Solferino (MN) OASI FELICE NELLA CRISI 2009

| 17 marzo 2009
Solferino (MN)

La crisi vista al femminile. Solferino sembra reagire bene a questa crisi. La sente poco, anche se non ne è del tutto impermeabile. E i segnali di ottimismo sono molti di più di quelli allarmanti.

“Sono fiduciosa e sicura che con un po’di buona volontà ci si riprenderà dalla crisi”, afferma il Sindaco Orazia Mascagna. Anche Daniela Beschi, dell’associazione “Il Pozzo”, è molto ottimista: nota che a Solferino la crisi si sente poco e che la difficile situazione economica nazionale ha portato addirittura dei vantaggi, come l’abbassamento dei prezzi. Peggiore è la condizione dei pendolari che lavorano nei paesi vicini, a Castiglione delle Stiviere in particolare. Secondo il sindaco la classe più colpita dalla crisi è quella media, che non riesce a beneficiare delle sovvenzioni statali pensate per i ceti più indigenti. I provvedimenti a livello nazionale, secondo il primo cittadino, dovevano essere più concreti e incisivi. Grande importanza assumono anche i comportamenti individuali. E sembra opportuno rientrare in un livello di vita meno dispendioso. In ogni caso i lavoratori di Solferino in cassa integrazione fortunatamente sono pochi, non superano il centinaio e nessuna azienda locale ha cessato la propria attività. C’è stato un solo caso di taglio del personale attuato da un’azienda che produceva bitumiere, nella fase di passaggio dalla proprietà italiana a quella americana. Imprese, come la Golden Lady e aziende minori, continuano a lavorare regolarmente. Così anche a livello amministrativo, grazie anche ad una realtà piccola e con spese contenute, non ci sono stati tagli incisivi. Nadia Cristani gestisce a Solferino un chiosco aperto solamente d’estate. Sostiene che si sta molto più attenti alle spese e che social card e altri interventi non sono che piccole gocce che non risolvono il problema occupazionale dei giovani né quello delle pensioni per i più anziani. Come assistente sociale, lei stessa si dà da fare per chi ha più bisogno, ma Solferino, essendo una realtà di soli 2000 abitanti, ha una gestione quasi a livello familiare e riflette poco la realtà internazionale. Per la sua attività, rileva che gli studi di settore che costringono i commercianti a pagare una somma prefissata,anche nel caso in cui si abbia guadagnato poco o nulla, sono penalizzanti. Nadia è critica anche nei confronti dei mezzi di comunicazione che generano allarmismo e sfiducia nelle persone. Elena Cerini, artigiana e moglie dell’assessore al bilancio, produce ceramiche artistiche e ornamentali ed opera in un settore di ‘nicchia’che ha risentito poco della crisi. ‘E’ importante-dice- che i parametri finanziari italiani non siano troppo inferiori a quelli europei e che si punti sull’edilizia per creare un meccanismo virtuoso che dia lavoro a molte persone ma non sia dannoso per l’ambiente ed il patrimonio storico cittadino.’ Dice di confidare nel sostegno delle banche agli imprenditori ma anche alle famiglie e rivela che a Solferino continua la propria attività solo chi ha un negozio da tempo. I’nuovi’ commercianti o chiudono o rinunciano ad aprire l’attività,spaventati da un mercato piccolo. Più pessimista è la moglie di un industriale che fabbrica semilavorati per le industrie del legno. Vive a Solferino ma l’azienda è a Medole. ’Il lavoro -sottolinea- è drasticamente diminuito e gli operai saranno messi a rotazione in cassa integrazione. I clienti spesso non pagano, accampando imperfezioni inesistenti. Per di più la vita è troppo cara, a cominciare dagli affitti e dalle spese per la casa’.

Di: Elisa Zanola

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