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GARDONE RIVIERA (Bs) BAMBIN GESU’ IN MOSTRA

| 1 dicembre 2010

E’ difficile trovare le parole per descrivere l’affetto e l’entusiasmo che affiorano dai racconti di Hiky Mayr, appassionata collezionista di origine tedesca: più di 35 anni della sua vita dedicati alla ricerca e al restauro delle sculture raffiguranti il Bambino Gesù, che trovano casa nel Museo ‘Il Divino Infante’, fondato nel 2005 a Gardone Riviera.

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Intervista televisiva a HIKY MAYR

La raccolta della signora Mayr vanta più di 250 sculture di quattro secoli – tutte rigorosamente italiane – e documenta, attraverso i manufatti esposti, tecniche, usi ed iconografia legati al tema della scultura avente per soggetto “Gesù Bambino” e in alcuni casi “Maria Bambina”. “Nulla di celeste mi ha portato ad iniziare la mia collezione. Noi siamo albergatori e stavo cercando alcune pentole di rame vecchie per un allestimento in albergo. Mentre rovistavo tra sporco, stracci e vecchie pentole vidi spuntare due gambette nude…le tirai fuori e chiesi al rigattiere ‘Questa è una bambola?’. ‘No’ – disse lui – ‘questo è un Gesù Bambino, vede che alza la mano per benedirci?’. Allora il commerciante mi disse che se avessi comprato qualche altra pentola, mi avrebbe regalato la scultura del Divino Infante” racconta. E fu così che Hiky Mayr tornò a casa con un baule pieno di pentole vecchie e tra le braccia un Gesù Bambino, che oggi accoglie i visitatori all’ingresso del museo. Era nata una passione ed era il momento assolutamente perfetto perché in seguito al Concilio Vaticano Secondo la Chiesa diede il permesso e quasi il consiglio di vendere il superfluo per svuotare le cantine e le soffitte e così in quel periodo molti oggetti delle chiese finivano sul banco degli antiquari. “Il miracolo di questa collezione è stato indovinare il periodo giusto per comprare queste statue; era per me il grande momento, ho potuto allora comprare la maggior parte della mia collezione e anche a prezzi molto vantaggiosi” spiega Hiky Mayr che ha potuto così mettere la base della collezione del Museo, che è il primo e l’unico al mondo con la più significativa raccolta di sculture del Bambino Gesù, completa di tutte le epoche, tipologie e materiali – dal legno intagliato e policromo, alla cera, alla terracotta e alla carta pesta. Guardiamo uno dei numerosi Divini Infanti protetto in una teca di vetro. “Guardate in che stato era quando l’ho trovato in un garage” dice indicando la fotografia vicina alla base. “E osservatelo ora; alcune persone mi hanno persino detto ’Ora ha un sorriso beato!’ e ci credo”. Grazie all’eccellente educazione ricevuta in accademie e istituiti privati a Monaco di Baviera, la signora Mayr si occupa personalmente del restauro, ponendo la massima attenzione all’originalità del materiale e all’iconografia ed integrando la propria conoscenza con la visione di numerosi testi e la consultazione di esperti. “Queste opere d’arte sono spesso in pessime condizioni e riportarle al loro splendore iniziale è uno degli aspetti che più mi entusiasma”. Ci fermiamo di fronte al fascino della rappresentazione di un “Presepio napoletano” d’epoca, con più di centotrenta figure e numerosi animali e congrande coinvolgimento emotivo la signora narra gli avvenimenti descritti dalle figure, ponendo l’accento sulla cura dei dettagli di ogni scena, dagli sguardi delle figure alla creazione delle singole situazioni, a sottolineare il fatto che nulla nella scena generale è stato lasciato al caso. “Ho curato personalmente l’allestimento grazie all’aiuto di alcuni esperti napoletani. Siamo stati chiusi qui dentro un mese con montagne di sughero, gesso, colle e colori e abbiamo costruito il paesaggio che avevo disegnato; sono andata a Napoli nelle biblioteche e nelle botteghe per imparare le tecniche e per studiare la coreografia” commenta. Proseguiamo e incontriamo una piccola statua del Bambin Gesù con un braccio rotto adagiata su un mobile. “Un giorno sotto una pioggia spaventosa ho trovato questa figura davanti alla porta del museo; un biglietto quasi illeggibile diceva “Cara signora non ho il coraggio di buttarlo nella pattumiera forse lei trova un angolino nel suo bel museo” racconta. Il museo offre percorsi spaziosi e ben strutturati e così accogliere oltre che turisti singoli, per lo più italiani, tedeschi ed austriaci, anche gruppi numerosi. Seguiamo la signora Mayr nel suo atelier, dove le statue in fase di restauro la attendono in ogni ritaglio di tempo libero. In camice bianco, da dietro il banco, tra le mani una madonna antica vestita, ci spiega il procedimento di lavoro. “Dopo avere scattato una fotografia per documentare lo stato iniziale, si procede con la pulitura e la stabilizzazione dell’oggetto; con cura si sostituisce solamente ciò che manca, secondo una delle principali regole di un restauro a regola d’arte in cui ogni azione deve essere reversibile”. Hiky Mayr rintraccia nei mercati d’antiquariato antichi ritagli, passamanerie ornamentali e decori in stoffa di diverso tipo e li salva dall’oblio, utilizzandole per confezionare le vesti delle sculture destinate alla sua collezione. “E’ molto laborioso cucire tessuti molto antichi; questa stoffa del ‘700 è ormai fittissima e l’ago fa molta fatica a trapassarla” spiega. E così ciascun Gesù Bambino viene restaurato dalle abili ed appassionate mani di Hiky Mayr. “Ciascuno di essi ha la sua storia. Distinguo tra un’opera d’arte di grande valore ed un manufatto popolare, ma provo per ognuno lo stesso affetto; chiedermi quale più mi piace sarebbe come chiedere ad una madre che figlio preferisce” conclude.

Museo IL DIVINO INFANTE
Via dei colli,34 Gardone Riviera (Bs)
Orari: tutti i giorni (escluso il lunedì) dalle 10.00 alle 18.00
Visite guidate su prenotazione per gruppi in italiano, tedesco, inglese e francese. tel. 0365 293105 – fax 0365 293106 – cell 335 360520
cell 347 8880691 info@il-bambino-gesu.com www.il-bambino-gesu.com

Di: Alessandra Andreolli

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