Milano – INTERNI – Energy for creativity

Guardando al passato per inventare il futuro
In occasione della settimana milanese dei Saloni del Mobile e del Design, la rivista Interni ha presentato la mostra-evento “Energy for Creativity” a introduzione e sviluppo dei temi di Expo 2015 coinvolgendo una serie di progettisti di fama internazionale e di aziende leader nel campo dell’innovazione e della ricerca. Questa diciottesima edizione si svolge in 3 sedi: innanzitutto come di consueto nello splendido spazio della Ca’ Granda sede dell’Università Statale in Via Festa del Perdono dove vediamo: “A dream for tomorrow-Looking to the past to invent the future”: installazioni, modelli, prototipi di grande impatto visivo con l’intento di nutrire la mente e la creatività allo scopo di migliorare l’ambiente di vita dell’intera popolazione mondiale.Fra le opere spiccano una gigantesca matita colorata rotante che celebra in forme scultoree il rossetto,oggetto simbolo del fascino femminile, risultato dell’inesauribile creatività di Alessandro e Francesco Mendini; Kengo Kuma ci rappresenta l’evoluzione della cucina contemporanea con una struttura di bambù e acciaio costruita intorno al focolare “Irori”; l’opera di Daniel Libeskind “Future Flowers” è costituita da linee rette di pannelli metallici colorati che si intersecano su direttrici diagonali in una composizione ispirata a uno studio grafico di Libeskind stesso.”Deep Words Light” di Antonio Citterio,Patricia Viel and partners: quattro steli monumentali in Dekton,su cui sono incisi testi di letteratura,filosofia e diritto; Studio Azzurro presenta “Metropolitan Tastes” una videoinstallazione su due superfici orizzontali e continue dove si dispiegano nove programmi video che raccontano i percorsi del cibo per le vie delle metropoli del mondo; infine “Camera Chiara” di Annabel Karim Kassar: due padiglioni telescopici accolgono ambienti ispirati agli interni domestici libanesi in cui si raccontano storie di artigianato e stili di vita. La seconda sede è all’Orto Botanico di Brera dove la rivista Interni e Be Open Foundation presentano: “The Garden of Wonders – A journey through scents”,il cui obiettivo è di indagare il profumo come esempio di prodotto culturale e creativo dalle differenti valenze. Le installazioni presenti mettono in luce il rapporto tra l’imprenditoria e la creatività evidenziando il contributo del design nel raccontare il profumo dal flacone al packaging,alla grafica,alla comunicazione. In particolare otto progettisti internazionali sono stati chiamati a reinventare l’identità di altrettanti antichi marchi di profumeria oggi scomparsi. A questo nucleo creativo è affiancata una sezione storico-antropologica che indaga la storia del profumo, la sua presenza nella storia dell’uomo e le ragioni del fascino senza tempo di questo prodotto. La curatrice Elena Vosnaki, storica del profumo, ha individuato un percorso in dodici sezioni dall’epoca dei Faraoni ai giorni nostri in cui si raccontano aneddoti,personaggi e scoperte che hanno segnato e arrichito la storia del profumo. Per ciascuna sezione “l’olfactory curator” Gerald Ghislain ha ideato un profumo originale,mentre su un tavolo dorato sono presentate otto essenze che identificano le otto grandi famiglie di fragranze che accompagnano in un viaggio utile a riconoscere a classificare i profumi. Nel padiglione “A vision in a box” all’interno di un allestimento immaginifico è esposta la suggestiva visione di dieci designer che si sono cimentati nella progettazione del flacone che racchiuderà la fragranza del futuro. La terza sede “Audi City Lab” in Via Montenapoleone 27 consiste in una galleria di progetti e un laboratorio di idee e incontri dove design e innovazione diventano dialogo e percorso tra le discipline del futuro. Un cenno alle due fondamentali sedi espositive che da sole valgono una visita: la Ca’ Granda già sede dell’Ospedale Maggiore nacque a partire dal 1456 ad opera dell’architetto fiorentino Filarete, fu poi ampliata nel ‘600 dando come risultato finale l’attuale sovrapposizione tra stile gotico e stile rinascimentale. Rimase sede dell’ospedale fino al 1939, divenendo in seguito sede dell’Ateneo per le facoltà umanistiche. L’orto botanico di Brera è stato fondato nel 1774 sotto l’imperatrice Maria Teresa d’Austria,come Hortus Aeconomicus in analogia a quello del Collegium Theresianum di con la finalità di promozione dell’agricoltura,delle arti e dei comodi della vita; inoltre aveva la funzione di fornire piante officinali per la spezieria di Brera.Il percorso proposto svela una splendida oasi verde dove riconoscere la varie specie di alberi e elementi architettonici come le vasche ellittiche settecentesche. Nel 2005 si è costituito il Museo Astronomico-Orto Botanico di Brera presso il quale sono organizzate attività didattiche visite guidate e eventi per il pubblico e per le scuole.
Università degli studi di Milano – Via Festa del Perdono 7, Milano, fino al 24-5-2015 tutti i giorni dalle 10 alle 22 Orto Botanico di Brera – Via Fratelli Gabba 10/ Via Fiori Oscuri 4 – Milano, fino al 24-5-2015 tutti i giorni dalle 10 alle 22; www.internimagazine.it
Fabio Giuliani
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