Brescia De Pisis, opere scelte dalla collezione Rimoldi

| 10 febbraio 2006

In occasione del 50° anniversario della morte di de Pisis, che cade il 2 aprile 2006, la città di Brescia ha deciso di dedicargli una mostra ed ha scelto di farlo ricorrendo alle opere collezionate da uno dei più grandi amici dell’artista, Mario Rimoldi. 

L’esposizione, a cura di Marco Goldin, riunisce una scelta alta di 30 opere di Filippo de Pisis (Ferrara 1896 – Milano 1956) presenti nella Collezione Rimoldi di Cortina d’Ampezzo. Mario Rimoldi, albergatore cortinese, straordinario appassionato d’arte (compera i primi quadri nel 1921, quand’era ancora allievo della scuola alberghiera di Roma), conosce de Pisis nel ’29 e immediatamente l’artista diventa l’autore più presente nella sua raccolta. Per anni egli è ospite del Corona, l’albergo gestito dal Rimoldi e continuerà a mantenere rapporti molto stretti con il collezionista-albergatore per tutta la vita. Alla base del sodalizio, il rispetto e l’ammirazione di Rimoldi per il pittore-poeta ferrarese e il fatto che essendo questi artista internazionale ma legato al Veneto, riuniva le cifre del gusto collezionistico di Rimoldi. “Io sono, come sai – tiene a confermare Rimoldi a de Pisis – un fervente appassionato ammiratore delle tue cose e della tua illuminata sapienza”. E’ Rimoldi ad organizzare la retrospettiva di de Pisis nel 1956, alla morte dell’artista. Di lui possedeva ben 54 opere, molte di qualità assoluta, non poche dipinte proprio durante i soggiorni cortinesi o portate a Cortina dalle vacanze riminesi che costantemente precedevano quelle tra i monti.
Con affettuosa amicizia, ricordando de Pisis, Rimoldi annota che “pur essendo di nobile stirpe, non si formalizzava mai nello scegliere lo spazio abitativo e di lavoro e nell’offrire dolci, oggetti in posa per nature morte nelle più strane collocazioni fino a qualche ora prima, quale consueta forma di ospitalità e di affettuosità per gli amici in visita allo studio”

Alla morte del Rimoldi, avvenuta nel 1972, gran parte della sua collezione è pervenuta alla Galleria d’Arte moderna a lui intitolata e legata alle “Regole di Ampezzo”. Ed è da questa straordinaria raccolta che Marco Goldin ha scelto le 30 opere destinate alla consueta mostra bresciana di approfondimento sull’arte italiana del novecento, accanto ai capolavori di Gauguin e van Gogh. Sono opere che vanno dal 1925 al 1950 e tra esse si annoverano capolavori come il “Moro di Harlem” del ’26, l’”Omaggio a Napoleone” del ’31, il “Vecchio” del ’33, la celebre “Chiesa di Cortina” del ’37, la “Sala d’Armi del Poldi Pezzoli”, poi nature morte, fiori, ritratti sino alla grande “Pastorale” del 1942. Ideale sintesi della collezione e della mostra è la natura morta con la scritta “Viva Mario R.”, tributo di de Pisis all’amico collezionista, opera in cui il pittore volle inserire anche un ombrello quale omaggio a Monet.

Il percorso creativo di de Pisis, “è elogio della bellezza di cui l’artista è stato innamorato cantore, tra i più alti dell’arte europea del Novecento. Lo è stato declinando con accento personalissimo questo concetto secondo quanto il suo tempo, nei più diversi campi, dalla letteratura alla poesia, veniva formulando. Non dunque la bellezza classica delle armoniose proporzioni, ma la sua essenza drammatica, così novecentesca nella sostanza. Colta dunque nella brevità della vita che profuma i fiori recisi, protagonisti assoluti delle nature morte. È la poesia degli oggetti poveri di uso quotidiano, delle conchiglie svuotate, dei pesci marci abbandonati su un pezzo di carta oleosa, degli ortaggi collocati in un’atmosfera metafisica sul primo piano di deserti paesaggi marini. In questo l’artista essendo sempre fedele a quel motto “pulchriora latent” che volle sulla copertina del suo primo libro di poesie, pubblicato nel 1916. De Pisis infatti è stato anche finissimo letterato e, partito dalla sua amatissima Ferrara dove ha conosciuto i fratelli de Chirico che gli faranno amare l’avanguardia francese, dal 1925 si stabilisce a Parigi divenendo amico dei più importanti letterati e artisti europei, Soutine e Braque su tutti. Non prima però di aver trascorso periodi fondamentali per la sua formazione a Bologna e a Roma, dove lo si conosce appassionato frequentatore di musei e gallerie pubbliche, e ammiratore convinto, seppure per breve periodo, del futurismo. Nel 1940 ritorna in Italia soggiornando tra Venezia e Milano dove morirà nell’aprile del 1956. Lo stile leggero, veloce e stenografico resta una delle sue cifre più riconoscibili, così come sarà possibile verificare anche in tutti i generi che la sua pittura ha indagato e che la mostra intende presentare” 


De Pisis. Opere scelte dalla Collezione Rimoldi
Brescia, Museo di Santa Giulia, fino al 26 marzo 
Catalogo edito da Linea d’ombra, a cura di Marco Goldin, con testi dello stesso Goldin, Guido Giuffrè e Stefano Crespi.
Ingresso euro 20,00
Per informazioni e prenotazioni: Ibiscus call center tel. 0438.21306
biglietto@ibiscusred.it wwww.lineadombra.it


Di: Comunicato Stampa

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