Belgioioso (Pavia) – ALDO DAMIOLI – “Figure luminose”

| 1 giugno 2016
Damioli 1

“L’eco del Gotico” (Vera Agosti)

“La cartomante ‘Mme Sosostris’ (2015), da ‘La terra desolata’ di T. S. Eliot, solleva una carta. I capelli sono corti e neri, indossa orecchini, collana e un abito scuro ma decorato a motivi multicolori. Il suo aspetto è quello di una tipica figura dei tarocchi. Sul tavolino rotondo e blu, una piramide dalla punta illuminata irradia raggi per tutta la stanza; poco distante, un micio, solo una sagoma, ma ben riconoscibile, nero come il gatto delle streghe, dagli occhi brillanti. Dal soffitto cala un lampadario verde, lo sfondo è grigio, ornato da figure stilizzate di cornici dalle forme e dimensioni differenti e un orologio a cucù color ocra.” Con queste parole Vera Agosti, commenta la citata opera, inserita, con altre nove, nella mostra da lei curata in corso nella Sala dell’Incompiuta al Castello di Belgioioso e dedicata ad Aldo Damioli, milanese, classe 1952, tra i più singolari protagonisti della scena artistica italiana con lusinghieri consensi anche a livello internazionale. Ha partecipato a numerose e importanti mostre in Italia e all’estero, tra le tante: nel 2001 alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, nel 2002 al Museo di Arte Moderna di Budapest; dal 2005 espone nelle Gallerie Spirale Arte a Milano, Verona e Monza e partecipa a “Fuori tema Italian feeling”, XIV Quadriennale, al Museo delle Belle Arti di Roma e nel 2006 alla Manifestazione artistica “Ironica”. Nell’esposizione attuale Damioli presenta nuovi esempi della serie “Figure luminose”, che costituiscono l’ultimo capitolo del suo “romanzo pittorico”, dopo i lavori di Venezia-New York e le “Pizze”. L’artista, infatti, resta fedele al suo rigore formale e all’attenta resa geometrica, cercando sempre di adeguare lo stile e il linguaggio alla forma prescelta. In questo caso, si tratta di splendenti figure umane, da cui il titolo, che si dedicano ad attività amene e piacevoli o a lavori di abilità e intelligenza, in un’atmosfera irrealistica. Continua la curatrice: “Ecco la sposa, la donna che legge il biglietto che accompagna un mazzo di rose rosse, la medium, il croupier, la ballerina del circo, la profumiera… Queste immagini contengono anche un’allegoria, per esempio la danzatrice vuole ricordare l’utilità della destrezza e dell’agilità, come a richiamare i valori antichi di un tempo. Le opere hanno un’eco che si ispira alla pittura del gotico cortese del Trecento e del Quattrocento. Pensiamo a Gentile da Fabriano, Lorenzo Monaco e agli Affreschi dei Mesi del Castello del Buonconsiglio di Trento. Santi, cortigiani e principi, descritti in modo particolareggiato e raffinatissimo, sono sostituiti da persone del contemporaneo che tuttavia portano sovente ornamenti, simili ai preziosi dei nobili.” Vera Agosti nel saggio di presentazione nel catalogo di Prearo Editore sottolinea inoltre che le immagini di Damioli hanno un taglio cinematografico che deriva dalla sua formazione alla Scuola di Cinematografia, mentre, nella sua introduzione, Francesca Rogato, Sindaco di Belgioioso, così afferma: “Guardando le ‘Figure luminose’ di Damioli mi viene in mente una frase di San Francesco che diceva: “Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano. Chi lavora con le sue mani e la sua testa e il suo cuore è un artista.” In queste opere il cuore, il colore e la passione sono uniti per esplodere con vitalità; sono una bellezza per gli occhi e per la nostra mente; sono una sollecitazione per la nostra intelligenza.” Alcune note sulla sede ospitante la mostra. Situato nell’abitato di Belgioioso, in territorio pavese, il Castello fu probabilmente fondato da Galeazzo II nella seconda metà del secolo XIV in un’estesa proprietà