Venezia PICASSO la joie de vivre 1945-1948
Possiamo definire il Novecento come il secolo di Picasso e non passa anno che un grande museo non gli dedichi una mostra.Particolarmente interessanti sono quelle che hanno indagato e tuttora indagano periodi suoi meno conosciuti o ne scoprono ulteriori risvolti. Ricordiamo la bellissima mostra a Villa Olmo di Como del 2005, ‘Picasso e la seduzione del classico’ in cui fu messo in evidenza l’influsso dell’antico nella sua opera dalle tele giovanili con i paesaggi del Mediterraneo (ambiente che sempre lo stimolerà con i suoi luoghi e i suoi miti) all’incontro con Pompei, alla simbologia del Minotauro per terminare agli anni Quaranta con una sua rilettura profonda della forma classica; esposizione, quella, che, dopo Como, fece tappa a Valencia e Malaga, sua città natale.Recentemente il Musée Picasso di Parigi ha evocato il periodo grave precedente e contemporaneo all’ultima Guerra Mondiale e la sua relazione artistica sentimentale con la mostra ‘Picasso-Dora Maar, 1935-1945’. Quella attuale a Palazzo Grassi si occupa del periodo immediatamente successivo in cui l’artista ritrova la ‘Costa Azzurra’ con la sua nuova fiamma Françoise Gilot, la quale, più giovane di lui di quarant’anni, gli darà due figli: Claude e Palma.E’ un periodo felice in cui l’artista esplora i grandi temi mitologici mediterranei nonché l’uso di materiali nuovi ed atipici come le lastre di fibrocemento e, complice la vicinanza di Villauris, con i suoi laboratori di vasai, si dedica alla ceramica creando opere sospese fra pittura e scultura.E’ in questo periodo che l’ammirazione del conservatore di Castello Grimaldi di Antibes (a brevissima distanza da Nizza), Romuald Dor de la Souchère gli offre la possibilità di lavorare per due mesi (Settembre-Novembre 1946) in una vasta sala della fortezza, luogo dove Picasso realizzerà l’opera ‘La joie de vivre’. Andandosene dal Castello egli vi lasciò 23 dipinti e 44 disegni che costituirono la donazione alla città, sede così del primo Musée Picasso. Ora, alla sua chiusura temporanea per lavori, l’attuale conservatore ha accettato di mobilitare l’intera collezione di opere di Pablo per permettere a Palazzo Grassi di allestire la rassegna ‘La joie de vivre’. Al prestito si sono aggiunte numerose altre opere di collezioni pubbliche e private per cui risulta molto completo il ‘periodo di Antibes’. Per contestualizzare il lavoro dell’artista abbiamo anche testimonianze fotografiche di Denis Colomb e di Sima (Michel Smajewski) che ci lascia potenti immagini del modo in cui Picasso lavorava nel Castello Grimaldi. Egli tornò là anche l’anno seguente per dipingere ‘Ulisse e le sirene’ ed arricchì a poco a poco la collezione del museo con il deposito, nel 1948, di 77 ceramiche. Quindi il conservatore gli dedicò tutto il primo piano e, nel 1966, la città deliberò di ribattezzare ‘Castello Grimaldi – Musée Picasso.Nella mostra attuale circa 250 opere fanno da contorno alla principale in cui, davanti al mare, una donna-fiore danza in compagnia di due capretti con un centauro che suona il flauto a destra ed un fauno che suona il diaulio a sinistra; la composizione ha sì un fondamento nel mito ma l’esplosione di felicità che sprigiona è dovuta tutta alla sensazione dell’artista magnificamente trasmessa.
Il catalogo è edito da Skira, anche in versione francese e inglese, consta di 300 pagine con 300 illustrazioni a colori, con schede critiche e saggi vari; il volume è stato dedicato alla memoria di Ponthus Hulten (1924-2006) direttore artistico di Palazzo Grassi dal 1985 al 1989.
Contemporaneamente, a Palazzo Grassi è presente un secondo estratto della collezione Pinault (dopo la grande inaugurazione nel 2005 con una prima serie di opere) dal titolo ‘Una selezione post-pop’. Quest’arte trae le sue radici dalla Pop Art ma, in taluni autori, manifesta un’influenza picassiana. Diciotto sono gli artisti provenienti da situazioni storico-culturali diverse, accomunati dall’indagine sull’identità nella nostra società consumistica e della comunicazione di massa. Fra di loro è presente l’italiano Cattelan con un omuncolo inginocchiato e con un Picasso dalla maxi testa;Urs Fischer con il suo ‘Diluvio rosso’, installazione creata appositamente per lo scalone d’onore del Palazzo con 1700 gocce di gesso rosso.
Di: Giuliani
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