Desenzano (Bs) UN AUGURIO

Un tempo, sotto Natale, i Mulini macinavano il grano e la farina scendeva nei sacchi, come un turbine di leggerissimi fiocchi di neve.
La comunità di Desenzano si preparava alle festività come un’unica grande famiglia ed i sentimenti di ognuno erano plasmati dalla natura in cui erano immersi e dalla struttura urbanistica del paese. Il porto, la chiesa, i portici, gli stretti vicoli, le case addossate le une alle altre quasi a scaldarsi a vicenda al riparo dai freddi venti invernali. Si mangiava, si dormiva a pochi metri di distanza, solo un muro, un viottolo si frapponeva fra una famiglia e l’altra.
All’oratorio, in piazza, nelle osterie, nel piccolo cinema parrocchiale si trascorreva gran parte del tempo libero, quelli erano gli spazi comuni in cui tutti ogni giorno si ritrovavano per una risata, una confidenza, una discussione.
I Desenzanesi crescevano come una pianta di limoni in una tiepida serra, cullati dalle onde del lago sotto le mura protettive del vecchio castello, loro casa comune nei momenti di pericolo; lacustri burloni e spensierati un po’ simili alle genti del Sud.
Lo spirito della gente viene infatti modellato dall’ambiente come l’argilla dal vasaio. Per secoli , la vita scorse nel paese ritmata dal giro delle pale dei mulini , fino a che non giunse da Milano , come un enorme, nero serpente , l’autostrada ed un fiume di denaro. Col boom economico, tutto cambiò.
La soffice coltre di nebbia che come bambagia avvolgeva questo paese incantato, si dissolse sotto le raffiche di un vento impetuoso. Abbiamo lasciato le case dai vecchi coppi variopinti su cui si rosolavano al sole i gatti soriani , abbiamo scrollato le spalle quando hanno sradicato i mosaici della villa Romana e ferito a morte le rive del lago e le colline. Ingrati per la fortuna di vivere in un simile paese, abbiamo venduto anche l’anima della comunità. Periodo questo , di riflessione e di buoni propositi. Scambiamoci quindi gli auguri di operare perché nuove radici trovino fertile humus nel rinnovato impegno a conservare la nostra storia e l’ambiente.
Di: Giorgio Fezzardi
Tags: DESENZANO, desenzano d’epoca, Giorgio Fezzardi, ricordi del garda
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