Desenzano(Bs) LA NEVE,LA CAPITALE E I BAMBA

| 28 dicembre 2005

Quattro fiocchi di neve mandano in tilt la cittadina.

Neve che copre l’asfalto e incasina traffico e trasporti. Neve che scopre stralunati, strampalati e improvvisati effetti di pubblica amministrazione. Ora i fatti. Mercoledì 28 dicembre inizia a nevicare di mattina. Lo avevano previsto. Grande gelo e neve su tutto il Nord Italia. Preparatevi. Una volta tanto le previsioni ci azzeccano. Ma chi deve prepararsi? Forse i Comuni? Voi che ne dite? Non c’è molto da fare. Basta organizzare qualche ruspa spazzaneve, del sale da buttare sulle strade insieme alla ghiaia e via di questo passo. Comunque a Desenzano continua a nevicare. In questo momento, mentre stiliamo il pezzo, sono le quattro del pomeriggio, nevica dal mattino e non è passato nessuno spazzaneve. Altre notizie dicono che in Valtenesi e sulle Colline Moreniche i mezzi di sgombero sono in funzione. Invece macchine, autobus e camion arrancano attorno alla Capitale del Garda e tutto frulla sotto gomme dotate più o meno di catene. Vedremo come andrà a finire. Di certo la figura fatta dall’Amministrazione Comunale è pessima. Repubblica della banane diceva qualcuno. Perché in quel genere di governi la neve non è in dotazione. Non ci sono le previsioni del tempo, alla faccia dello Tsunami. Ma da noi, ricco e illuminato popolo d’occidente gardesano, i mezzi non mancano. Eppure bastano quattro fiocchi di neve, utili anche per far divertire i bambini che tutto va in tilt. Adesso arriveranno le giustificazioni. Ci saranno le polemiche e il palleggio di responsabilità. Ma intanto la neve è caduta ed ha raggelato una città che parla di cronache quasi surreali, che narrano di un’ora e mezza per arrivare da Desenzano a San Martino della Battaglia. Soluzioni al problema. Inventiamo un ente. Magari una società di servizi. Diamo l’incarico a qualche esperto di realizzare un progetto, a pagamento, su come si agisce alla presenza di una nevicata. Possiamo anche organizzare un convegno dal titolo “Gli spazzaneve tra passato, presente e futuro”. Finanziamo bene queste operazioni, aggiungendoci, così tanto per gradire, un bel gemellaggio con Madonna di Campiglio. Poi condiamo tutto con un sugo di sana e robusta indignazione da devolvere in proficua materia di consenso elettorale. E la sostanza non cambierà. Però per una volta, per questa volta, diamo a Cesare quel che è di Cesare. Chiarendo bene che il linguaggio formato bamba e pirla non funziona al cospetto di cittadini ingabbiati nella stupida ed evitabile morsa di una spruzzata di neve.

Di: Giuseppe Rocca

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