Garda meta turistica non solo per gli europei

Non solo sandali e calzini. Il Garda è sempre più meta di turisti extra UE.
Chi non ricorda i turisti tedeschi a passeggio, armati di cono gelato e macchina fotografica, famiglie bionde e algide fino alla giovinezza per poi virare sulla pinguedine castana tra i componenti genitoriali. Non brillavano certo di eleganza ma davano l’idea di un incedere placido e comodo, utile a far sì che nessuna noia o fastidio corporale potesse distrarli dallo spettacolo,fatto di scorci e vedute su paesi ancora incerti lungo la via dell’ospitalità turistica. L’immancabile calzino bianco riluceva da sandali improbabili che solo la follia contemporanea poteva tramutare in costosi oggetti di culto, consentendo una postura asciutta e confortevole al cospetto delle rade vetrine e delle più gradite bancarelle, portatrici concupenti della più disparata offerta merceologica. Era l’epoca del dio Marco, valuta più forzuta dell’esile Lira, che consentiva ai possessori di beneficiare del “prendi due e paghi uno” prima ancora che lo slogan prendesse piede. In scia, venivano gli olandesi, medesimo standard, ma più stropicciato e ancor meno esigente, giacché il sole e il lago valevano da soli l’apertura del portafoglio. Sono tempi lontani, adatti a cartoline ormai sbiadite, anche se i tedeschi continuano adessere la comunità turistica più numerosa, pari al 48% delle presenze totali, a cui seguono gli olandesi con il 7,4% e via via la Svizzera (3,5%), l’Austria (3,1%), la Francia (2,9%), la Danimarca (2,6%) e, infine, il Belgio (2,5%). Menzione d’onore va ai polacchi che, con un incremento del 62% rispetto al 2023, si attestano al 5,7% delle presenze. Ma sono anche altri i rendiconti che hanno dilatato il sorriso del sistema turistico gardesano: gli Stati Uniti sono cresciuti del 21% ed il Regno Unito del 17%(rispettivamente l’1,8% ed il 5,3% delle presenze totali). In particolare, sulle rive del Garda Trentino sono stati notati gli arabi, passati dall’1,4% al 3,5% delle presenze nel 2024. Se è vero che il 63% dei flussi turistici proviene dal di fuori delle nostre frontiere e che il turista italico è in ritirata – a causa di molteplici fattori, tra cui, non ultimo, la riduzione del potere d’acquisto – la ricettività benacense deve sempre più rendere appetibile e confortevole il passaggio sulle proprie rive. Si deve quindi specializzare nella costruzione dinamica di una specie di macro – calzino in grado di accompagnare, sostenere e lusingare il turista, nelle sue più ampie declinazioni nazionali e culturali. Perché, al di là dei budget assegnati alla promozione del territorio gardesano ed allo sforzo extra regionale di fare sistema, la reputazione, l’appeal, l’entusiasmo partecipato sui social restano un volano a costo zero in grado di intercettare desideri, progetti ed ambizioni. Ad maiora.
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