Desenzano(BS) IL RACCONTINO: IL MICIO DEL VIGILE

| 13 ottobre 2005

Nei suoi anni migliori il vigile Marchi era famoso per la severità con cui svolgeva la professione. Sulla sua lambretta girava per le strade di Desenzano e subito si accorgeva di quello che non andava e scattava la contravvenzione. Alto e robusto, in servizio non rideva mai e la barba gli dava ancora di più l’aspetto di sorvegliante inflessibile. Quando non era in orario di lavoro viveva in una casetta del vicolo dei Mulini della Gorgata, che va dalla Piazza principale al Castello. Era la casa, come lo è ancora, un edificio caratteristico con una scala che, da un piccolo slargo della viuzza, porta al secondo piano; un tempo una vite rampicante dava una atmosfera ancora più folcloristica a quell’angolo. Il vigile viveva lì riservato e taciturno insieme a un suo gatto bianco e nero, silenzioso e guardingo come il padrone. Il vicinato li vedeva percorrere, ognuno dei due intento ai propri pensieri, la strada ed era tutto. Capitò poi che il vigile si ammalasse e in modo tanto grave da dover essere ricoverato in ospedale senza possibilità di riprendersi completamente. L’abitazione fu disfatta e la casa occupata da altra gente. Nessuno degli interessati volle prendere con sé il gatto, il quale andò ad aggregarsi ai randagi di via Fosse Castello. Di questi gatti da anni si occupano delle signore di buona volontà, che subito hanno riconosciuto il nuovo arrivato e lo hanno adottato come il gatto del vigile, perciò degno di riguardo non essendo del tutto randagio. Il micio aveva e ha, perché vive ancora, una mascherina di pelo nero attorno agli occhi e il mantello nero, mentre la pancia è bianca, per questo le signore sopraddette lo chiamano Zorro. E’ un maschio abbastanza grosso, anche se non grande come “il tigre”, un altro ragguardevole componente della combriccola, che ora purtroppo non c’è più. Forse proprio per questa sua robustezza il micio del vigile sembra prevalere sulle micine del gruppo con cui convive. Con loro si ritrova al mattino all’arrivo della signora Carmen, alle 11,30 risponde al richiamo della signora Maria Rosa e più tardi di Lidia e ancora di Anna. Tempo fa Anna e Maria Rosa hanno avuto l’idea di portare Zorro alla casa di riposo dove è ospitato il vigile Marchi. Quest’uomo grande e grosso, ormai immobilizzato sulla sedia a rotelle, nel vedere il suo micio si è commosso e, quando il gatto ha mostrato di riconoscerlo leccandogli la mano che gli tendeva, si è messo a piangere. Non poteva essere fatto un regalo migliore al signor Marchi. Periodicamente le due signore hanno riportato l’animaletto a trovare il padrone; ma l’ultima primavera è successo un guaio: Zorro mostrava un brutto aspetto, era gonfio e aveva un brutto pelo. Le signore di buona volontà hanno chiamato la veterinaria alle Fosse del Castello. La dottoressa ha fatto subito la diagnosi: tutti quei randagi erano malati, molto probabilmente a causa della loro vita accanto a numerosi piccioni; il più grave era Zorro. Così è stato messo sotto cura. Intanto il vigile telefonava ripetutamente a una delle signore chiedendo di vedere il suo micio, promettendo di pagare le spese della veterinaria, ma Anna e Maria Rosa hanno preso tempo. Volevano che Zorro ritornasse in perfette condizioni prima che rivedesse il padrone. Così è stato. Quando il pelo di Zorro è ridiventato bello lucido, hanno caricato il micio in macchina e hanno raggiunto la casa di cura. Il gatto si è accoccolato sulle ginocchia del padrone, si allungava ogni tanto fino al suo volto e gli dava una leccatina. Zorro si è comportato benissimo per tutto il tempo della visita. Non di solo pane vive l’uomo, ma anche il gatto; e le signore di buon volere, grazie alla propria esperienza e sensibilità, lo sanno.

Di: Amelia Dusi

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