a cena da Marino con KRISTJAN JOHANNSSON

| 1 settembre 1998
KRISTJAN JOHANNSSON

UN VINCERO’ DI SIMPATIA

Nell’incanto divertito di tagliolini magici che offrono il loro do di petto al simpatico appetito di Kristjan Johansson. Acuti imprevedibili fra amici quelli del tenore islandese, ormai italiano e desenzanese di fatto. Battiti del cuore artistico che girovagano con passione tra i tavoli di Marino, prestigiatore mitico, della trattoria la Rosa di Lonato. Compassato, Eugenio Farina poeta di casa, accalappia i crostini sotto gli occhi stregati della voce più importante al mondo del Vincerò di Turandot. Mentre la cucina risponde ai progressi della fame con saggezza proverbiale. Eccolo comunque il tenore dal simpatico sorriso nordico, modulato dalla mediterraneità gardesana. Di ritorno dalla Cina e dal Giappone dove Turandot si è fatta in quattro per la regia di Thang e la direzione di Zubin Metha, dentro il perimetro della città proibita. E Kristjan al centro di quel palcoscenico d’eccezione. “Ho provato veramente una grande emozione – racconta Johansson, tra una pietanza e l’altra – 1000 personaggi dell’esercito tutti in costume. La luna piena per 5000 spettatori molto calorosi. Un vero successo!” Arriva, spedito e trattato dalle abili mani di Marino, il salmone del piacere sublime. Nel crostino strigliato con il super olio, si amplia il ricordo sulla compagna di viaggio in Turandot cinese, il soprano Sharon Sweeth. E un sobbalzo di palcoscenico narra di cronache imponenti, per la cantante lirica, di peso e di voce. Okay, anche Sharon apprezzerebbe il menu de la Rosa. Kristjan alza il bicchiere e la nostra curiosità procede verso il mistero di una voce, partita da Reykiavik ed arrivata a calcare le platee di tutto il mondo. “Io sono nato e vissuto ad Akureryri – ci corregge il tenore – una città dell’estremo nord. La voce c’è sempre stata ed in famiglia sia mio fratello maggiore che mio padre cantavano nel coro. Anch’io mi davo da fare, ma il momento importante fu quando a circa 19 anni feci un’audizione. Il maestro – sorride divertito Johansson – Vincenzo Maria Demetz, un italiano di Ortisei residente in Islanda e che oggi ha 87 anni, rimase di stucco.” Arrivano i tagliolini sposati in rima ai moscardini. Kristjan gorgheggia sul mollusco citato nella Bohème di Puccini. E la storia continua. “Ma il tempo per cantare era poco. Lavoravo infatti come imprenditore, avendo rilevato una piccola azienda di fabbro e di riparazioni automezzi diesel che era di mio suocero. In tre anni riuscii a decuplicare i fatturato, ma non smisi di studiare. Poi venne il momento di scegliere. Fu così che affittai l’azienda e venni in Italia per perfezionare i miei studi. Come si vede non mi sono più mosso.” Oggi l’amico Johansson vive in riva al Garda con moglie e figli di cui due studiano pianoforte. Islanda ed Italia sono ormai due patrie affermate nel suo cuore di artista. Marino adesso fa sul serio, finisce con il dessert le magie della cucina, introducendo miscellanee di aceto balsamico in un novero di fragole: uno spettacolo! Comincia però a far roteare le carte ed i fazzoletti da mago in vortice di abilità, provocando flambée di risate al tavolo di poesia e lirica. Notizie di prima mano ricordano di un Cd di musica sacra inciso da Kristjan ed in uscita a Natale. Nessun trucco questa volta. Come l’annuncio ufficiale di una serata speciale per il 27 dicembre nella basilica di Maguzzano dove il tenore islandese interpreterà proprio brani di musica sacra, accompagnato da due cori, un soprano ed altre due voci. Occasione da non perdere. Come importante è l’idea per il prossimo anno da realizzare a Desenzano: “un opera lirica completa – spiega Kristjan – un concerto sempre lirico misto, con pagine scelte ed uno sinfonico da allestire insieme ad un grande palco allo stadio Tre Stelle di Desenzano. Ho già parlato con il Sindaco e sono ottimista, perché è importante far ascoltare ai Desenzanesi un repertorio di alta qualità”. Le notizie corrono via veloci come il tempo saporito trascorso in compagnia di Kristjan, ed Eugenio coccolati da Marino, mano lesta di prestigio gustoso. Il pranzo finisce nel trionfo del nettare in grappa, sorbito nel sotterraneo prezioso della taverna de la Rosa. Pechino è lontana e qualche considerazione occidentale porta la nostalgia per la luna ed il mistero della città proibita, in ragione maggiore di quella per la cucina d’oriente. E mentre le risate stigmatizzano il pensiero, Kristjan Johansson appone la sua firma sulla bottiglia dell’ospite celebre. Un ultimo trucco di mago Marino e poi via. Verso la strada che ora canta dal vivo un Vincerò dall’emozionante incedere vitale.

 

Di: Giuseppe Rocca

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