Brescia IL PRINCIPE DELLA CHITARRA JAZZ

Con il suo ultimo disco, “Trio 99>00”, ha in pratica realizzato il suo manifesto per il nuovo secolo, confezionando un disco cristallino che arriva a coronare una carriera ultraventennale di grande successo aprendo al contempo un nuovo capitolo.
Per presentare questo disco al pubblico italiano, Pat Metheny, con Larry Grenadier e Bill Stewart, terrà un tour di tre date nel nostro paese: e la notizia è che uno di questi concerti si terrà al Palatenda di Brescia il 20 del mese. La presenza del principe della chitarra jazz in città è senz’altro un evento musicale di grande rilievo, che non mancherà di entusiasmare i fans del buon jazz nonché di questo musicista per certi versi assolutamente straordinario: un virtuoso con l’anima, refrattario alle classificazioni e ai purismi, capace di sbalordire fans e detrattori con un disco di puro rumore chitarristico come “Zero tolerance for silence”, agli antipodi della sua consueta raffinatezza formale, per poi ripartire a sperimentare sul corpo del jazz.
La sua ultima uscita, come detto, si chiama “Trio 99>00”, un lavoro che documenta le sperimentazioni sonore condotte dalla formazione con la quale Metheny ha battuto i palcoscenici negli ultimi mesi, facendo tappa quest’estate anche ad Umbria Jazz. Proprio alla fine di questo tour estivo insieme a Grenadier e Stewart è nata l’idea di questo disco, che nelle intenzioni doveva essere un omaggio alla perfetta intesa musicale raggiunta dai tre nelle esibizioni dal vivo.
“Ero a Istambul quando è finito il tour, ed avevo solo due giorni di tempo prima di entrare in sala di registrazione a New York – ha raccontato il chitarrista presentando questo suo nuovo lavoro – Così mi sono chiuso in camera, a pensare a tutto quello che veramente mi piace suonare con Bill e Larry. Ho composto cinque pezzi di getto, ed ho cercato alcuni grandi standard che potevano andar bene per noi. Ho scelto “Giant Steps” di John Coltrane e “Capricorn” di Wayne Shorter”: e poi via, a registrare”.
In sala d’incisione la magica alchimia del palcoscenico non ha fatto fatica a concretizzarsi nuovamente: il tutto grazie anche alle qualità tecniche di Grenadier, che Pat ha più volte indicato come il suo bassista perfetto, e di Stewart, considerato come uno dei migliori batteristi jazz degli ultimi 15 anni.
Ne è uscito un disco nel quale Metheny ha sviluppato le tematiche sonore già portate avanti in progetti come “Beyond the Missouri sky”. Va anche detto che per Metheny il lavoro in trio non è la sua unica pubblicazione recente: verso il finire del ’99 è infatti uscito anche “A map of the world”, colonna sonora del film omonimo tratto da un racconto di Jane Hamilton, con Sigourney Weaver nel ruolo principale e la regia del giovane Scott Elliott. Una storia sentimentale e di formazione ambientata nei bellissimi scenari naturali del Wisconsin, che hanno ispirato a Metheny alcune delle musiche in assoluto più belle e struggenti della sua carriera.
“Scrivere colonne sonore è sempre stata considerata una sfida impegnativa, ma per me questa storia è stata una vera fonte di ispirazione – spiega il chitarrista – Ho individuato il tema melodico di base appena terminato di leggere il libro, e l’ho completato appena viste le prime scene del film. Ed ho sempre avuto la sensazione che la storia contenesse già in sè certe melodie precise: io non ho dovuto far altro che tradurre in suoni le emozioni”.
Insomma, un altro gioiello di musica suggestiva e riflessiva, che rende ancor più stuzzicante l’appuntamento bresciano con Metheny.
Di: Claudio Andrizzi
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