Desenzano del Garda: l’Idroscalo che verrà

| 14 settembre 2015
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Ad autunno – con una paradossale attesa lunga quasi 80 anni – la stipula della convenzione per l’utilizzo pubblico fra Comune di Desenzano e Ministero della Difesa. Su 42.000 mq di superficie 11.000 saranno probabilmente destinati a parco: in pratica un tunnel largo circa 40 metri che porterà a lago fiancheggiando l’idroscalo. In cambio la modifica della destinazione d’uso, solo turistica, per la rimanente struttura che rimarrà all’aeronautica militare. Le differenti posizioni della politica e dei cittadini. Chi è favorevole e chi parla di soluzione minimalista che impedirà alla popolazione di sfruttare la maggior parte dello spazio mentre molti auspicherebbero un museo in memoria del Reparto Alta Velocità chiuso nel 1936. Forse perduta per sempre l’occasione di acquisire l’intera area.

Nuovi movimenti all’Idroscalo di Desenzano. A breve – ma l’attesa è durata quasi ottant’anni – probabilmente entro quest’autunno, una convenzione con il Ministero della Difesa per la cessione in comodato al Comune di parte dell’area. Da qui l’ipotesi di parco – circa 11.000 mq – e forse un museo dedicato al glorioso Reparto di Alta Velocità. In cambio la modifica della destinazione, solo per strutture turistiche, della zona che rimarrà militare. Questi i cardini di un possibile accordo che per la prima volta sembra aver fatto breccia nel da sempre renitente atteggiamento della lobby militare. Ma la leva non è più obbligatoria e la renitenza ha ceduto – forse – al cospetto di deficit e sprechi di nostrane, ineffabili memorie. Naturalmente molti sono i pareri sulla vicenda. C’è chi plaude all’evento, ovvero l’Amministrazione Comunale guidata da Rosa Leso, che gestisce la trattativa. C’è però chi si preoccupa, l’Assessore Regionale al Turismo Mauro Parolini, sostenendo che, con l’operazione così concepita, il Comune otterrebbe un semplice accesso a lago per i cittadini, auspicando a questo punto una diversa soluzione. Ovvero un accordo sull’uso pubblico dell’area in condivisione con l’Aeronautica Militare. Proponendo altresì l’apertura di un museo dell’Alta Velocità e la ristrutturazione degli edifici a servizio di cittadini e militari. L’argomento è dunque di vivace attualità. Già tre anni orsono, oltre mille cittadini desenzanesi aderirono alla pagina Facebook “Riprendiamoci l’Idroscalo”. Per capire meglio l’importanza storico sociale del luogo, ricordiamo che, dal 1928 al 1936, fu sede del glorioso reparto di Alta Velocità. Scuola di pilotaggio per sofisticatissimi idrovolanti da competizione. Qui si crearono i presupposti del record mondiale di Francesco Agello per questo tipo di motori e velivoli. Primato tuttora imbattuto. Dopo la chiusura e il declino la proprietà militare continuò a gestire circa 42.000 metri quadri – tre volte di più degli 11.000 proposti in concessione al Comune, da cui le ricordate perplessità – fra parco, villa, corpo di guardia, hangar, magazzini, alloggi. Tutto in costante, progressiva, colpevole decadenza. Inizialmente, come aveva spiegato il vicesindaco Rodolfo Bertoni, il Ministero aveva proposto al Comune l’acquisto. La mancanza di risorse impediva però questa soluzione. Ecco allora l’intesa, economicamente più sostenibile, con la modifica della destinazione ad uso a turistico e il recupero dei volumi, visto l’interesse dimostrato dal Ministero della Difesa a valorizzare i siti militari in disuso. Constatando la patriottica, ministeriale velocità d’esecuzione – correva l’anno 1936 quando il reparto Alta Velocità chiudeva i battenti – del recupero in questione.

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