IL FUNGO DELLE FIABE

“ Il fungo più velenoso di tutti? – Quello rosso con i “puntini” bianchi!” , sentiamo dire molto spesso. Niente di più inverosimile. Beh, tossico sì, e nemmeno troppo, benedette credenze popolari…
Il micete in questione è la bellissima e superba AMANITA MUSCARIA, che con i suoi colori vermigli o aranciati, ha affascinato autori e narratori, sino a diventare il fungo probabilmente più famoso dell’intera flora micologica. L’Amanita Muscaria è classificata quale specie mediamente velenosa le cui tossine (acido ibotenico, muscimolo e muscazone) provocano intossicazioni normalmente benigne che fanno parte della “Sindrome Panterinica ad impronta psicomotoria”. Già, poiché al di là di manifestazioni gastrointestinali (vomito, diarrea, dolori viscerali più o meno intensi), provoca segni clinici di natura nervosa a componente psichica come eccitazione psicomotoria e psicosensoriale, vertigini, ebbrezza, eccessi di collera, ansietà, depressione, allucinazioni visive, stato confusionale, sonnolenza o sopore. Basta pensare che in certi mercati del Sudamerica o dell’Asia, il fungo viene fatto essiccare e venduto come “droga dei poveri”. In Italia, ed in particolare sulla sponda occidentale del Lago di Garda, il fungo veniva (o viene tutt’ora) impunemente consumato previa l’asportazione della cuticola del cappello e facendolo sbollentare nel latte…..Comunque, in caso di avvelenamento (latenza entro le 3 ore ma a volte subito dopo il pasto), è sufficiente una terapia semplice come la gastrolusi e la somministrazione di carbone attivo, solfato di magnesio, lattulosio, infusioterapia e se necessari, sedativi. Descrizione morfologica:
CAPPELLO: globuloso e poi emisferico, convesso e quindi spianato, a volte depresso verso il centro, cuticola separabile, brillante e viscosa a tempo umido, da rosso-vermiglio ad arancione o rosso-arancione, a volte tendente verso il giallo al bordo, cosparsa di verruche bianche, piramidali, dapprima contigue e poi ben separate, a volte evanescenti. LAMELLE: libere dal gambo, fitte, bianche, larghe e ventricose, intercalate da lamellule. GAMBO: cilindrico, separabile dal cappello, dapprima pieno e poi cavo o midolloso, bianco, fioccoso, con la volva aderente e normalmente formata da cerchi concentrici. Anello ampio, concolore, ornato verso il bordo da resti del velo generale. CARNE: bianca, giallastra sotto la cuticola del cappello, inodore ed insapore. HABITAT: cresce sia sotto latifoglie ( faggi, querce, castagni, betulle) che conifere (abeti, pini, larici) . Predilige i terreni a componente acida e quindi nello stesso habitat del Porcino (non è difficile trovare un bel Boleto vicinissimo ad una Muscaria) e fruttifica dall’estate all’autunno inoltrato. COMMESTIBILITA’: TOSSICO.
Una curiosità: Muscaria significa “delle mosche”, perché in tempi non molto lontani, la cuticola del cappello, intrisa di latte, veniva appesa all’interno delle case per catturare i fastidiosi insetti, come si faceva con la carta moschicida.
Di: Paolo Passalacqua
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