“…Goi de cöntàla ? vol.13

| 18 dicembre 2013
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El Tridizì de la nòsta müsica

Un tempo, quando il Sistema Metrico Decimale era di là da venire, gli acquisti di piccoli prodotti, specialmente nelle campagne, venivano fatti per dozzine, per la facilità di suddivisione di questo numero. Di tanto in tanto, se si era fortunati, si riusciva ad ottenere, allo stesso prezzo, una sorta di omaggio, un’unità in più ogni dodici, che qui veniva chiamata “el tridizì”. La fortuna che si vuole legata al numero tredici nasce da questa vecchia consuetudine. Nel nostro caso, trattandosi del tredicesimo CD della serie, la fortuna, oltre che arridere a chi lo ascolta perché gode e si bea al suono di tanta buona musica nostrana, va a chi lo potrà avere e conservare perché nessuno, nemmeno Cristian Delai, coinvolgente trascinatore di iniziative, ed i suoi preziosi collaboratori che, all’inizio di questo secolo hanno dato il via alla serie di “Goi de cöntàla”, avrebbero forse mai immaginato di riuscire a raggiungere il tredicesimo anno senza interruzioni. Oltre che per la dedizione degli organizzatori il traguardo è stato raggiunto anche per merito degli artisti bresciani che si sono alternati nelle diverse edizioni e che, peraltro, sembrano crescere musicalmente anno dopo anno.
In questa raccolta patrocinata dal comune di Brescia Ass.to alla cultura e sostenuta economicamente dalla Provincia di Brescia ………non ché da Fondazione Asm, fra le new entry, spicca la presenza di un cantautore rock, molto conosciuto, che ancora mancava in questa rassegna di successo, l’orceano Riccardo Maffoni che, dal 1991, quando ha brillantemente iniziato la sua attività artistica, non ha mancato di essere apprezzato ovunque si sia esibito. La vita ‘l è öna è il titolo emblematico del suo trascinante pezzo che riecheggia suoni e scatenate atmosfere che rimandano al miglior Bruce Springsteen. Il sound che esprime con il suo pezzo porta ad immaginare il nostro cantautore, ora anche in versione dialettale, caracollare in sella ad un’Harley-Davidson stile “Easy rider” mentre percorre la Orzinuovi – Brescia, immaginando di trovarsi in Baja California o sulla mitica Route 66. Chissà se una volta giunto a Brescia il nostro rocker andrebbe a divertirsi nei locali del Carmen, il quartiere del nuovo spasso, tanto decantato in questo CD da una band i cui componenti, quando ne sono tornati, hanno assunto il nome dallo stato in cui si trovavano: Bèi còcc. Ed è sempre la notte ad ispirare a Gianni Binetti che intona a piena voce, pagando, purtroppo, lo scotto di una lettera “esse” poco bresciana che gli fa dire Brezia, una melodica e sentita Nòt de lüna. Si tratta di una canzone davvero bella, quasi un inno alla brescianità, che ritorna in Gói de cöntàla dopo la versione dei Deficient Men, il noto duo comico in auge qualche lustro fa. Poi c’è anche chi, di notte, non può davvero dormire, Sergio Minelli, ad esempio, al quale capita talvolta di uscire a scrutare il cielo nella speranza di trovare fra le stelle il ritratto di un familiare, il caro fratello Luigi, che lassù è volato e gli ha lasciato il cuore squarciato. Certe ferite sono lunghe a rimarginarsi e Mauro Bacchetti & C., con la sua voce struggente e malinconica sembra quasi suggerirgli: Te vàrda la vita; prendila così com’è e, forse, il tuo animo lacerato potrà acquietarsi. Alcune canzoni contenute nel CD descrivono aspetti diversi della provincia, questa grande, composita parte della brescianità che presenta peculiarità talvolta percepibili solo da chi vi è nato. Il suo territorio vive una vita che