PAOLO VERONESE – L’ILLUSIONE DELLA REALTA’

| 5 settembre 2014
Veronese - mostre

Verona

Come abbiamo già annunciato, quel genio universale di Paolo Veronese torna trionfante nella città che gli diede i natali. Ricordiamo la sua influenza sui grandi pittori che seguirono e che di lui tutto compresero. Naturalmente innanzitutto i veneziani che, nei secoli lo seguirono come Tiepolo e Guardi, ma anche al di fuori del suo ambiente molti gli furono debitori: Rubens, al quale dobbiamo un disegno delle “Nozze in casa di Simone fariseo” che ci dimostra con le sue scantonature agli angoli superiori come doveva essere in origine il famoso dipinto ricordato dalle fonti con due Sibille, appunto dipinte in quegli angoli, ora non più visibili nel dipinto alla Galleria Sabauda di Torino. Ma soprattutto gli furono debitori, per loro stessa ammissione, Delacroix e gli “impressionisti” Cézanne e Renoir. Scrisse il primo: “Tutto quello che so l’ho appreso da Paolo Veronese; il secondo, per le “Nozze di Cana”: “…il miracolo trasferito in pittura, si naviga nella verità della pittura.” Il terzo, sempre per la stessa opera: “Per dipingere le Nozze di Cana occorre la Grazia.”, secondo il concetto giansenista di ‘illuminazione’ e, prima di morire, si fece portare in sedia a rotelle al Louvre per vedere per l’ultima volta quel dipinto. Arriviamo al Novecento e l’erede diretto, secondo i critici Oreste Marini ed Edoardo Persico, è Angelo Del Bon, che con il suo “chiarismo” mentale porta natura, uomini e cose nell’iperuranio. Da qui nacque il “Chiarismo lombardo”, trasferendo il termine “chiarismo”, che normalmente viene usato dai critici d’arte veneta per il Veronese, alla nuova realtà pittorica.                                                                                                                                                          Paolo Caliari, detto il “Veronese” (1528-1588) ebbe la sua formazione nella Verona di Giovanni Caroto, Antonio Badile e soprattutto Michele Sanmicheli, per poi trasferirsi e svolgere la parte centrale della sua carriera a Venezia, della cui scena artistica fu uno dei protagonisti insieme a Tiziano Vecellio e Jacopo Tintoretto. Guidò un’operosa bottega, assistito, tra gli altri, dal fratello Benedetto e dai figli Carlo e Gabriele, che portarono avanti l’attività dopo la sua morte. L’iniziativa attuale, allestita nel monumentale Palazzo della Gran Guardia di Verona, per tre mesi esatti, si colloca a distanza di ventisei anni dalla rassegna “Veronese e Verona” tenutasi nel 1988 al Museo di Castelvecchio ed è curata da Paola Marini, direttrice di questa sede, e Bernard Aikema, dell’Università degli Studi di Verona, mentre bisogna risalire all’anno 1939 per la memorabile esposizione curata da Rodolfo Pallucchini a Venezia.          Vediamo qui circa 100 opere, fra dipinti e disegni, provenienti dai più prestigiosi musei italiani ed internazionali. In sei sezioni viene raccontata la formazione dell’artista a Verona, i fondamentali rapporti con l’architettura e gli architetti (da Michele Sanmicheli a Jacopo Sansovino ad Andrea Palladio), la committenza, i temi allegorici e mitologici, la religiosità, ed infine le collaborazioni e la bottega, importanti fin dall’inizio del suo lavoro. Oltre ad un’ampia scelta di capolavori dipinti su tela, la mostra comprende numerosi disegni di eccezionale qualità e varietà tematica e tecnica, con l’obiettivo di testimoniare il ruolo della progettazione e riflessione grafica non solo nel percorso creativo di Paolo ma anche nella dinamica produttiva del suo atelier. E qui arriviamo alla vera e propria “chicca”: fin dal mese di Aprile 2013 ha avuto inizio l’importante restauro della grande tela degli Haeredes Pauli, “Cena in casa di Levi” (olio su tela, 550 x 1010 cm) di proprietà delle Gallerie dell’Accademia di Venezia e in deposito presso il Comune di Verona. L’intervento, sostenuto dal fondamentale contributo della Banca Popolare di Verona, è stato realizzato da Barbara Ferriani, con la formula del cantiere aperto, con l’accesso di numerosi visitatori all’interno del percorso del Museo degli Affreschi “G.B. Cavalcaselle” alla Tomba di Giulietta, nello spazio della chiesa di San Francesco al Corso. Ora questa eccelsa opera di grandi dimensioni è visibile a tutti nella sua completa magnificienza. Certamente da considerare tra i più importanti eventi espositivi italiani ed internazionali nel 2014, questo progetto è promosso                  ed organizzato dal Comune di Verona, Direzione Musei d’Arte Monumenti, insieme con l’Università degli Studi di Verona e la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Verona, Rovigo e Vicenza, in associazione con la National Gallery di Londra, dove, se pure con alcune differenze, è stato presentato in  precedenza. La mostra, corredata da un esaustivo catalogo pubblicato da Electa, di 400 pagine con quasi 200 illustrazioni e numerosi contributi critici. è inoltre integrata da diverse iniziative pensate per l’occasione (“Paolo Veronese. Un itinerario nel Veneto”)  per guidare il visitatore e il turista alla scoperta delle opere del grande artista conservate nelle chiese e nei musei e degli affreschi da lui realizzati a Verona, Vicenza, Padova e in altre sedi, per cui si tengono ulteriori iniziative: “Quattro Veronese venuti da lontano”, già in corso (Vicenza, Palladio Museum, fino al 5 Ottobre 2014) ed altre di prossima apertura: “Veronese e Padova. L’artista, la committenza e la sua fortuna” (Padova, Musei Civici Eremitani, 7 Settembre 2014-11 Gennaio 2015); “Veronese nelle terre di Giorgione” (Castelfranco Veneto-Museo Casa Giorgione, 12 Settembre 2014-11 Gennaio 2015); “Veronese inciso. Stampe da Veronese dal XVI al XIX secolo” (Bassano del Grappa, 14 Settembre 2014-19 Gennaio 2015), delle quali parleremo.

Palazzo della Gran Guardia – Piazza Bra, Verona; fino al 5 Ottobre 2014; Orari: da lunedì a giovedì, sabato e domenica: 10-21; venerdì 10-22            (chiusura biglietteria un’ora prima); sito Internet ufficiale: www.mostraveronese.it

Fabio Giuliani

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