Desenzano del Garda: Le signore delle PARI OPPORTUNITÀ

| 30 ottobre 2006
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30 Ottobre 2006 

Quando le differenze uniscono. Due donne tenaci, intelligenti, spiritose. Apparentemente diverse per storia e provenienza politica, ma unite da un obiettivo comune: dare voce.

Pucci Cerini, imprenditrice, 4 figli, da qualche mese è Presidente della Commissione per le Pari opportunità tra uomini e donne istituita dal Comune di Desenzano. Marina Bompieri, casalinga, 2 figli, è la Vicepresidente. La prima designata dal centrodestra, la seconda dal centrosinistra. Ma al termine di questa conversazione le differenze tra destra e sinistra sembrano sorprendentemente accantonate, in nome della stima reciproca e della volontà di fare qualcosa di concreto per le donne. Entriamo subito nel vivo: secondo voi è possibile per una donna conciliare lavoro e figli? Pucci Cerini: “Parto dalla mia esperienza per dire che è molto difficile. Gestire un albergo non è stata una scelta di vita: quando mi sono sposata il mio desiderio era fare la moglie e la mamma. Poi sono rimasta vedova e sono stata costretta a lavorare. Mi rendo conto che a mio figlio più piccolo non ho potuto dedicare lo stesso tempo degli altri”. Marina Bompieri. “Penso anch’io che sia difficile. Io ho deciso di smettere di lavorare 18 anni fa, quando ho avuto il secondo figlio. E’ stata una scelta di pancia e di cuore, dettata anche dalla mia storia personale e familiare: avevo voglia di godermi l’infanzia dei miei figli”. Parliamo della vostra esperienza all’interno della Commissione Pari Opportunità del Comune. P.C. “La prima bellissima sorpresa l’ho avuta quando sono stata votata all’unanimità come Presidente, molte delle altre componenti non mi conoscevano, ma credo che abbia colpito il modo semplice e spontaneo in cui mi sono presentata. In questi primi mesi abbiamo seguito un corso di formazione. Ci è servito per avere un quadro della normativa e uno specchio della realtà sociale di Desenzano. Ho appreso cose che non conoscevo, soprattutto ho conosciuto l’ampiezza del problema delle donne. Ad esempio mi sono resa conto che la donna nel mondo del lavoro non è così tutelata come sembra”. M.B. “Sono d’accordo, il corso è stato davvero interessante. Ho ascoltato parole che mi hanno impressionato molto: contaminazione e mescolanza. E’ quello che sta avvenendo all’interno della Commissione: al di là delle differenze personali e di provenienza politica si è creato un clima di collaborazione ispirato dai valori comuni e dal buon senso. Una sorta di franchezza di cuore e di testa che rappresenta un modo nuovo di far politica al femminile”. Quali sono i prossimi obiettivi della Commissione. E cosa può fare l’Amministrazione comunale per favorire le pari opportunità uomo-donna? P. C. “Il Comune ha messo a disposizione uno spazio e un computer, l’idea è quella di creare uno sportello informativo per le donne. Mi piacerebbe anche realizzare un opuscolo con cui presentare tutte le associazioni di volontariato presenti sul territorio: non esiste solo l’ASL, quella del volontariato è una realtà molto articolata, che non conoscevo e come me molte persone. Il Comune può fare molto: prendiamo gli orari degli asili e delle scuole materne, in una realtà come Desenzano, dove molte attività commerciali e turistiche restano aperte 7 giorni su 7, non esiste un nido aperto di domenica. So che in altre città turistiche, ad esempio Rimini, gli asili sono aperti nel weekend e anche d’estate”. M. B. “Quella degli orari dei servizi e dei tempi della città è la prima battaglia. Ma non coinvolge solo l’Amministrazione comunale: ad esempio non esiste un supermercato aperto alle 8 di mattina. A mio parere la Commissione dovrebbe organizzare una sorta di Conferenza, di Stati Generali a cui invitare le realtà produttive di Desenzano e le parti sociali, per raccogliere le problematiche della donna nel mondo del lavoro e nella famiglia. Sarebbe già molto se riuscissimo a riaprire un confronto e creare momenti di riflessione, anche sui Consultori per esempio, che oggi sono usati quasi esclusivamente dalle donne straniere. Più che risolvere direttamente i problemi, la Commissione dovrebbe far ripartire il pensiero”. L’Italia è al 48° posto per presenza di donne in politica, prima di noi anche l’Iraq e il Rwanda. E’ quanto emerge da una ricerca dell’Università di Stoccolma, secondo voi perché? P.C. “Il maschio italiano, soprattutto quello della mia generazione, in fondo è ancora convinto che la donna non sia alla sua altezza”! M.B. “La politica è respingente per le donne. I tempi sono impossibili per una donna che deve lavorare, preparare la cena e poi magari partecipare ad una riunione fiume. Paradossalmente c’è poca concretezza nella politica. Per adeguarsi ai tempi e ai modi del fare politica una donna deve rinunciare alla sua femminilità.” Per congedarci, un libro che vorreste consigliare alle donne. P.C. “Negli ultimi anni leggo soprattutto libri religiosi, l’ultimo libro si intitola: “Gesù ci rivela il volto del Padre”. Credo che sia importante conoscere i testi sacri della cultura cattolica, che spesso non conosciamo. Si tratta delle nostre origini e questo serve anche per dialogare con le altre culture”. M.B. “Faccio fatica a scegliere, comunque direi “La profezia della curandera”. E’ scritto da un uomo, uno sciamano ed è la scoperta del potere del femminile, la celebrazione dell’energia sessuale usata in senso positivo”.

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