Cremona – JANELLO TORRIANI – Genio del Rinascimento

| 11 gennaio 2017
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Scienza come Arte.

L’I.I.S. “Janello Torriani” (Istituto Tecnico settore Tecnologico – Liceo Scientifico opzione Scienze Applicate)         è una delle scuole storiche di Cremona. E’ frequentato da allievi residenti in città e nei Comuni limitrofi, sia della provincia cremonese che delle province confinanti quali Brescia, Mantova, Piacenza e Parma. Sarebbe curioso effettuare un sondaggio tra i diversi fruitori che ogni giorno entrano ed escono da questa struttura, e magari tra i passanti, in particolare residenti “autoctoni” cremonesi, sullo stesso personaggio della Via a lui dedicata nelle vicinanze del Duomo cittadino, la Cattedrale di Santa Maria Assunta, e sentire le risposte…ma chi è Janello Torriani, e cosa ha fatto di così importante per essere stato meritevole dell’intitolazione di una Via nel centro storico, di una qualificata Scuola professionale in questa bella città lombarda e, attualmente, protagonista di un evento espositivo in corso presso il Museo del Violino? Il suo nome è quasi sconosciuto, anche se in vita era spesso affiancato a quello di Archimede (così lo definì Cervantes). La città si trovava sotto il dominio veneziano: erano infatti i drammatici anni delle guerre d’Italia (1494-1559) che videro le potenze europee del tempo, soprattutto Spagna e Francia, contendersi il primato sulla Cristianità e sull’Italia. Cremona passò sotto il dominio di molti Signori, finché nel 1535 non fu definitivamente acquisita dagli Asburgo di Spagna, insieme al ducato di Milano. Si suppone che Janello sia nato verso il 1500; la leggenda racconta che nel preciso istante in cui egli veniva alla luce un fulmine squarciò il cielo per scaricarsi sull’orologio del Torrazzo, quasi, potremmo dire, una premonizione della sua futura importante attività creativa ed artistica. Egli riuscì ad affascinare i due più potenti Sovrani del suo tempo, Carlo V e suo figlio Filippo II che lo vollero al loro fianco, considerandolo un genio come per noi oggi è Leonardo da Vinci. A differenza di quest’ultimo, Torriani non sapeva dipingere, era uomo rozzo e tutt’altro che nobile, eppure le sue grosse mani da fabbro sapevano creare meraviglie che tutta l’Europa ambiva: meccanismi sofisticatissimi, gestiti da combinazioni meccaniche elaborate che a noi oggi sono garantite dalla tecnologia più avanzata. Dalla sua mente e dalle sue mani uscivano orologi perfetti, nelle loro decine di funzioni, e bellissimi. Meravigliosi automi che suscitavano l’ammirazione e lo stupore delle Corti. Fu lui a elaborare le applicazioni della sospensione cardanica tutt’ora di uso quotidiano, ma che prese il nome da un altro, il Cardano appunto. A quel tempo era mitico l’ “Astrario” di Giovanni Dondi, ma il Torriani, su commissione dell’Imperatore Carlo V, costruì il più complesso orologio planetario della storia mosso da circa 1800 componenti meccaniche chiamato “Microcosmo”; fu infatti lui ad inventare la prima fresatrice per la costruzione delle ruote dentate. L’impresa richiese più di vent’anni per la progettazione e tre per la costruzione. Durante la sua permanenza ed attività nella penisola iberica al servizio del Re di Spagna realizzò la prima macchina ciclopica della storia che elevava acqua del fiume Tago per cento metri di altezza (quasi come il Torrazzo di Cremona) portandone 18 mila litri giornalieri al castello reale lungo un percorso di 300 metri fino all’Alcazar di Toledo. Dopo una vita a produrre opere di ingegneria, vere e proprie creazioni artistiche, intorno agli 80 anni si mise ancora una volta all’opera scrivendo un trattato ed inventando strumenti di calcolo da utilizzare per la riforma del Calendario che Papa Gregorio XIII stava in quegli anni promuovendo, innovazione tutt’ora in vigore. Per le sue macchine idrauliche e per gli strumenti per la riforma del calendario, Janello ricevette numerosi “privilegi per invenzione” (gli antenati dei nostri brevetti). Per l’invenzione del “Microcosmo”, l’imperatore gli assegnò una pensione ereditaria. Torriani morì a Toledo nel 1585. La “sua” città gli rende quindi giusto omaggio attraverso un percorso cittadino partendo proprio dalla mostra promossa da Comune, Fondazione Arvedi Buschini, Unomedia, Fundación