Gilles Pécout e il Risorgimento italiano

| 27 agosto 2018

Gilles Pécout  e la battaglia di Solferino

Elisa Zanola intervista Gilles Pécout, Rettore dell’Académie de Paris e curatore della trasmissione Rai “Il tempo e la storia”, ospite della Società Solferino e San Martino, di cui è Presidente Fausto Fondrieschi e Conservatore Bruno Borghi, in occasione della Cena con la Storia, organizzata in apertura delle celebrazioni del 159° anniversario della Battaglia del 24 giugno 1859.

Per l’occasione Dipende.TV ha realizzato un’intervista esclusiva con lo storico della Sorbona (www.giornaledelgarda.info).

La battaglia di Solferino è una vittoria decisiva per l’unità d’Italia, conosciuta dal punto di vista italiano come battaglia dell’esercito alleato francese che ha contribuito alla creazione dell’Italia come stato nazionale. Dal versante francese, cos’è Solferino?

“Solferino è una grande battaglia francese, nota in Francia come una vittoria francese ed una tappa decisiva dell’alleanza franco-sarda che diventerà poi franco-italiana. Nella Francia del Secondo Impero c’erano ancora delle eredità della grande passione della Francia per l’Italia, per la sua indipendenza ed unità, ma anche interessi comuni nella lotta contro l’Austria. La battaglia di Solferino è quindi per noi francesi un’importante tappa dell’amicizia franco-italiana o italo-francese che percorre tutto l’Ottocento. Talvolta è un’amicizia tortuosa, ma la battaglia di Solferino dimostra anche come la Francia del Secondo Impero continuasse a lottare contro l’ordine dinastico del Congresso di Vienna, cercando di ristrutturare l’Europa partendo dalla situazione italiana. La battaglia di Solferino è inoltre un luogo di memoria comune tra la Francia e l’Italia, nella quale si riconosce l’alleanza militare, politica e culturale tra i due popoli.”

Italofilia e francofilia nel 1859 ed oggi: cosa è cambiato e come si può attualizzare questa amicizia franco-italiana?

L’italofilia in Francia è una costante, dall’inizio dell’Ottocento fino ad oggi. Però come qualsiasi sentimento pubblico, come qualsiasi movimento d’opinione pubblica o traduzione di una politica o di una diplomazia del nostro esecutivo può essere non lineare. Ci sono dei momenti di massima italofilia in Francia e poi ce ne sono altri in cui, per ragioni diplomatiche, o per ragioni politiche, le relazioni italo francesi o franco italiane non sembrano solidali. Io direi però che c’è una specie di resilienza nelle buone relazioni tra Italia e Francia. Una resilienza culturale, ma anche morale dei legami tra Francia ed Italia. So bene che oggi le relazioni sembrano meno positive, però non dimentichiamo che anche alla fine dell’Ottocento durante la grande crisi doganale tra Francia ed Italia, nel massimo periodo di gallofobia in Italia e di italo fobia in Francia, i circuiti e le relazioni tra Francia ed Italia, culturali, scientifiche ed accademiche, continuavano ad essere vivaci.

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