Incontro con RITANNA ARMENI
Le parole cambiano con noi. Spesso sono lo specchio dei mutamenti che caratterizzano la vita sociale, culturale e politica di un Paese. Accorgersi di questo cambiamento, capirlo e analizzarlo è un modo per riscoprire le radici della propria storia, i passi avanti che sono stati fatti, ma anche le regressioni, se ci sono state.
Ritanna Armeni, giornalista e scrittrice dalla grande sensibilità, per molti anni è stata al fianco di Giuliano Ferrara nella conduzione della trasmissione di approfondimento Otto e mezzo, in onda su La 7, ha raccolto cento parole, vocaboli comuni e dell’uso quotidiano, che negli ultimi quarant’anni si sono risemantizzati, hanno acquisito un significato diverso, e l’hanno fatto grazie alle donne. Queste parole sono raccolte in un libro che la Armeni ha presentato alla libreria Ubik di Salò lo scorso mese di marzo, “Parola di donna”, edito da Ponte alle Grazie. Dipende l’ha incontrata.
Da dove nasce l’idea di questo libro?
“Questo libro è nato dalla convinzione che le donne hanno fatto una grandissima rivoluzione negli ultimi trenta quarant’anni, rimasta silenziosa. Il modo migliore per far venire fuori questa rivoluzione è far vedere come sono mutate le parole, perché il cambiamento delle parole significa il cambiamento della realtà. Potevano essere molte di più, alcune sono rimaste fuori, ma quelle che ci sono secondo me riescono a rendere l’idea di questo cambiamento.”
Grazie a questo lavoro di cernita sicuramente impegnativo, il lettore si trova fra le mani un vero e proprio vocabolario storico-emozionale, dalla A di “abito” alla Z di “zitella”, passando per la C di “contraccezione”, la M di “mamma”, la S di “stupro”. Oltre alla scelta delle parole, Ritanna Armeni ne ha compiuta un’altra, non meno impegnativa: “ho pensato che la cosa migliore era che ci fossero cento donne e che ciascuna di loro scrivesse, raccontandola e spiegandola, una parola, quella che le era più congeniale per studi, competenza e passione” conferma l’autrice. Anche in questo caso, la compagine delle donne non potrebbe essere più varia, sia per età sia per esperienze. Dalla venticinquenne Melissa P. alla novantenne Marisa Rodano, ci sono sociologhe, giornaliste, filosofe, scrittrici. Donne di destra e di sinistra. Ed è interessante, anche solo dando un’occhiata veloce all’indice del libro, andare a scoprire chi ha scritto di cosa, chiedersi ad esempio quale potrà mai essere il punto di vista di Emma Bonino sulla parola “militanza”, o quello di Camilla Baresani sulla parola “verginità”. £Anche per me questo libro è stato una sorpresa -ammette la Armeni- perché dietro a tutta questa varietà e diversità c’è anche una grande compattezza. Mi sono chiesta da dove derivasse, visto che non poteva essere né generazionale né politica o professionale. Ebbene, è la compattezza dell’esperienza femminile, vissuta con consapevolezza, che queste donne hanno messo nella scrittura di queste parole”. Ecco allora che la prima, fondamentale conquista delle donne è la riscoperta di una fondamentale diversità rispetto al mondo degli uomini. Attraverso un percorso lungo e faticoso, che le ha condotte dall’essere oggetto sessuale, esclusivamente destinato alla procreazione, alla rivoluzione sessuale, al femminismo. Fino ad oggi, dove la più grande conquista sembra essere stata la legge sulle quote rosa. E a proposito di questo, della indiscutibile disparità che ancora esiste in Italia fra le posizioni di potere ricoperte dalle donne rispetto a quelle ricoperte dagli uomini, chiediamo a Ritanna Armeni cosa pensi delle quote rosa, sono un semplice male minore o una reale ed efficace soluzione?
“In passato sono stata fermamente contraria alle quote rosa, adesso invece altrettanto fermamente dico di essere favorevole. Questo è dovuto al fatto che ho costatato che nella società italiana c’è una tale resistenza, così atavica, così forte, che qualunque elemento che dall’esterno destabilizzi questa situazione non può che essere considerato in modo più che positivo.” Conclude la scrittrice. Allora quello che le nuove generazioni hanno fra le mani è un presente dove la consapevolezza delle conquiste fatte si accompagna alla responsabilità di andare avanti, sempre oltre, uomini permettendo. Per farlo, il punto di partenza deve essere la consapevolezza dell’unicità dell’esperienza femminile. Quella capacità di sentire profondamente diversa da quella degli uomini.
Paola Russo
Tags: donne, giornalista, libri, scrittrice, vocabolario
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