Milano – ESSERE E’ TESSERE – 100 fili d’artista dalla collezione Canclini

| 19 gennaio 2016
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“Riannodare la storia…” (Chiara Gatti)

Parte la curatrice Chiara Gatti con “Scampoli d’antropologia dell’arte del tessuto”, arte dalla quale le altre hanno ricavato, nei secoli, tipologia e simboli, ritenendo illuminante il saggio di Gottfried Semper, da teorico dell’Architettura, nel fa coincidere, in epoca arcaica,   la storia del terssuto con quella della costruzione, per approdare nel Medioevo che rivestiva le pareti dei palazzi con tessuti pesanti a protezione del freddo: era la nascita dell’arazzo. In seguito è noto il fascino dei tessuti sull’avanguardie pittoriche del Novecento (Matisse…). Ora un omaggio all’antica arte della tessitura ci viene dalla Canclini Tessile S.p.A., storica azienda familiare che produce e commercializza tessuti in puro cotone per camiceria, esporta circa il 75% del suo fatturato, vende in oltre 100 paesi in tutto il mondo. La Fondazione che porta il suo nome gestisce da tempo una collezione ricca di opere tutte poste in relazione con l’attività produttiva dell’Azienda stessa. Per festeggiare il 90mo compleanno di attività, è stata organizzata una particolare quanto interessantissima esposizione negli spazi al piano terra ed inferiore della Fondazione Stelline con una selezione di 40 esemplari di arte antica, tribale o esotica, legati a civiltà di epoche e geografie diverse, precolombiane, mediorientali, asiatiche o africane, affiancate a 40 opere di contemporanea, firmate da artisti come Alighiero Boetti, César, Christo, Christian Boltansky, Maria Lai, Jannis Kounellis, Jorge Eielson, Hermann Nitsch, Lucy+Jorge Orta o Yayoi Kusama. Lo scopo di questa iniziativa è indagare e raccontare per tappe quel legame innato, dai risvolti antropologici, fra passato e presente, dimostrando un amore condiviso dagli artisti per la trama e l’ordito come elementi di un linguaggio espressivo parallelo. Così i “reticoli” di Piero Dorazio, degli anni Sessanta e Settanta, sono accostati ai famosi “molas”, i quadri di tessuto ricamati dalle donne indios Kuna di Panama; i “fagotti” di Kimsooja, l’artista di origine coreana che porta avanti da anni una ricerca sul tema del viaggio, inteso come processo migratorio, con i bauli di lana e cotone Shahsavand dell’Azerbaijan, usati dai pastori nomadi d’Oriente fra Sette e Ottocento. Celebre il caso delle sequenze di “parole cucite”, per Alighiero Boetti, dalla bottega di ricamatrici afgane della sua factory mediorientale, abbinate qui alle stesse sfumature dei Kelim Golbarjasta o dei tubeteika, i copricapi dell’Asia Centrale, indossati nel Turkestan occidentale. I nodi in tessuto di jeans del peruviano Jorge Eduardo Eielson ci riportano alla simbologia del “quipu” nell’impero Inca: il nodo come lingua, metodo di scrittura e contabilità, per misurare il tempo nei calendari, stilare censimenti. Stimolante, ancora, è il raffronto fra le tele di juta grezze attraversate dai segmenti ritmici di Giorgio Griffa e gli Ikat dell’Uzbekistan; essi spartiscono la medesima scansione, un senso analogo di gestione dello spazio, cadenzato dai colori, come fossero frequenze del suono, battiti del cuore. “Questa mostra presenta e unisce il meglio delle eccellenze italiane, dall’impresa al design, dall’artigianato all’arte. – dichiara Pier Carla Delpiano, Presidente della Fondazione Stelline – “L’arte contemporanea, da sempre centrale nelle scelte espositive della Fondazione Stelline, incontra la storia reinterpretandola e dandole una forma espressiva unica, “Essere è tessere” quindi, presente e passato che generano futuro. Una mostra unica che ci offre l’emozione di uno straordinario viaggio intorno al mondo, alla scoperta di nuovi approfondimenti culturali”. Arricchiscono il percorso espositivo documenti d’archivio, rari esemplari di campionari d’epoca, oggetti e strumenti di lavoro divenuti icone di un mestiere radicato nella storia dell’uomo fin dalle origini. Nella Collezione Canclini sono conservati, inoltre, molti lavori realizzati su commissione, spesso nati dall’utilizzo di materiali forniti dall’azienda o ispirati al mondo della tessitura, come quello di Jannis Kounellis scelto come immagine guida della mostra nonché copertina del catalogo di Silvana Editoriale con immagini di tutte le opere presenti in mostra ed un esaustivo saggio della curatrice, di cui mi pare particolarmente significativo riportarne la conclusione: “L’arte contemporanea presta al mondo tessile la sua inventiva e la sua capacità di esaltare il valore espressivo di materie inedite. E’ uno scambio alla pari che continua ad arricchire il panorama delle arti visive legando gli autori di tutti i secoli a un unico, universale enunciato: essere è tessere. Che fu il titolo di un progetto ambientale di Maria Lai, ideato per il paese di Aggius. Ma che dice tutto sul valore sociale e antropologico di un’arte tramandata di mano in mano, sul potere connettivale, generativo, del filo come metafora di unione, appartenenza, vitalità.” Creatività e perizia: mi pare il mònito incentivante per tutti di questa bella riflessione da non perdere sul tessuto come forma d’arte dall’antichità ai giorni nostri.

Fondazione Stelline – Corso Magenta 61, Milano; fino al 14 Febbraio 2016; Orari: da martedì a domenica 10-20, ingresso libero; Tel. 02 45462.1; www.stelline.it

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Fabio Giuliani

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