Venezia – 4 settembre: 70. MOSTRA DEL CINEMA

Molta attesa per il film italiano in Concorso. “L’intrepido” diretto da Gianni Amelio con Antonio Albanese è stato interessante per quanto riguarda gli spunti (vedasi i “rimpiazzi” di Albanese), ma c’è stata la partenza e non l’arrivo. Unico dato certo il richiamo ai giovani: è necessario reagire, non lasciarsi travolgere dalla paura, dagli attacchi di panico, ma bisogna reagire. Farsi forza ed andare avanti.
Fuori Concorso un film diretto e prodotto dalla Francia, girato in Inglese su di una storia tedesca: già questo è un indizio positivo. In realtà Patrice Leconte ha diretto e sceneggiato (con Jerome Tonnerre) “La promessa” dal romanzo dell’austriaco, naturalizzato britannico, Stefan Zweig, facendone un ottimo “polpettone”, un melò col classico triangolo: marito vecchio, moglie giovane come l’amante. Comunque un signor film.
Dalla sezione Orizzonti un “piccolo”film inglese prodotto, diretto e sceneggiato da un italiano. Uberto Pasolini, già produttore di Full Monty, tocca un argomento delcato e molto anglosassone: la scomparsa del vicinato e quella della famiglia multigenerazionale ha portato ad avere molte morti “solitarie” e, dunque, con la necessità di trovare eredi e/o persone che conoscessero il defunto e che potessero partecipare ai funerali. John May (interpretato magistralmente da Eddie Marsan) è il funzionario incaricato ad eseguire questo delicato incarico.
Carlo Gheller
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