Alba (Cuneo): LA COLLEZIONE DI ROBERTO LONGHI Dal Duecento a Caravaggio a Morandi

| 1 gennaio 2008

    














Il più grande critico del Novecento e, forse dell’intera storia dell’arte, innamorato della pittura lombarda della realtà, soprattutto bresciana

“Quello che ci insegnava e che spero non dimenticheremo mai, è che una vera opera d’arte (e qui si incastrava la distinzione qualificante) non riflette ma esprime.” (Giuliano Briganti)
“Fin dalle prime lezioni con parole spicce e limpide egli ci espose in una specie di decalogo un sistema di lettura basato su una serie di Idee concrete e controllabili che avevano guidato i più celebri pittori posti davanti ai problemi della visione del mondo. Non sapevamo di ascoltare una specie di rivoluzionario”. Così Anna Lopresti, sua allieva al Liceo Visconti di Roma, in seguito sua moglie e scrittrice con il nome di Anna Banti.  Ora la Fondazione di Studi di Storia dell’Arte ‘Roberto Longhi’, la Fondazione Ferrero e la Soprintendenza del Piemonte hanno organizzato ad Alba, sua città natale, una mostra selezionando le opere capitali fra quelle acquistate per sé dal famoso professore per la sua dimora fiorentina, dal Duecento a Caravaggio a Morandi, come recita il titolo della rassegna. Il percorso, seguendo un ordine cronologico, è articolato in sette sezioni: si parte con i ‘Primitivi del Due e Trecento di area bolognese e riminese’. Il Tardogotico vede artisti veneti, emiliani e lombardi. Si approda al Cinquecento con Dosso Dossi, Lorenzo Lotto, Amico Aspertini, pittori definiti da Longhi, ‘eccentrici padani’, perché interpretano con libertà mentale le conquiste della ‘maniera moderna cinquecentesca’. Il Seicento trova il suo culmine con ‘Ragazzo morso dal ramarro’ del Caravaggio, accompagnato dai caravaggisti Borgianni, Caracciolo, Preti, Stomer e da pittori di tutt’altra parrocchia come Guido Reni, Lanfranco, da Morazzone e Cerano. Il Settecento è il trionfo dell’arte lombarda con Fra Galgario e Giacomo Ceruti che è qui rappresentato dallo straordinario ‘Pellegrino in riposo’, così lo titolava Oreste Marini in una descrizione magistrale nel 1968 in un suo intervento su ‘Paragone’, rivista diretta dal suo grande amico e Maestro nel saggio fondamentale per la ricostruzione dell’attività del pittore: “ Qualcosa per la vicenda del Pitocchetto, i committenti bresciani del Ceruti”; Gianfranco Contini nel suo volume ‘Antologia critica su Longhi scrittore da Cimabue a Morandi’ dice: “Longhi potè alfine pubblicare uno scritto di Oreste Marini dove si identificavano i committenti del Ceruti e se ne precisava la cornice socio-politica facendo intendere come Longhi e i suoi seguaci fossero uomini di grande cultura e apertura umana e civile.”. Manca l’Ottocento italiano, secolo non particolarmente amato dal critico – né per il periodo neoclassico (Hayez su tutti) che romantico (i ‘Macchiaioli’) mentre il suo interesse per i contemporanei è documentato dalle opere di Carrà, De Pisis e Giorgio Morandi, di cui fu grande amico.
Una breve nota biografica: Roberto Longhi nasce ad Alba nel 1890. Si laurea a Torino con Pietro Toesca con una tesi sul Caravaggio e si perfeziona a Roma sotto la guida di Adolfo Venturi. Dopo varie collaborazioni a riviste di settore scrive, nel 1913-14, ‘Breve ma veridica storia della pittura italiana’, dispensa per i suoi studenti liceali. Negli anni Venti, dopo un lungo viaggio in Europa, fonda ‘Pinacotheca’ con Emilio Cecchi, pubblica il ‘Piero della Francesca’ e ‘Quesiti caravaggeschi’. Nel 1934 vince la Cattedra di Storia dell’Arte all’Università di Bologna.
Dal 1939 si stabilisce a Firenze e dirige la rivista ‘La Critica d’Arte’. Dal 1947 al 1958 è nella commissione della Biennale di Venezia e nel 1949 viene chiamato all’Università di Firenze.
Nel 1950 nasce la rivista ‘Paragone’ che egli dirige fino alla morte avvenuta nel 1970. Ha organizzato mostre memorabili fra cui, a Milano, Caravaggio e i caravaggeschi’ e ‘I pittori della realtà in Lombardia’. Nel 1956 riscopre il grande pittore con il volume ‘Il Correggio e la camera di San Paolo a Parma’. Uomo di grande cultura, frequentò anche l’ambiente cinematografico del Neorealismo e realizzò documentari a supporto della sua attività didattica.  Alla sua morte lasciò per volontà testamentaria “per vantaggio delle giovani generazioni” la collezione d’arte, la fototeca, (sessantamila immagini, ora in corso di informatizzazione) e la biblioteca (venticinquemila volumi, ora trentasettemila) custodite nella Villa ‘Il Tasso’ in Via Fortini a Firenze dove ha ora sede la Fondazione che porta il suo nome, diretta da Mina Gregori, curatrice – con Giovanni Romano – della mostra attuale: gli ambiti privilegiati sono l’indagine storico-artistica su temi e personalità dell’arte italiana fino al contemporaneo. Due parole sull’ospitante: la Fondazione Ferrero di Alba, terra di vini ed eccellenze culinarie nelle Langhe. Creata dalla celebre industria dolciaria italiana, nasce nel 1983 a favore degli anziani Ferrero, fondata sul convincimento della profonda utilità sociale della persona anziana. Sul versante culturale la Fondazione organizza mostre d’arte, convegni, iniziative volte a promuovere innanzitutto la conoscenza e la valorizzazione delle figure più importanti della storia di Alba. Per questo in passato ha pubblicato ed allestito la mostra ‘Macrino d’Alba – protagonista del Rinascimento piemontese’ cui è seguita ‘Tesori dal marchesato paleologo’, esposizione dedicata all’arte piemontese dal Rinascimento al Settecento. Essa è sede del Centro di Documentazione ‘Beppe Fenoglio’, scrittore nato ad Alba nel 1922. Ultimamente ha dedicato una mostra al pittore albese Pinot Gallizio che fu tra i fondatori dell’Internazionale Situazionista. Ora è il turno di Roberto Longhi con il suo monito: “L’arte non è imitazione della realtà, ma interpretazione individuale di essa” con gran parte delle sue scoperte figurative. Fondazione Ferrero – Strada di Mezzo 44, Alba (Cuneo)  Fino al 10 Febbraio 2008 ; orari: da lunedì a venerdì 15-19 ; giovedì 15-22 ; sabato, domenica e festivi 10-19 ; chiuso 24 – 25 – 31 Dicembre 2007 e 1° Gennaio 2008 Itinerari didattici, gruppi e scuole: apertura straordinaria al mattino su prenotazione: 0173-294562
www.fondazioneferrero.it 




    

Di: Fabio Giuliani

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