, nuvole…che rimandano al titolo o al significato di ciascuna poesia.

Di: Elisa Zanola

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