Milano – CASA-MUSEO “ALESSANDRO MANZONI”

| 21 ottobre 2015
Casa del Manzoni 1

La celebrazione di un “Padre della Patria”

“…Sentire e meditar; di poco esser contento; dalla meta mai non torcer gli occhi; conservar la mano pura e la mente, de le umane cose tanto sperimentar, quanto ti basti per non curarle, non ti far mai servo; non far tregua coi vili; il santo Vero mai non tradir; né proferir mai verbo, che plauda al vizio, o la virtù derida.” (A. Manzoni, 1806)

Una cartolina con questa scritta sulla sinistra e il ritratto dello scrittore sulla destra eseguito da Francesco Hayez è presente, fin da quand’ero bambino, nella mia camera-studio, messa da mio nonno Oreste Marini, storico e critico d’arte, grande ammiratore del Manzoni, sia come scrittore che come uomo, in particolare per le sue doti morali e per la sua illimitata fiducia nella Provvidenza. Il 6 Ottobre 2015 sono quindi accorso all’inaugurazione della sua Casa-Museo dopo i restauri con il nuovo percorso, realizzati grazie all’intervento economico di Banca Intesa-San Paolo che, al di là dell’annesso giardino, possiede Palazzo Anguissola, sua sede, e, a sua volta, attiguo a Palazzo Brentani e al palazzo dell’ex Banca Commerciale Italiana in Piazza della Scala, da qualche anno costituenti le Gallerie d’Italia. Il Prof. Giovanni Bazoli (Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Intesa-San Paolo) ha spiegato così il perchè dell’intervento: “L’identità d un popolo si fonda sulla sua storia politica e civile, ma altrettanto sulle sue radici culturali e spirituali…il senso di noi italiani a una patria comune è rafforzato dallo straordinario patrimonio di valori culturali e morali nonché di beni artistici e storici che abbiamo ereditato. Questo patrimonio – come dice l’etimo stesso del termine – è stato costruito è ci è stato affidato dai nostri padri. E’ nostra responsabilità conservarlo, assicurando una risorsa così preziosa alle generazioni che verranno. Come scrive Salvatore Settis, il passato ‘non è mero accumulo di dati eruditi, ma memoria vivente delle comunità umane.’ La casa milanese in cui visse uno de maggiori dei nostri padri, Alessandro Manzoni, è in tal senso un luogo altamente simbolico. (…)…egli contribuì da protagonista alla formazione di una moderna coscienza nazionale. (…) Occorre ricordare che la Casa del Manzoni fu donata al Comune di Milano nel 1941 dalla Cassa di Risparmio delle Province Lombarde, poi confliuta in Banca Intesa (da qui, con ogni probabilità, anche il desiderio della sua valorizzazione) con la destinazione di assegnazione in perpetuo a carattere di uso pubblico al Centro Nazionale Studi Manzoniani. In breve la sua storia. Alessandro Manzoni la scelse nel 1813 per trasferirsi con la sua famiglia, allora costituita dalla moglie Enrichetta Blondel, la figlia Giulietta e la madre Giulia Beccaria; decisione particolarmente felice perchè in posizione centralissima nei pressi del Teatro alla Scala, vicina alle abitazioni dei suoi amici, tra cui i fratelli Verri, Vincenzo Monti, Silvio Pellico. La casa divenne subito centro di incontri con le pareti “coverte all’ingiro da un migliaio di volumi de’ classici antichi e moderni e degli storici e filosofi di ogni età e paese” (Giulio Carcano, 1873 alla morte del Manzoni). L’attuale recupero e percorso tematico è stato curato dal maggior studioso dell’Ottocento, Prof. Fernando Mazzocca, con l’allestimento dello studio di Michele De Lucchi. Nelle prime due sale vediamo i personaggi della famiglia Manzoni, fra cui i ritratti dell’illustre nonno Cesare Beccaria e della madre Giulia; seguono quelli della prima moglie e dei loro nove figli. Quindi una vasta sezione relativa all’iconografia dello scrittore, dagli anni giovanili alla maturità fino alla lunga vecchiaia, dove spiccano i ritratti di Giuseppe Molteni e Francesco Hayez. Oltre a dipinti e stampe troviamo alcune sculture, come il piccolo gruppo in bronzo che ricorda lo storico incontro avvenuto proprio qui il 25 Marzo 1862 con Garibaldi che lo definì “uomo che onora tanto l’Italia”. Ricche sono le sezioni che dimostrano la popolarità goduta dal suo capolavoro “I Promessi Sposi”, fin dalla prima edizione del 1827. Addirittura certi personaggi e luoghi del romanzo vennero immortalati in un ciclo di affreschi realizzati tra il 1834 e il 1837 negli Appartamenti Reali della Meridiana di Palazzo Pitti a Firenze su commissione del Granduca Leopoldo II di Toscana, grande ammiratore del Manzoni. Una sala ci presenta i bellissimi ritratti dedicati alla seconda moglie del Manzoni, Teresa Borri Stampa, e a suo figlio Stefano; si deve anche a loro l’uscita a dispense (dal 1940 al ’42) del famoso romanzo. L’ultima stanza ci parla della passione per la natura dello scrittore; Manzoni, espertissimo agronomo, possedeva molti libri sull’argomento, sperimentando nuove essenze, tra il piccolo giardino della dimora milanese che curava personalmente e il più vasto parco dell’amatissima villa di campagna a Brusuglio. Durante la visita mi ha particolarmente colpito la sobrietà della sua camera da letto dove morì il 28 Aprile 1873 che mi ricordano le sue parole riportate all’inizio. E’ presente un bookshop dove si possono trovare alcune edizioni dei “Promessi Sposi” ed altre pubblicazioni e saggi critici sull’opera manzoniana e, naturalmente un volume bene illustrato sulla storia di Casa Manzoni. In un’apposita sala video vengono proiettati a ciclo continuo frammenti dei “Promessi Sposi” cinematografici  televisivi: da un paio di film in epoca “muto” del 1913, allo sceneggiato prodotto dalla RAI TV (allora ancora in bianco e nero) trasmesso nel 1967, diretto da Sandro Bolchi, (autore della sceneggiatura insieme a Riccardo Bacchelli), con Paola Pitagora (Lucia) e Nino Castelnuovo (Renzo); per arrivare, ventidue anni dopo, al film-tv, a colori, sempre a puntate, diretto da Salvatore Nocita e visto nel 1989, con due attori stranieri nei ruoli di Renzo e Lucia, Alberto Sordi per Don Abbondio, Franco Nero in Fra’ Cristoforo e Burt Lancaster (Cardinale Federico Borromeo). L’Assessore alla Cultura del Comune di Milano, in un incontro a Milano con Dario Franceschini, Ministro dei Beni ed Attività Culturali, che seguiva di circa un mese la nomina del nuovo Consiglio Direttivo della Fondazione “Centri Nazionale Studi Manzoniani”, aveva così sottolineato: “Abbiamo condiviso – rivela Del Corno – l’idea di promuovere, da subito e per i prossimi cinque anni, progetti culturali strettamente legati all’obiettivo statutario della Fondazione, cioè allo studio e all’approfondimento dell’opera del grande scrittore, ma anche aperti alla partecipazione della città.” Tra i progetti, il rinnovamento dell’allestimento museale – sempre Del Corno –  “per rendere più accattivanti gli spazi e la figura del Manzoni, utilizzando anche strumenti interattivi”; un focus sulla narrativa contemporanea, con i locali del piano terra trasformati in una “Casa del romanzo” affidata agli scrittori Antonio Scurati e Alessandro Bertante; aperture straordinarie con orari più flessibili grazie a una convenzione con il Touring Club italiano.                           E qui trovo più che adatto citare Niccolò Tommaseo: “Verrà tempo di migliore età che la nostra, che gli uomini si recheranno a visitare la casa di questo grande italiano, come luogo sacro.” Arriviamo così alla fine di questa bella vicenda che parla di un illustre personaggio e di un altrettanto importante luogo, trovando “rispettosamente” appropriate le ultime parole con cui Alessandro Manzoni, dopo 38 avvincenti capitoli, terminava il Romanzo dei romanzi: “La quale, se non v’è dispiaciuta affatto, vogliatene bene a chi l’ha scritta, e anche un pochino a chi l’ha raccomodata. Ma se in vece fossimo riusciti ad annoiarvi, credete che non s’è fatto apposta.”

Casa del Manzoni – Via Morone 1 (ang. Via A. Manzoni)Per informazioni: Tel. 02 86460403; Sito Internet: www.casadelmanzoni.it

Casa del Manzoni 2Casa del Manzoni 3Casa del Manzoni 4

 

Fabio Giuliani

 

Tags: , , ,

Commenti

Salvato in: CULTURA
×