gli è propria e racchiude uno scrigno colmo di naturali beltà purtroppo intaccato da diversi fattori negativi che da tempo lo stanno rovinando. L’Italian Farmer, giovane, fresco e vivace, non ci pensa due volte col suo sparkling rap ad afferrare per il bavero l’opinione pubblica per scuoterla e indurla a guardare i problemi d’inquinamento di cui soffre il fiume Mella, 96 km., tale è la sua lunghezza, di acque pulite, forse solo alla sorgente o poco più in là. Ma la nostra provincia è grande ed ampia e continua fortunatamente a presentare, in alcuni luoghi, veri tesori. Lo sa bene il saggio Francesco Braghini il quale ha Ōja de Gölem e nonostante l’età non più verde, vorrebbe andarsene a prendere il sole in montagna. In ogni caso l’importante è stare all’aria aperta come raccomandano i salutisti anche se il sole non c’è anzi, Caio de Ro, afferma candidamente, e alla sua gustosa maniera, a me Ma piàs quàn piöf. Tutti i gusti sono gusti, non si discute, ma non si può negare che il bel tempo possieda una sua oggettiva bellezza e utilità altrimenti il Möradùr, la cui vita lavorativa viene realisticamente e brillantemente descritta con l’usuale abilità da Isaia e l’orchestra di Radio Clochard, sarebbe contento di sgobbare nei giorni umidi. Il ché non è e non succede. Ma forse è meglio tralasciare il discorso lavoro, che già ce n’è poco, e con le chiacchiere sull’argomento non si crea di certo e passiamo ad ascoltare il bravo Daniele Gozzetti che ci riporta ai temi sociali, ormai ben noti per l’ampia diffusione data ogni giorno dagli organi d’informazione, con una composizione accattivante e ben orchestrata: Me só bresà come tè. Altre problematiche di diverso genere sono raccolte dalla cantina di Ermete fra gli ospiti di Casaccoglienza mentre per i Greenwich, che ricordano nel nome il meridiano fondamentale, sono del pari fondamentali i comportamenti delle persone che devono essere ispirati al buon senso comune di un tempo. Fra questi, che essi raccomandano, deve trovare una sua collocazione anche al dialèt. Infine i Valtriumplini sembrano andare a riaprire vecchie ferite e cupi ricordi legati alle deportazioni in vagoni ferroviari, quasi sempre carri bestiame sigillati con i piombini, ai campi di concentramento nazisti e alla triste permanenza negli stessi, con la canzone Stalag IV b. Ma come la storia insegna tutti gli incubi prima o poi finiscono e prorompe, come un getto inarrestabile, la naturale propensione dell’uomo all’amore. Renato Bertelli ed Emanuela Biancardi, con il loro ottimo pezzo si collocano in questa dimensione. Il titolo, Me pöde mìa polsà potrebbe un poco trarre in inganno, in realtà si tratta di una sorta di ballata, quasi una serenata d’antan, traboccante sentimento, attinta dal folclore sardo ma esemplarmente brescianizzata.
Infine due composizioni che hanno affrontato il tema della Natività. Esse sono entrambe belle, accattivanti, ben orchestrate ed anche orecchiabili per cui in un’ipotetica gara risulterebbe oltremodo difficile esprimere un giudizio su quale sia la migliore. L’esordiente, per Gói de cöntàla, Gianfranco Benedetti dà l’entusiastico annuncio della festa che arriva con Ghè Nedàl, ghè Nedàl, più soft ma parimenti efficace lo sperimentato Nino Paolone con Nòt ciàra, nòt d’ensùn.
Il cd sarà distribuito in 45 edicole di Brescia e in 95 della provincia ..sarà venduto al costo di € 12,00 in abbinamento alla rivista Musica .Sul sito www.palcogiovani.net tutto il dettaglio dei punti vendita.Il cd è scaricabile anche dalla piattaforma digitale ITunes .
Per info 335 7797944

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