Sirmione: IL RICORDO DEL SARTO Luigi Misserini a cura di Mario Arduino

| 1 luglio 2000

Dall’amico Massimo Treccani, che mi fu prezioso collaboratore in lunghi anni di pubblico impiego, ho ricevuto un dono singolare e gradito. Conoscendo il mio incoercibile interesse per le vicende andate, egli mi ha portato la fotocopia della carta di identità n°1 del mio Comune, rilasciata l’11 marzo 1933 – anno XI dal Podestà al signor Luigi Misserini, nato a Sirmione il 21 ottobre 1902. Mentre osservavo la riproduzione del documento, i ricordi si sono affollati alla memoria. Misserini, sarto di professione, rivoltò, allargò e rappezzò i miei abiti nei poveri anni dell’immediato dopoguerra. Le sue abili mani confezionarono anche una sorta di giaccone con la coperta militare tedesca che era assai pesante ma non riparava dal freddo notturno.. Più tardi, malgrado la rilevante differenza d’età, divenimmo amici e fummo compagni di qualche partita di bocce sui campi del circolo Enal, da tutti chiamato “Dopolavoro”. L’artigiano di via Vittorio Emanuele II era noto per la calma olimpica, la lentezza quasi solenne dell’incedere, l’estrema sobrietà dell’eloquio e l’abitudine di uscire d’inverno con il cappotto posato sulle spalle a guisa di mantello. Non mancavano quanti, al proposito, malignamente sostenevano che era la sua nota pigrizia ad impedirgli di indossare normalmente quel capo di vestiario. In un libro intitolato ‘Il Garda di Consadori’, edito nel 1994 dalla bresciana Grafo, la curatrice Maria Pia Bagnariol ha fatto riprodurre un acquerello del 1950 nel quale l’illustre artista aveva raffigurato la ‘Sartoria Misserini’. Attraverso l’uscio aperto si scorge il titolare, dinanzi al tavolo di lavoro. Conobbi pure l’ex Podestà Cav.Uff. Luigi Trojani, farmacista in piazza Carducci. Di lui ho scritto in un volume delle ‘Giornate Catulliane, giacché nel 1935 -quando era presidente dell’azienda di cura climatico-termale, cumulando tale importante carica a quella di capo della civica amministrazione- ebbe la lodevole idea di indire una celebrazione del poeta latino cui Sirmione deve fama imperitura. Per varie ragioni quel desiderio non venne realizzato, ma ne rimane a testimonianza l’erma di bronzo posta in un’aiuola vicina all’imbarcadero. Il gesto cortese di Treccani, monteclarense come l’omonimo fondatore dell’Enciclopedia Italiana, mi ha consentito di ricordare con immutato affetto il farmacista, il sarto e il pittore. I primi due se ne sono andati da molti anni. Più recente è la scomparsa del terzo, con il quale ho trascorso molte ore serene all’hotel Ideal dei signori Fezzardi, talvolta evocando una mostra alla quale aveva partecipato insieme a Oscar Di Prata, Franco Ferlenga e Trento Longaretti. Rileggo adesso le limpide note di Amanzio Possenti nel libro dedicato dalle bergamasche Edizioni Flash a quella memorabile rassegna di arte lombarda e considero che davvero “il rimembrar delle passate cose” allevia le cure presenti, inducendo pacate aspettative future.

Di: Mario Arduino

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