ANITA GARIBALDI in visita sul Garda

| 12 aprile 2011

Dipende TV, grazie all’entratura del desenzanese Enrico Guarnieri, ha incontrato tempo fa la pronipote di Garibaldi per una intervista esclusiva on line su www.dipende.tv

Incontrare Anita Garibaldi vuol dire innanzi tutto incontrare una donna forte. Poi, incontrare un nome e un cognome che peserebbero sulle spalle di chiunque, ma portati con energica disinvoltura e consapevole orgoglio. Con la fiera coscienza di avere una responsabilità nei confronti di chi, parlandole, si aspetta una testimonianza, un aneddoto che serva a illuminare l’oggi attraverso le sue riflessioni su un passato così illustre e significativo. Eppure “è stato un nome molto pesante da portare, perfino decisivo nella mia decisione di non sposare un italiano. Fin da piccola ho capito che sarebbe stato molto difficile trovare qualcuno disposto a sposare me piuttosto che la pronipote di Garibaldi” dice Anita ai microfoni di Dipende TV. Così come è stato doloroso per i discendenti percepire l’ostilità che ha sempre serpeggiato nei confronti della sua famiglia e dei garibaldini, un’ostilità immotivata, dettata più da scarsa conoscenza dei fatti che da reale consapevolezza. Di fronte a un nome doppiamente evocativo, le si domanda a quale delle due immense personalità si senta più legata: “storicamente ed affettivamente mi sento più legata ad Anita. Ho fatto una serie di ricerche in Sudamerica, le prime che sono state fatte seriamente, sono stata in Brasile, Uruguay, anche in quella parte dell’Italia dove morì (Ravenna, ndr). Ne è venuta fuori una donna completamente diversa da come me l’ero immaginata: una donna forte, intelligente, volitiva. Quello che mi dispiace più di ogni altra cosa è lo stato di abbandono in cui versa la statua che la rappresenta a Roma. Tanto più perché non si tratta solo di una statua: è la tomba di Anita Garibaldi, ed è il simbolo delle donne che vogliono lavorare per un’Italia diversa“. A proposito di donne che lottano, “questa” Anita Garibaldi nel 1998 ha dato vita al movimento “Mille donne per l’Italia”: un movimento che spieghi alle donne cosa vuol dire fare politica in senso lato, non partitico. Quali sono le istituzioni, come procedere per riuscire a fare delle proposte di legge, per cercare di incidere nella società. “Un modo per aiutare le donne a bilanciare i ruoli enormi di mogli, madri, figlie e lavoratrici che hanno sulle spalle” ci spiega. Un impegno molto concreto, dunque, come colei che lo porta avanti. Una curiosità: come verrebbe interpretata da Giuseppe Garibaldi la realtà di oggi? Anita è assolutamente certa: “la prima cosa che Garibaldi proporrebbe sarebbe una nuova assemblea costituente. Avrebbe la lucidità per riconoscere che la nostra Costituzione, per quanto ottima e utile, ha bisogno di essere rinnovata. L’importanza della Costituzione sta nel suo essere un documento che codifica i rapporti fra il cittadino e lo Stato: un argomento che stava molto a cuore a Garibaldi”. Quindi, se il grande generale fosse ancora fra noi, conclude, “indosserebbe ancora la camicia rossa. Il simbolo fortissimo di uno spirito di coinvolgimento e di aiuto agli oppressi. Un simbolo di libertà, di coraggio e di armonia“.

Di: Paola Russo

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