Juanelo Turriano, con l’importante sostegno della Fondazione Bracco e curata dal ricercatore Cristiano Zanetti e Cinzia Galli, Conservatrice del Museo di Storia Naturale cremonese. Ma andiamo con ordine. Situato nel complesso del Palazzo dell’Arte, il Museo del Violino ripercorre la storia dell’arte liutaria cremonese ed internazionale con l’esposizione di collezioni uniche comprendenti i preziosi strumenti firmati Stradivari, Guarnieri e Amati, di inestimabile valore; è anche un luogo di studio e di concerti, ospitati nell’innovativo Auditorium “Giovanni Arvedi”. Partendo dagli ampi spazi del Padiglione Amati veniamo introdotti da un personaggio piuttosto particolare, a proposito del quale occorre soffermarci un attimo…Torriani realizzò i primi “robot” della storia; si racconta che egli, per non uscire dal suo laboratorio si faceva servire i pasti e le bevande da una “cameriera” meccanica da lui stesso creata che, ad ore programmate usciva di casa per recarsi alla vicina taverna, tornando poco dopo dal suo “padrone” con un vassoio pieno. Di questo, come diremmo oggi, “umanoide”, non resta traccia, ma in mostra possiamo ammirare una “fantesca” di fattezze molto simili a quella citata, realizzata all’incirca all’epoca di Torriani o poco più tarda da un autore ignoto: “Una Nobil Matrona in atto di suonare un timpano”, così recita la didascalia di tale opera appartenente ad una collezione privata lombarda che in mostra si può ammirare in movimento (come da ricerche fatte, faceva parte di un duo di “robot” musicanti, il secondo dei quali perduto). Quindi un suo “erede”: un robot battezzato “Robotkea” ed ispirato a “R2 D2” di “Guerre Stellari”, realizzato da Teotronica, accoglie i visitatori all’ingresso e fa da guida alla mostra. Proseguendo il nostro “viaggio” e restando sul tema delle realizzazioni di Torriani, dal mondo del Cinema arriva l’automa del film di Giuseppe Tornatore “La miglior offerta”, con Geoffrey Rush, costruito da Rob Higgs, scultore meccanico ed inventore. Torriani stesso viene virtualmente “riportato in vita” tramite uno speciale ologramma, fruibile al pubblico per mezzo di occhiali particolari. Quindi installazioni multimediali, altri oggetti tecnologici realizzati da altri personaggi a lui contemporanei e in anni successivi: tra essi spicca la “Sfera Armillare” (ad oggi l’unica opera firmata da Janello), strumento astronomico che rappresenta le orbite dei pianeti e del Sole mediante armille (anelli), imperniati in un centro comune. Tra le “chicche” della mostra, sia per importanza storica che per la pregevole fattura realizzativa ad un certo punto incontriamo l’ “Orologio di San Luigi Gonzaga”, realizzato in bronzo dorato e ferro da Johannes Valin (aiutante di Janello a Juste) nel 1567 si ipotizza a Bruxelles; questo oggetto è stato eccezionalmente concesso in prestito dal Museo Aloisiano di Castiglione delle Stiviere, situato nella sede del Nobile Collegio delle Vergini di Gesù, Istituto fondato da Cinzia, Olimpia e Gridonia Gonzaga, figlie del marchese di Castiglione Rodolfo, fratello minore del futuro Santo (1568-1591), tutti appartenenti ad un ramo “cadetto” della storica Casata che aveva il suo centro principale a Mantova. E’ disponibile una guida breve alla mostra e il catalogo ufficiale, entrambi di Fantigrafica Editore, Cremona. Uscendo dal Museo del Violino per approfondire il discorso è possibile poi facilmente recarsi sulle tracce di Torriani in città, vediamole in sintesi. IPIA Ala Ponzone Cimino: il Modello dell’ “Artificio di Toledo”, un modello in scala delle prime tre torri di sollevamento della macchina più grande del mondo nel secolo XVI (Info, Tel. 0372 35179). Museo di Storia Naturale: la mostra, realizzata dal Liceo Scientifico “Aselli”, “MACCH’INGEGNI – Idee che ingranano”: un insieme di dispositivi per muovere, regolare, avviare, fermare, rallentare, trasformare un moto in un altro – da circolare a rettilineo, da semplice a complesso, onde mostrare come l’ingegno umano ha ricreato un’infinità di diverse funzioni, ad imitazione della natura o completamente nuove, fino a riprodurre le operazioni logiche della mente. Istituto “J. Torriani” di Cremona: i Laboratori dedicate alle scuole in collaborazione con i curatori della mostra nell’area di Matematica, Fisica e Robotica (info e prenotazioni, Tel. 0372 28380).

