PER ONDA D’URTO ARRIVA ANCHE CAROTONE

| 1 agosto 2000
Tonino Carotone cantautore

E’ stato ormai definito senza possibilità di smentita “il fenomeno dell’estate 2000″. E non ha certo protestato, “accomodandosi” in questo redditizio ruolo e cercando di sfruttarne tutte le principali opportunità.

Ultimo scampolo della latin-mania che anche quest’estate sembra far girare la testa alle masse italiche, Tonino Carotone si prepara a sbarcare anche a Brescia: il gitano di Pamplona, devoto al mito del maestro Renato Carosone, sarà infatti la star della Festa di Radio Onda d’Urto, l’ormai tradizionale kermesse che l’emittente “antagonista” bresciana organizza ogni anno per finanziare le proprie attività.
Quest’anno gli organizzatori della festa hanno davvero fatto il colpaccio: perché è indubbio che, nel deserto generale, il concerto di Carotone, previsto per sabato 26, finirà col rappresentare il vero evento dell’ultimo scampolo all’aperto di estate 2000.
Ma chi è Carotone e perché si parla tanto di lui? Look da gitano sfatto, da vecchio playboy untuoso (ha 30 anni ma ne dimostra il doppio), Carotone è autore di un album, “Mondo Difficile”, divenuto uno degli hit italiani dell’estate grazie anche al successo del singolo “Me cago en el amor”. Trascorsi punk, ascoltatore vorace di radio, Tonin è innamorato perso di una certa Italia da cartolina anni ’60 che persino noi ormai facciamo fatica a riconoscere.
Arrivato nel nostro paese per sfuggire alla leva spagnola, Tonino si è innamorato di Celentano, di Rita Pavone, di Mina, e soprattutto di Renato Carosone, il suo idolo, che ha partecipato anche all’incisione del disco prodotto tra l’altro da Nacho Mastretta, geniale musicista spagnolo profondamente influenzato da Nino Rota, e garanzia di qualità per un progetto stonato e quasi improvvisato ma a suo modo geniale, con una “Sapore di sale” antimilitarista e la versione in spagnolo di “Sai che bevo sai che fumo” di Nicola Di Bari.
Insomma, un mito all’incontrario, destinato a vivacizzare questa festa decisamente molto amata dal pubblico giovanile cittadino e delle altre province, che si apre il 18 agosto nell’area di via Grandi, in zona industriale, per concludersi il 2 settembre.
Carotone a parte, il cartellone si presenta ricco di proposte interessanti: musiche stuzzicanti, il cinema di Von Trier, dibattiti.
Tra i concerti di particolare rilievo della festa si segnala soprattutto l’apertura del 18 affidata ai siciliani Agricantus, una formazione siciliana che ha ormai conosciuto un’affermazione significativa a livello europeo nei circuiti della cosiddetta “world music”.
Di grande impatto coinvolgente anche la proposta musicale degli inglesi King Prawn, combattiva formazione londinese che fonde punk, reggae, ska, drum’ n bass in un sound travolgente.
Ci saranno i Punkreas, forse il più amato gruppo del sottobosco punk nazionale; ci saranno due importanti formazioni della scena rock alternativa nordeuropea come International Noise Conspiracy, dalla Svezia, e soprattutto come i Motorpsycho, amatissima formazione norvegese, molto seguita in Italia grazie in particolar modo alle inclinazioni psichedeliche della loro musica.
Il 31 altro appuntamento da tutto esaurito con i 99 Posse, in giro per presentare il nuovo album “La vida que vendra”.
L’1 settembre serata con Royalize, la metamorfosi drum ’n bass dei Casino Royale. E la conclusione del 2 settembre è affidata a Moni Ovadia, che per la prima volta nella sua carriera propone un monologo accompagnandosi con la chitarra e con il clarinetto di Patrick Novara.
Ci sarà anche un palco secondario, dove a partire dalle 23 andrà in scena “Primal Dance”, mini rassegna di deejay italiani e gruppi bresciani.
E per gli amanti del cinema una rassegna sul regista del momento, ovvero Lars Von Trier, vincitore dell’ultimo festival di Cannes con l’attesissimo “Dancer in the Dark”, con tutti i suoi film più parecchi titoli aderenti al manifesto “Dogma”.
A far da contorno al tutto, stand gastronomici, artigianato, solidarietà, associazioni. E persino un incontro con la cucina del noto chef Vittorio Fusari, la sera del 23.

Di: Claudio Andrizzi

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