Milano – GALLERIE MILANESI TRA LE DUE GUERRE

| 7 maggio 2016
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Arte, cultura ed avanguardie italiane in bella mostra

L’Arte del ventesimo secolo in Italia, e di conseguenza i suoi interpreti principali – gli artisti – in modo particolare nel capoluogo lombardo, devono la loro notorietà, diffusione e conoscenza soprattutto a diverse galleristi che, nei loro spazi espositivi, hanno creduto nelle qualità dei lavori che, di volta in volta, venivano loro presentati, nonché nelle potenzialità espressive di autori spesso praticamente sconosciuti ma, proprio grazie ad esposizioni temporanee, nel tempo hanno visto importanti riscontri di pubblico e critica specializzata, acquisendo nel tempo notorietà sempre maggiori anche riguardo il mercato settoriale italiano ed internazionale. Artisti, in molti casi, diventati, con i loro lavori, parte integrante di quelle stesse gallerie che li avevano valorizzati, per un frequentissimo scambio “dare-avere” e reciproca continuativa notorietà. Nel periodo storico tra le due guerre a Milano si vive un momento di florida attività culturale, con un forte riflusso della figurazione che seguiva la rivoluzionaria esperienza dei Futuristi; storiche gallerie (Pesaro, Bardi, Scopinich, Milano, Salvetti, Dedalo, Bottega di Poesia, Il Milione, Barbaroux, Micheli, Gussoni, Centrale e Mostre Temporanee) ospitavano interpreti di diverse correnti. Tra il 1919 e il 1939 presso le loro sedi si tennero mostre di artisti che spaziavano dal tardo Ottocento al Futurismo, dal Gruppo Novecento all’Astrattismo, dall’Aeropittura al Chiarismo per giungere al movimento Corrente. Questo frangente temporale-artistico viene ora ricordato con una mostra ben strutturata attualmente in corso negli spazi al piano terra ed inferiore della Fondazione Stelline a cura di Luigi Sansone che, per parlarcene, si è avvalso anche di una conversazione con Gillo Dorfles, 106enne, ma sempre attivo artista ed arguto critico che, del Novecento artistico, conosce tutto per averlo tutto vissuto. Un ruolo fondamentale ebbe la Galleria Pesaro che espose svariate tendenze spesso in contrasto fra di loro; infatti dedicò ben cinque mostre al Futurismo nonostante fosse la massima sostenitrice del “Novecento Italiano” di Margherita Sarfatti. Proprio a questo grande intenditore di pittura è dedicato il saggio di Nicoletta Colombo “Lino Pesaro, trentacinque anni tra arte e mostre”. Fra gli artisti esposti: i “futuristi” Balla, Prampolini, Depero, quindi De Chirico, Oppi, Bucci, Funi, Borra, Sironi, Marussig, tutti dediti alla figurazione e alla ripresa del “classico” con i suoi valori nazionali e tradizionali secondo i dettami del “ritorno all’ordine”. Sempre qui anche l’Aeropittura con Gerardo Dottori, Oriani e Benedetta. Altra fondamentale fu la Galleria “Il Milione”, di cui ci parla dettagliatamente Elena Pontiggia nel suo saggio “Edoardo Persico e la galleria del Milione”. Aperta nel 1930 dai fratelli Ghiringhelli divenne punto d’incontro di pittori, architetti, scultori, poeti e scrittori, diretta all’inizio da Persico. L’intelligente critico all’avanguardia ed in antitesi nei confronti del suo tempo, interprete del rinnovamento dell’arte italiana, amante del “Primitivismo” (in particolare di Tullio Garbari) e del “Post-Impressionismo”, intese lanciare le “nuove leve” con la mostra “Opere e studi d’artisti lombardi” raggruppando i giovani in cui crede: i pittori Birolli, Sassu, , Ghiringhelli, Soldati, gli scultori Fontana, Manzù, Melotti e l’esordio di quelli che saranno poi definiti “chiaristi”: Del Bon, De Rocchi, Lilloni, Spilimbergo, dei quali in mostra vediamo esempi silenti e poetici. A partire dal 1932 il Milione ospitò grandi artisti internazionali europei (Ernst, Léger) culminando – nel 1934 – con Kandinskij che aprì la via all’Astrattismo italiano, qui rappresentato dalle opere astratte di Reggiani, Soldati, Licini, Melotti, Fontana, Rho, Radice, Magnelli. I “chiaristi” troveranno voce nella nuova Galleria “L’Annunciata” fondata da Bruno Grossetti sul finire degli anni Trenta, tutt’ora attiva in due spazi: uno diretto da Sergio – figlio del fondatore – l’altro dal nipote Bruno. Nel 1938 nasce a Milano il movimento “Corrente”, il cui personaggio-chiave è Ernesto Treccani, fondatore, ad inizio anno (con l’apporto finanziario del padre Giovanni, senatore e fondatore dell’Istituto Treccani), di una rivista periodica a sfondo artistico-culturale ma anche di ideologia politica dallo stesso nome; suoi compagni di strada furono, fra gli altri, Birolli, Broggini, Sassu, Guttuso, Migneco, Manzù, di cui vediamo esempi in mostra, con l’apporto critico-teorico di Raffaellino De Grada, così chiamato per distinguerlo dal padre con lo stesso nome (1895-1957), importante pittore tra fine Otto ed inizio Novecento. Queste gallerie ebbero un ruolo fondamentale nella nascita delle grandi collezioni lombarde d’arte moderna. Il catalogo (Silvana Editoriale) oltre ai già citati contributi critici, offre una ricca panoramica sulle opere in mostra, divise in sezioni, e una selezione di documenti, tra i quali diversi inediti. Questa iniziativa, promossa e organizzata dalla Fondazione Stelline con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Lombardia, Città Metropolitana e del Comune di Milano, è inserita nel palinsesto della primavera milanese “Ritorno al Futuro”, consistente in centinaio di appuntamenti tra mostre, concerti, spettacoli teatrali, proiezioni cinematografiche, incontri ed altro ancora, tutti con il tema predominante ruotante all’idea di un tempo che verrà. In calendario, per la sezione didattica “Play Art” della Fondazione Stelline, una serie di appuntamenti di approfondimento con visite guidate con il curatore della mostra e laboratori didattici per i bambini e le scuole.

Fondazione Stelline – Corso Magenta 61, Milano; fino al 22 Maggio 2013; Orari: da martedì a domenica 10-20; biglietti: intero € 8, ridotto € 6, scuole € 3; Tel. +39.02 45462.411; www.stelline.it

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Fabio Giuliani

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