Trento – Tempi della storia, tempi dell’arte. Cesare Battisti tra Vienna e Roma

| 30 ottobre 2016
battisti-trento-2016-1

“Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio / dei primi fanti il ventiquattro maggio; (…)”

Molti lettori che inizieranno a leggere questo articolo molto probabilmente si chiederanno: “Cosa c’entra l’inizio della celebre “Canzone del Piave” – accompagnata dall’altrettanto notissimo motivo musicale – con l’evento espositivo che ci apprestiamo a descrivere? Ma basta scorrere alcune strofe di quel testo per arrivare alla risposta… “(…) Fu sacro il patto antico: tra le schiere, furon visti / risorgere Oberdan, Sauro, Battisti! (…)”. Proprio quest’ultimo nome nella memoria collettiva degli italiani (ma anche, come da dichiarazioni distinte, dai nostri vicini austriaci) è associato alle vicende legate alla Prima Guerra Mondiale, evento bellico che, per la prima volta nella storia vide coinvolti diversi stai europei e persino gli Stati Uniti d’America. Per questo motivo e soprattutto per lo spiegamento di nuovi mezzi tecnologici, moderni armamenti e strumentazioni mai viste prima fu denominata la “Grande Guerra”; per il popolo italiano, inoltre, entrato nel conflitto nel 1915, un anno dopo l’inizio ufficiale, si trattava di una sorta di “Quarta Guerra d’Indipendenza”, dopo le tre “canoniche” (1848, 1859, 1863) avvenute tra la prima e la seconda metà dell’Ottocento, nel periodo storico definito poi “Risorgimento”, che portarono alla costituzione del Regno d’Italia e alla fine del potere temporale dei Papi all’indomani della presa di Roma nel 1870. All’inizio del ventesimo secolo personaggi di spicco del mondo sociale e politico trentino come Cesare Battisti si impegnarono a fondo nel promuovere le istanze dell’Irredentismo, affinché Trento, ancora sotto il dominio austriaco, venisse annessa allo Stato italiano. Durante il conflitto scelsero perciò di combattere contro l’Austria, preferendo essere perseguiti come disertori, piuttosto che rinunciare al proprio credo politico. L’epilogo della vicenda che riguarda Cesare Battisti, Fabio Filzi e Damiano Chiesa, ritenuti in seguito eroi dell’irredentismo trentino, ha come scenario alcuni ambienti del Castello del Buonconsiglio, trasformato in quegli anni in caserma. Battisti, come gli altri due, catturato dai soldati austriaci mentre combatteva nelle file dell’esercito “nemico”, nel 1916 fu portato a Trento per essere giudicato. Il processo si svolse nella Sala del Tribunale, la cinquecentesca Stua della Famea, il cui aspetto venne profondamente modificato attraverso la realizzazione di un nuovo arredo e l’occultamento, sotto lo scialbo, della decorazione ad affresco dei Dossi. Dopo la condanna i tre irredentisti furono rinchiusi nelle celle delle prigioni, ricavate dalla loggia che, in epoca rinascimentale, si apriva sul giardino del Magno Palazzo. Nel fossato retrostante il castello, ebbero luogo l’esecuzione capitale di Battisti, impiccato per alto tradimento e la fucilazione di Filzi e Chiesa. Il luogo, denominato Fossa dei Martiri, ospita, accanto ai tre cippi commemorativi degli irredentisti, un’epigrafe che ricorda i ventuno italiani qui fucilati durante le lotte per l’indipendenza del 1848 e le vittime dell’insurrezione trentina di quell’anno. Di questa figura-chiave pochi però conoscono la vita, la storia umana, le battaglie politiche, la passione per la storia, la geografia, la scrittura. Nell’ambito delle iniziative sulla Prima Guerra Mondiale e in occasione del centenario della sua morte, scelta più che logica, quindi, quella di organizzare una mostra proprio al Buonconsiglio, antica sede storica dei Principi Vescovi, a capo di uno Stato ecclesiastico esistito per circa otto secoli, dall’inizio dell’ XI secolo (all’interno del Sacro Romano Impero), fino al 1803. Attraverso una selezione di preziose opere d’arte dell’epoca e di rare testimonianze storiche, possiamo così conoscere meglio una personalità di grande spessore umano e culturale che ha avuto un ruolo importante nella storia recente non solo del Trentino ma anche dell’Italia e merita di essere conosciuto nella sua complessità e modernità. Nella prima sezione viene descritto un quadro della vivace situazione culturale del Trentino nel contesto austro-ungarico prima del 1914, con dipinti di Giovanni Segantini, Eugenio Prati, Bartolomeo Bezzi, Alcide Davide Campestrini, Umberto Moggioli, ma anche Franz von Defregger, Albin Egger-Lienz. I paesaggi di Guglielmo Ciardi e le fotografie di illustrazione di un Trentino ancora prevalentemente rurale accanto ai dipinti di Felice Carena introducono nella seconda sezione il crescente impegno di Battisti, ormai rientrato a Trento dopo la laurea a Firenze, nelle questioni sociali, politiche e culturali della sua terra, dalla militanza socialista all’elezione a deputato a Vienna, che egli conduce assieme all’esperienza di giovane geografo sul campo con le sue innovative ricerche sui laghi trentini. Al periodo immediatamente precedente all’entrata in guerra dell’Italia, durante il quale la gente trentina venne coinvolta subito nell’impegno bellico contro l’Impero austro-ungarico, è dedicata la terza sezione, che vede Battisti impegnato nella campagna interventista nelle città italiane, la chiamata alle armi, i profughi di Katzenau, e, in parallelo, le opere di Depero, Balla, Bonazza, ma anche di Kriegsmaler, come Alfons Walde, Albin Egger-Lienz, Hans Bertle, quest’ultimo testimone della cattura di Battisti sul Monte Corno. Nel percorso espositivo sono inoltre presenti testimonianze storiche e figurative – quelle di Beltrame, Pogliaghi, Sartorio, Sottssas, D’Andrea, Guala, Viani, Mantelli, Morando – che raccontano gli anni cruciali della guerra, le immane fatiche condotte sulle cime alpine e la macchina militare austro-ungarica, acquartierata nelle sale cinquecentesche del Castello del Buonconsiglio. Alla creazione del mito di Battisti è infine dedicata l’ultima parte, con fondamentali opere che ne costruiscono l’iconografia, come i dipinti di Carrà e di Barbieri. Ulteriori informazioni riguardanti Cesare Battisti, l’irredentismo e, in generale questo periodo della storia del Trentino, si possono avere visitando il Museo Storico in Trento e il Museo Storico delle Truppe Alpine sul Doss Trento, dove sorge il Mausoleo proprio a lui dedicato. L’iniziativa, promossa ed organizzata dal Castello del Buonconsiglio ha visto il coinvolgimento della Provincia autonoma di Trento, della Fondazione Museo Storico, del Museo della Guerra di Rovereto, dell’Accademia degli Agiati di Rovereto, della Fondazione Bruno Kessler, della Società di Studi Trentini, dell’Università di Trento dipartimento di Lettere e Filosofia, e del Comune di Trento. La mostra è stata inserita nelle iniziative per la commemorazione del Centenario della prima guerra mondiale voluto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Una visita da non perdere, nell’ormai prossimo “Ponte”, per ricordare chi ha dedicato la vita alla “causa-Italia”, dove pressocchè ogni famiglia ha avuto un martire.

Castello del Buonconsiglio – Via Bernardo Clesio 5, Trento; fino al 6 Novembre 2016; orari: da martedì a sabato 10-18; biglietti: intero 10 Euro, ridotto 8 Euro; Info e prenotazioni: Tel. 0461 492811 (da lunedì a venerdì dalle 9 alle 13); www.buonconsiglio.it

Fabio Giuliani

battisti-trento-2016-2battisti-trento-2016-3

 

battisti-trento-2016-4       buonconsiglio-1      buonconsiglio-2

Tags: , , , , ,

Commenti

Salvato in: MOSTRE
×