Desenzano del Garda: il pontile Feltrinelli

| 12 luglio 2015
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L a vera storia del pontile Feltrinelli: quando a Desenzano arrivavano dal Tirolo barconi carichi di legnami.

Il 29 gennaio 1954 in Milano gli eredi di Carlo, Francesco e altri fratelli Feltrinelli, tramite procuratore, cedettero ogni proprietà della famiglia sita in Desenzano in viale Libertà, oggi Cesare Battisti, mettendo così fine alla storia della Ditta Feltrinelli desenzanese, già intestata ad Angelo Feltrinelli, deceduto nel secondo decennio di quel secolo. La proprietà, libera da ogni ipoteca o elemento pregiudizievole, era vasta e due furono i nuovi acquirenti Il pontile Feltrinelli che ebbero l’uno la casa d’abitazione con annessa falegnameria al primo piano, l’altro la parte rustica costituita da magazzino e da vasto spazio adibito a deposito di legname. L’esercizio era stato sinonimo di attività sicura e ben organizzata, tanto che chi vi era impiegato o negli uffici o nel laboratorio era nella zona ritenuto fortunato. Per cento anni questa Ditta diede lavoro a vari dipendenti, infatti i Feltrinelli, originari di Gargnano, avevano iniziato l’impresa a Desenzano nel periodo asburgico, quando il commercio tra questo paese del basso Garda e il sud Tirolo era ancora molto attivo. Dai documenti dell’Amministrazione Comunale desenzanese sappiamo che nell’estate del 1859, in occasione della situazione critica causata dalla battaglia di San Martino e Solferino con l’arrivo di centinaia di feriti dal fronte di guerra, il Municipio requisì alla Ditta Feltrinelli, come ad altre imprese, due locali per gravi necessità pubbliche. Ciò non provocò nessuno scompenso alla ‘fabbrica’, che anzi prosperò di anno in anno. Infatti nel 1865 ebbe il permesso di allargare il deposito di legname, che arrivava fino al muro dell’edificio della allora Reale Caserma dei Carabinieri, oggi sede degli uffici e degli ambulatori della ASL. Quindi l’azienda Feltrinelli occupava uno spazio che andava, secondo la localizzazione attuale, da Via Cesare Battisti n.55 (pizzeria ‘Il Ceppo’) fino a via Gramsci. Non vi era allora raccordo per la strada verso Salò lungo il lago, ma solo un sentiero sterrato detto ‘delle Rive’, che congiungeva piccole case coloniche sparse tra uliveti e campi a grano. Due infatti erano gli accessi veri e propri di Desenzano per la strada di Salò ed erano via Caporali per il paese basso e via Murachette per Capolaterra. La mancanza della grande arteria che dal primo dopoguerra immette nel tracciato viario verso Salò spiega la domanda al Comune che fece la Ditta Feltrinelli a fine ‘800. Nell’anno 1900 il Municipio concesse, a seguito di formale richiesta, ai Fratelli Feltrinelli di poter attraversare con rotaie la strada delle Rive, per trasportare carrelli carichi di legname dal pontile posto di fronte al deposito di legname. Al pontile in legno arrivavano grossi barconi carichi di tronchi d’albero provenienti dal Tirolo via lago. Allora non c’era la Gardesana, aperta al traffico nell’ottobre del 1931, e il commercio sullo specchio del Garda era intenso. Le rotaie erano visibili ancora negli anni ’50 presso il pontile affollato di bagnanti. La lavorazione del legno nella falegnameria Feltrinelli nella prima metà del ‘900 è ben descritta da Simone Saglia nel suo libro “Storia di un paese- I tempi dell’inganno 1900-1940”. Qui si ricordano solo alcuni momenti del secolo precedente. Molte sono le immagini dei barconi con le grandi vele che commerciavano prima della realizzazione della Gardesana sul Benaco. Maceo Togazzari ha realizzato alcune fotografie degli ultimi barconi negli anni ’30 del 1900.

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