Quarant’anni d’arte contemporanea – MASSIMO MININI 1973-2013

| 28 dicembre 2013
Minini 1

La Triennale di Milano dedica una grande mostra, anzi direi un museo temporaneo, per festeggiare quarant’anni di attività della galleria bresciana Minini, attraverso 80 artisti passati da lì con le loro opere, un vero e proprio percorso di storia dell’arte contemporanea con i più importanti interpreti degli ultimi decenni italiani ed internazionali.  L’inizio dell’attività è caratterizzato dai movimenti dell’Arte Concettuale, dell’Arte Povera e Minimal; tra la fine degli anni Settanta e dei primi anni Ottanta vengono inseriti giovani artisti, tra cui Ettore Spalletti, Jan Fabre, Anish Kapoor, Alberto Garutti, senza trascurare la ricerca figurativa di Salvo, Luigi Ontani, Ryan Mendoza. Dalla metà degli anni Novanta vengono proposti giovani italiani, fra cui Eva Marisaldi, Stefano Arienti, Maurizio Cattelan, Vanessa Beecroft, accanto agli artisti ‘storici’ come Boetti, Accardi, Fabro, Paolini, Lewitt. Negli ultimi anni la galleria ha proposto grandi mostre anche di fotografi affermati come Ghirri, Mulas, Giacomelli, Cresci. Al termine della presentazione alla stampa il gallerista ha personalmente dedicato questo evento espositivo a Gabriele Basilico, mancato poco tempo fa. Commentiamo alcune opere del percorso che inizia con la grande tela di 20 m x 10 m dipinta da  Jan Fabre con le biro;    è stata esposta anche nella Chiesa longobarda carolingia di San Salvatore a Brescia nel 2010, opera, questa, veramente emblema di spiritualità perenne, dimostrazione che anche l’arte contemporanea è in grado di interpretare il sacro con nuovi mezzi. A seguire, una gigante tenera scultura bianca con una bocca nera – da Minini definita “Balena” –  al cui interno, previa genuflessione, si può intravvedere nel buio in un cerchio di luce arancione l’immagine di una falce di luna calante, come direbbe Leopardi.  Seguono opere di Pistoletto, Gilardi, Turcato, Arienti, Amman e tanti stranieri che per la maggior parte del pubblico sono degli illusri sconosciuti ma che qui, grazie a Minini, acquistano visibilità   ed ammirazione. Da alcuni anni la passione di Minini per la fotografia è bene illustrata dalla serie di ritratti di artisti contemporanei eseguiti da lui stesso; egli afferma: “Osservando Dan Graham e Gabriele Basilico che fotografavano Brescia ho colto certe differenze tra la modernità attrezzata e quella poetica.” Da notare che i due fotografi erano stati invitati da lui a riprendere la città per cui è nato un bellissimo libro pubblicato a Zurigo.Brescia, città di provincia, è da sempre famosa per le sue collezioni create da personaggi particolarmente sensibili all’arte loro contemporanea: pensiamo, ad esempio, alle collezioni Barbisoni ed Avogadro che nel Settecento – come documentò il critico d’arte Oreste Marini – compresero il genio pittorico ed umano di Giacomo Ceruti, e, in tempi più recenti, all’avvocato Feroldi che costituì una collezione di opere di pittori della prima metà del Novecento (comprendente addirittura un Modigliani) che approdò poi a Milano nella raccolta Mattioli, ora in parte depositata presso la Collezione Guggenheim di Venezia. Infine nella seconda metà del secolo scorso Guglielmo Achille Cavellini, detto GAC (Brescia, 1914-1990), artista egli stesso, di cui Minini ritiene essere l’erede come collezionista.

L’esposizione è accompagnata da un volume di 453 pagine, pubblicato da a + mbookstore edizioni, che racconta la storia del Banco (primo nome) e poi della Galleria Minini con molti flashback, con un “io narrante”; una storia che continua.

Triennale di Milano – Viale Alemagna 6; fino al 2 Febbraio 2014

Orari: martedi-domenica 10.30-20.30; giovedi 10.30-23;       Ingresso 8/6,50/5,50 Euro

Fabio Giuliani

Tags: ,

Commenti

Salvato in: MOSTRE
×