CURIOSITA’… NATALIZIE
La tradizione attribuisce la paternità del Presepio a San Francesco d’Assisi quando, nel 1223 nel convento di Greggio, il Santo fece celebrare una Messa per il villaggio su di una mangiatoia colma di fieno e con attorno un bue ed un asinello vivi ( non è certo che vi fosse anche una statua rappresentante il Bambinello). La rappresentazione voleva essere il simbolo dell’umiltà di Betlemme e monito ai suoi discepoli ed alla Chiesa stessa ad una vita povera. Nessuna statua di pastori, di Re Magi, di animali e neppure di Giuseppe e Maria. Questa è riconosciuta essere l’origine della rappresentazione che ha poi ispirato tutte le successive realizzazioni plastiche. Ma a radici ben più lontane risalgono l’iconografia del Presepio ed i significati del Natale.
Il giorno di Natale non nasce come evento legato alla tradizione cristiana. Esisteva già e faceva originariamente parte del calendario romano. Il 25 dicembre si festeggiava, infatti, una festa particolarmente significativa per i romani, quella dedicata al Natalis Solis Invictis (il Natale del Sole Invicto), ricorrenza importata dall’Oriente. Tale culto fu introdotto a Roma dall’Imperatore Aureliano nel 270 d.C. ed ebbe una vastissima diffusione. Poi la Chiesa sostituì al culto pagano il culto della nascita di Gesù Cristo. Ma non è questo l’unico parallelismo che possiamo riscontrare tra le trazioni dell’antico Oriente e le origini del Cristianesimo.
Il 24 dicembre, nell’antico Egitto, si celebrava la nascita della divinità solare Horus, partorito dalla “vergine” Iside che era stata miracolosamente fecondata dal seme del defunto marito Osiride. Anche in questo caso si intuisce una certa continuità con la vicenda di Maria madre di Gesù . E proprio alla nascita di Gesù è legata la tradizione iconografica del Presepio. I vangeli canonici però, fatta eccezione per quello di Luca e di Matteo, non parlano dell’evento. Ad alimentare l’immaginario popolare e la produzione artistica sono stati, invece, i Vangeli apocrifi, come Il Protovangelo di Giacomo ed il “ Vangelo arabo dell’infanzia”. All’inizio del III sec d.C. Origene aggiunge, poi, la presenza nella stalla del bue e dell’asinello.
Un altro punto da chiarire è quello circa il numero ed il significato dei Magi. Fu S. Leone Magno, nel V sec., a fissarne a tre il numero e ad attribuire a ciascuno di essi un particolare significato. I Magi rappresentano la partecipazione universale alla Redenzione e si identificano con le tre razze umane: la semita, la giapetica e la camita. I tre, inoltre, rappresentano le diverse età dell’uomo: il primo è il re più giovane, il secondo identifica l’età matura ed, infine, l’ultimo la vecchiaia. La tesi che l’invenzione della prima realizzazione plastica sia quella del Santo di Assisi è comunemente accettata, ma il Presepio si è poi arricchito attraverso usi, costumi e tradizioni legati a vari ambienti e momenti storici differenti che, di volta in volta, hanno completato il “quadro”, tanto che ognuno di essi può essere considerato come una “pietra” nella costruzione dell’affascinante mondo della più nota delle rappresentazioni sacre.
Di: Laura Simoncelli
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