dei Visconti. Il nome “Zoioso” fu forse attribuito al complesso per l’amenità del luogo e per la felicità che un tempo doveva recare il soggiorno in quella terra. Il duca Gian Galeazzo II vi soggiornò ripetutamente; tanto cara gli era la dimora a Belgioioso che, con una sua lettera del 22 dicembre 1393, proibì la caccia ai cervi e a qualsiasi altra selvaggina fino a Bereguardo-Vigevano e Abbiategrasso. Nel 1431 Filippo Maria, poco soddisfatto dell’andamento delle cose, concedeva il “castrum” ad Alberico da Barbiano (II infeudazione). Nel Seicento la nobiltà, soggetta al dominio spagnolo, si dedicò ad una vita di lusso, mollezze, violenze…Anche i duchi di Belgioioso non furono esenti dal triste andazzo dei tempi. La terribile peste del 1630 non risparmiò il territorio e la sua gente che visse inenarrabili sofferenze a causa del flagello devastatore e delle malversazioni di soldataglie prepotenti. Nel Settecento il castello risorse a vita festosa e brillante per opera di un altro principe, Alberico. Il Vidari ricorda le superbe feste date in onore dell’Infante di Spagna nel 1783 e in onore di Eugenio Beauharnais, quando venne in Italia come Viceré. Sempre in questo secolo il castello fu ampliato e ricostruito. Don Antonio Barbiano fece costruire la bellissima cancellata ed abbellì quasi tutto il palazzo rinnovando i vasti giardini e le serre. Nel 1769 fu nominato Principe del Sacro Romano Impero e di Belgioioso, titolo trasmissibile ai maschi primogeniti con vari privilegi, fra cui quello di battere la cosiddetta “moneta di ostentazione” con la sua effigie.    Il figlio Alberico XII fu uomo di talento, amante dell’arte. Fece eseguire lavori sotto la direzione del Pollak. Fu generoso, ospitale, tra le sue amicizie si annoverano il Parini ed il Foscolo ospiti al Castello. Intraprese opere di bonifica, istituì scuole per i bambini dei coloni e si adoperò per migliorare la vita della popolazione. Da splendida residenza di campagna del Principe di Belgioioso divenne luogo d’incontro di scrittori, filosofi, musicisti e artisti, sede di esposizioni che fanno tendenza e raccontano la storia del costume del nostro paese. Il castello di Belgioioso è oggi un prezioso monumento di grande valore storico- artistico, da tramandare alle generazioni future, ma anche un efficace motore per lo sviluppo socio-economico e culturale del territorio grazie all’Ente Fiera dei Castelli di Belgioioso e Sartirana che da anni ne ha fatto la sede di importanti manifestazioni culturali, mostre e fiere di livello nazionale: editoria, ambiente, antiquariato e abbigliamento d’epoca. Alcuni sono ormai appuntamenti “storici”, come “Parole Nel Tempo”, piccoli editori in mostra; “Amicolibro”, libri per diventare grandi; “Parole in Tasca”, mostra del libro tascabile ed economico; “Officinalia” e “Vivere al Naturale”; “Expo Scuola Ambiente” e “Ri-Ri risorsa rifiuti”, due manifestazioni per fare il punto sull’educazione ambientale; “Fashion Vintage Show”, sofisticata vetrina per chi cerca un proprio stile; “Mostra di Antiquariato” , tradizionale incontro di mercato e cultura; “Armonia”, festival di proposte di benessere olistico; “Bravo”, sui maestri artigiani. A questi si aggiungono manifestazioni non periodiche, concerti, feste e soprattutto grandi mostre, come “I piaceri della vita in campagna”, che ha inaugurato una lunga serie di esposizioni d’arte. Questa attuale, con le sue suggestioni dal passato, si inserisce quindi perfettamente in tale contesto ambientale.

Fino al 14 giugno 2016; orari: martedì-giovedì: ore 9-13; venerdì-domenica: ore 9-13 e 14:30-19; Tel. 0382 978430; sito Internet: www.comune.belgioioso.pv.it

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Fabio Giuliani

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