Milano: UGO LA PIETRA – “Progetto disequilibrante”

| 22 gennaio 2015
Ugo La Pietra 5

 

Un viaggio nella sua e nella nostra esistenza

“Cerca una maglia rotta nella rete / che ci stringe, tu balza fuori…” (Eugenio Montale) Così Simona Cesana, in uno dei saggi pubblicati nel catalogo che accompagna la prima grande monografica in corso alla Triennale di Milano dedicata all’attività di Ugo La Pietra. “Ugo La Pietra, nato nel 1938 a Bussi sul Tirino (Pe), Originario di Arpino (Fr): vive e lavora a Milano. Ha sviluppato dal 1962 un’attività tendente alla chiarificazione e definizione del rapporto “individuo-ambiente”. All’inizio di questo processo di lavoro ha realizzato strumenti di conoscenza (modelli di comprensione) tendenti a trasformare il tradizionale rapporto “opera-spettatore”. Ha operato dentro e fuori le discipline dichiarandosi sempre “ricercatore nelle arti visive”; artista anomalo e scomodo e quindi difficilmente classificabile. Con le sue ricerche dal 1960 ha attraversato diverse correnti artistiche (“arte segnica”, “arte concettuale”, “arte ambientale”, “arte nel sociale”, “narrative art”, “cinema d’artista”, “nuova scrittura”, “extra media”, “neo-eclettismo”, architettura e design radicale). Ha comunicato e divulgato il suo pensiero e le sue esperienze attraverso un’intensa attività didattica ed editoriale. Si è fatto promotore di gruppi di ricerca (Gruppo del Cenobio, Gruppo La Lepre Lunare, Gruppo Design Radicale, Global Tools, Cooperativa Maroncelli, Fabbrica di Comunicazione, Libero Laboratorio) e di attività espositive coinvolgendo un grandissimo numero di operatori tra artisti, architetti e derigners.” (dal sito Internet www.ugolapietra.com) Architetto di formazione, artista, cineasta (e attore), editor, musicista, fumettista, docente, è da anni un osservatore critico della realtà, così come delle sue opere presenti nelle varie esposizioni, davanti alle quali ha l’abitudine di domandarsi spesso quanto del suo “racconto” potrà essere realmente compreso.                                                                   L’attuale percorso espositivo alla Triennale, a cura di Angela Rui, si snoda attraverso una selezione di oltre mille opere, che, partendo dalle origini concettuali del suo pensiero, si “manifesta” attraverso un racconto – per ricerche e sperimentazioni, oggetti ed ambienti. La sua attività compie oggi mezzo secolo e ha attraversato momenti molto significativi della storia contemporanea, come gli anni Sessanta di una Brera capitale della cultura, gli anni della Contestazione dei Settanta, l’avvento della comunicazione mediatica di massa e i relativi effetti sul mondo domestico e psicologico degli Ottanta. Nel 1972 al MoMa di New York, tra i protagonisti della mostra “Italy-The New domestic landscap” espone una ‘Casa telematica’, in cui è il televisore il principale abitante della famiglia. Un’esposizione difficile da raccontare, occorre visitarla senza fretta cogliendone tutta la portata perchè,  da artista, egli ha immaginato il futuro proponendo soluzioni per la vivibilità e sostenibilità. Quindi, per parlarne, trascrivo un suo testo pubblicato nel 1983, “Quando lessi per la prima volta, su di un libretto che raccogliava l’ideologia espressa negli anni Cinquanta dall’Internazionale Situazionista la frase ‘Abitare è essere ovunque a casa propria’, mi resi conto che molte delle mie operazioni erano rivolte al tentativo di prendere possesso del territorio urbano in cui vivevo, superando il concetto di uno ‘spazio da usare’ per uno ‘spazio da abitare’……L’ambiente urbano è alla base di quasi tutte le mie ricerche.” (da “Abitare la città”, Alinea Editrice, Firenze, 1983). La sua importanza come designer è stata, ed è, la progettualità legata ai materiali dei territori con il “fatto a mano”. Le sue esperienze nelle aree del legno in Brianza e in Veneto, nelle provincie della ceramica in Puglia e in Sicilia, nelle zone della pelle e dei tessuti in Toscana e in Campania, l’hanno portato in relazione con le piccole aziende artigiane italiane valorizzando il nostro sistema produttivo. Termino con il giudizio su di lui di Andrea Branzi: “(…) La sua caratteristica più interessante: non possedere codici stabili, ma la capacità di attraversare ogni forma espressiva, dalla pittura, all’arte, alla musica, all’architettura, al Design. (…)” Quindi – e da qui il titolo della mostra – disequilibrando  il sistema culturale, sociale e politico.

Progetto di allestimento: Ugo La Pietra, Progetto grafico: POMO, Videoinstallazioni: Lucio La Pietra.  Il volume, pubblicato per l’occasione da Corraini Edizioni, come afferma la curatrice, è un progetto corale che colleziona dialoghi tra le tematiche affrontate da La Pietra, qui riportate attraverso citazioni bibliografiche tratte dalle fonti originali e i contributi inediti e puntuali di molti autori che oggi, ognuno nel suo settore, rileggono il suo lavoro.

Palazzo della Triennale – Viale Alemagna 6, Milano; fino al 15 Febbraio 2015; Orari: da martedì a domenica 10.30-20.30; giovedì 10.30-23;                     Tel. 02-724341; www.triennale.org

Fabio Giuliani

 

 

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