Da visitare in città onde approfondire la Cremona dei tempi di Torriani:

TORRAZZO: Nel 1529 il mastro orologiaio ottenne l’importante incarico di restaurare l’orologio astronomico del Torrazzo; viene installato poi nel 1583 da Francesco Divizioli in sostituzione di uno più antico. Il meccanismo perfettamente funzionante è quello originale, mentre il quadrante è stato più volte ridipinto; questo orologio è in grado di indicare il moto degli astri, le fasi lunari e il moto del sole. Agli inizi degli anni Trenta Torriani lavorò ancora all’orologio e costruì gli sportelli del baptismum del Battistero.

DUOMO E BATTISTERO: la Cattedrale, dedicata a Santa Maria Assunta, e il Battistero, edificati agli inizi del XII secolo rappresentano il cuore dell’antica città medioevale, si trovano nel punto più alto e formano con il Torrazzo il polo della vita religiosa. Entrambi sono stati largamente rimaneggiati nel corso del ‘500.

PALAZZO COMUNALE, con la Loggia dei Militi. PALAZZO AFFAITATI: sede del Museo Civico “Ala Ponzone”, del Museo di Storia Naturale e della Biblioteca Statale, fu costruito a partire dal 1561 ad opera di Francesco Dattaro su richiesta di Gian Carlo Affaitati; questi era appartenente ad una famiglia di banchieri che sostenerono Torriani, in difficoltà economiche dopo la realizzazione della grande opera idraulica a Toledo. Dal 1928 la struttura divenne sede museale. Oltre alle raccolte della famiglia Ponzone, qui si possono visitare la Galleria della pittura cremonese del ‘500, la sala delle arti applicate e un’area dedicata alla pittura lombarda del secondo ‘800 e del ‘900. Le opere più prestigiose custodite al suo interno sono il celebre dipinto di Giuseppe Arcimboldi “L’ortolano” e il “San Francesco in meditazione” del Caravaggio.

MUSEO DI STORIA NATURALE: il nucleo originario della sezione scientifica è costituito dal lascito Ala Ponzone di Giuseppe Sigismondo (1761-1842), naturalista, preparatore, e poi collezionista. Successivamente si sono aggiunte altre raccolte donate prevalentemente da naturalisti locali. Per completare il percorso proposto dalla mostra al suo interno sono stati allestiti laboratori dedicati ai più piccoli. Un’occasione da non perdere, questa mostra, con un Comitato scientifico costituito da direttori di musei ed istituti di ricerca europei (Madrid, Parigi, Berlino) e professori di fama internazionale, con la sfida di utilizzare la storia di un individuo ora meglio comprensibile grazie a nuove scoperte documentarie, per svelare attraverso la storia di un ingegnere vitruviano un intero periodo; così Janello Torriani diventa guida alle origini della modernità posta tra Rinascimento e rivoluzione scientifica, dallo sviluppo della micro orologeria, alla diffusione degli automi, alla rivoluzione dei sistemi di approvvigionamento idrico, all’industria dei mulini, portandoci inoltre ad analizzare la figura dell’ingegnere rinascimentale tra innovazione tecnologica e potere, varcando i confini dell’Italia nelle varie corti.

Museo del Violino – Piazza Marconi 5, Cremona; fino al 29 Gennaio 2017; orari: martedì-domenica 10-18; Per informazioni: Tel. 0372 407768; www.mostratorriani.it

Fabio Giuliani

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