Perugia Un Cerrini tira l’altro.
Avviene a Perugia dove la mostra tuttora in corso su Gian Domenico Cerrini detto il “Cavalier Perugino”si sta rivelando di grande utilità nel restituire visibilità e ruolo storico ad un artista che merita di comparire fra i protagonisti della pittura secentesca italiana.
Le settanta opere in mostra (dipinti, disegni, incisioni) consentono di mettere a fuoco il percorso del maestro dalla fase iniziale, quando i legami con la cultura tardo-manieristica dello Scaramuccia e del Roncalli sono ancora ben riconoscibili, al periodo maturo, allorchè prende corpo una visione pittorica che dosa sapientemente la sobria compostezza della pittura classicista con la colorata creatività delle invenzioni barocche.
Un’attenta rivistazione delle opere note e l’aggiunta di molti e importanti inediti, rafforza notevolmente la fisionomia del Cavalier Perugino, pittore pienamente inserito nelle dinamiche sociali e culturali del suo tempo. Il catalogo della mostra, concepito “alla francese”, oltre a illustrare le opere esposte, include la repertoriazione di opere non in mostra, circa cinquanta, che consentono di avere un quadro completo delle conoscenze finora maturate sul pittore. L’utilità di uno strumento del genere è apparsa immediatamente evidente. Innanzitutto perché privati collezionisti, mettendosi in contatto con l’organizzazione della mostra, hanno fatto sapere di possedere opere incluse nel repertorio dei dipinti non in mostra; è il caso di un bel San Giovannino , battuto da Christie’s, Londra, il 16 aprile 1999, che l’attuale proprietario ha volentieri concesso, a mostra già aperta, per incrementare la bella sezione delle effigi a mezzo busto. In secondo luogo perché, sempre dal collezionismo privato, sono giunte segnalazioni di quadri fino ad oggi sconosciuti; ci si riferisce, per esempio, a una Santa Caterina d’Alessandria , opera di notevole respiro che tradisce l’attenzione per i modelli di Guido Reni, senza rinunciare all’enfasi barocca di un generoso e volitante panneggio. Va inoltre rilevato che, se all’asta Farsetti di Prato è stata battuta in novembre una Maddalena penitente, presentata in catalogo come lavoro di “scuola emiliana della fine del XVII secolo”, in realtà stupendo autografo del Cerrini, presto riconosciuto per tale dopo il confronto con il quadro quasi identico del Rijksmuseum di Amsterdam, pubblicato nel repertorio delle opere non in mostra; sempre in novembre, presso la sede londinese di Sotheby’s, è stata venduta, con l’attribuzione ad “ambito di Pier Francesco Mola”, una tela raffigurante Democrito, facile da mettere in rapporto con l’immagine, pressochè sovrapponibile, dell’antico filosofo, quale appare in un dipinto di collezione privata romana, raffigurante Eraclito e Democrito, pubblicato nel solito repertorio. E’ bastato, come si vede, poco tempo per accrescere considerevolmente le conoscenze relative al maestro. Non è difficile prevedere che altre segnalazioni giungeranno nei prossimi mesi. La Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, che ha sostenuto con convinzione la mostra cerriniana e gli studi ad essa correlati, non esclude la possibilità di tornare sull’argomento, organizzando fra qualche tempo un’ appendice espositiva per presentare gli “addenda”. Potrebbe essere l’occasione per invitare i molti studiosi coinvolti nell’iniziativa a discutere sulla metodologia del lavoro, sulle novità emerse e sul ruolo, indubbiamente rilevante, che il Cerrini ha occupato nella storia della pittura italiana del XVII secolo.
Palazzo Baldeschi al Corso fino all’ 8 gennaio 2006
Orari: Tutti i giorni 10,00 –19,00 Chiuso il 25 dicembre e il 1°gennaio
Biglietti: Intero € 8,00 Ridotto € 6,00 per studenti universitari con tesserino, ragazzi con un’età inferiore ai 18 anni e adulti con un’età superiore ai 65 anni, gruppi di minimo 15 unità e possessori della card “Perugia città museo”; Ridotto € 3,00 per le scuole.
Gratuito per bambini fino a 6 anni, disabili con accompagnatore, due insegnanti accompagnatori, giornalisti con tesserino
Di: Comunicato Stampa
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