Dear Betty: Run Fast, Bite Hard!, GAMeC, Bergamo

| 7 maggio 2016
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Dal 14 maggio al 24 luglio 2016 la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo è lieta di presentare la mostra Dear Betty: run fast, bite hard! a cura di Lucrezia Calabrò Visconti, il primo dei due progetti vincitori della sezione “scuole curatoriali”, istituita in occasione dell’ottava edizione del Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte, grazie alla quale studenti o ex-studenti segnalati dalle principali scuole curatoriali italiane hanno avuto la possibilità di presentare un progetto espositivo pensato per lo Spazio Caleidoscopio della GAMeC, che prevedesse la messa in relazione di una o più opere esposte nella collezione del museo con opere di altri artisti contemporanei.
In occasione dell’ultima edizione di Qui Enter Atlas. Simposio Internazionale di Curatori Emergenti – che si è tenuto alla GAMeC lo scorso autunno – i 5 candidati del Premio Lorenzo Bonaldi hanno infatti potuto confrontare esperienze personali e posizioni teoriche e metodologiche con una ventina di giovani curatori provenienti da corsi in pratiche curatoriali, in un workshop che si è concluso con la premiazione del progetto vincitore dell’ottava edizione, Soft Crash – a cura di Xiaoyu Weng che sarà inaugurato il prossimo 26 maggio)– e dei due progetti di questa nuova e dei due progetti di questa nuova sezione.

Il secondo progetto vincitore, Deus sive Natura di Elena Cardin – selezionata dalla scuola curatoriale A Plus A, Venezia – sarà ospitato alla GAMeC nel 2017.

IL PROGETTO
Lo scorso autunno, la giuria dell’ottava edizione del Premio Lorenzo Bonaldi composta da:
Chiara Bertola – Responsabile per l’arte contemporanea della Fondazione Querini Stampalia, Venezia e ideatrice del Premio FURLA
Martin Clark – Direttore della Bergen Kunsthall, Bergen
Giacinto Di Pietrantonio – Direttore della GAMeC
Stefano Raimondi – Curatore della GAMeC

ha premiato il progetto di Lucrezia Calabrò Visconti “per la capacità di trasporre la poetica futurista negli orizzonti del contemporaneo, trasformando letteralmente lo spazio in un caleidoscopio di suggestioni e stimoli.”

Punto di partenza del progetto espositivo, infatti, è il dipinto La cara Betty (1909) di Umberto Boccioni esposto nelle sale della Collezione Permanente della GAMeC, che ritrae l’amata cagnolina dell’artista accucciata su un sofà. Il soggetto e lo stile del ritratto appartengono a una sensibilità lontana dai dettami del coevo Manifesto del Futurismo, e aprono uno spiraglio su un lato di Boccioni trascurato e diverso da quello storicizzato ufficialmente dalla storia dell’arte.

Traendo spunto dalle teorie filosofiche che vedono nella co-evoluzione tra umani e animali un esempio per ripensare la nostra azione nelle tecno-culture contemporanee, la mostra Dear Betty: run fast, bite hard! è l’arbitraria ricostruzione, nello Spazio Caleidoscopio della GAMeC, dell’ipotetico rapporto tra Umberto Boccioni e il suo cane. Le voci dei due personaggi si alternano e si sovrappongono in una installazione video temporizzata, che costruisce un complesso organismo cinematico, un cervello quasi autonomo che tocca un punto di singolarità, ovvero quel momento in cui l’intelligenza artificiale supera la capacità dell’uomo – così che animale, umano e tecnologico si fondono in un tecnoanimismo inconscio e immersivo.

“Run fast, bite hard” (corri veloce, mordi forte), pur sembrando una proposta in pieno stile futurista, è infatti l’incitazione che Donna Haraway, celebre filosofa legata alle tecnoscienze contemporanee e alle teorie cyberfemministe, prende in prestito dallo sport canino Schutzhund come nuovo slogan per vivere sull’orlo della guerra globale: la proposta è di guardare all’intra-azione di uomini e cani come un manifesto etico e politico per ripensare il rapporto tra cultura e natura, tecnica e animalità, potere dominante e “significant otherness”.

Il progetto si compone di 10 opere video che propongono narrazioni dialettiche, viziate dall’esasperazione di cliché storico-politici di genere e specie, ma pronte a sradicare gli ecosistemi in cui questi si sono evoluti, a partire dal Futurismo per arrivare alle nuove forme di colonialismo. I traguardi e le contraddizioni di queste narrazioni si intrecciano e confondono, oltrepassando il mito della supremazia culturale quanto i dettami del riduzionismo biologico, alla ricerca di un’alleanza e di una strategia di resistenza tra le specie escluse dalla tecnocultura dominante.

Artisti in mostra: Ivan Argote, BFFA3AE, Umberto Boccioni, Adam Cruces, Tracey Emin, Yulan Grant, Tue Greenfort con Lisa Rave, Conall McAteer, Tracey Moffatt, Tabita Rezaire, Franco Vaccari

Collezione Permanente, Spazio Caleidoscopio: martedì-domenica, ore 9:00-13:00 / 15:00-18:00, lunedì chiuso, ingresso libero

Foto:
Franco Vaccari, I Cani Lenti, 1971, Courtesy l’artista e P420, Bologna
Tabita Rezaire, ASS 4 SALE, 2015, Courtesy l’artista e Goodman Gallery, Cape Town / Johannesburg

http://www.gamec.it/it/mostre/dear-betty-run-fast-bite-hard-0

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