63ma MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA DAL 30 AGOSTO AL 9 SETTEMBRE

| 7 agosto 2006

                                            









5 settembre 2006
63ma Mostra del Cinema

Brutta esperienza al primo spettacolo, quello delle 8,30, con “Summer love” di regista polacco Piotr Uklanski. Un film provocatorio come il suo direttore, ma inconsistente e inconcludente e, a mio parere, ridicolo. Fuori concorso, opera prima (è un artista visuale, scultura, fotografia, collage, che ha partecipato anche alla Biennale di Venezia), è il primo western polacco, ma non vuole, in realtà esserlo.
E siamo arrivati, finalmente, al primo film italiano in Concorso: “La stella che non c’è” di Gianni Amelio (che è anche cosceneggiatore) con l’interpretazione di Sergio Rubini e dell’esordiente attrice cinese Tai Ling. Purtroppo il film non è un documentario (e, forse, sarebbe stato meglio che lo fosse, vista la bella fotografia di una Cina, sotto certi versi, sconosciuta), né una fiction. Infatti i due livelli narrativi non riescono a compenetrarsi, anzi spesso configgono. Buona, come sempre, la prova di Sergio Castellitto.
Terza proiezione vista quest’oggi: in Concorso, “Fangzhu (Esiliati)” del regista e produttore Johnnie To. Il cineasta di Hong Kong ha una carriera più che venticinquennale ed è un protagonista della filmografia asiatica. Questa sua è un’opera di “genere” dove le sparatorie fanno da sottofondo ad una vicenda malavitosa che si svolge a Macao.
Inizia oggi, al cinema Astra, la rassegna dedicata alle tematiche gay. In attesa del “Leone gay” che, sembra, dovrebbe essere assegnato il prossimo anno, ad ingresso libero, si potranno vedere numerose anteprime europee nonché una selezione di corti inediti francesi e australiani. Tra gli eventi speciali la prima mondiale di 20 minuti della docufiction in progress “Ma la Spagna non era cattolica” di Peter Marcias sui cambiamenti sociali apportati dal governo Zapatero. Organizza l’Associazione Cinemarte in collaborazione con Gay.tv, Comune e Provincia di Venezia. 

4 settembre 2006
63ma Mostra del Cinema 

Siamo arrivati alla metà della Mostra e siamo in attesa di vedere i film italiani in Concorso: per Gianni Amelio bisogna aspettare un giorno mentre per Emanuele Crialese mancano ancora tre giorni. Comunque le visioni proseguono con un film Fuori concorso: “L’uomo di paglia” di Neil LaBute (“Possession”) ed è un remake, al femminile, di dell’opera del 1973 di Robin Hardy. Il protagonista Nicolas Cage (seconda apparizione in questa Mostra dopo “World Trade Center”) ha coinvolto LaBute dopo aver visto l’edizione originale in casa di amici. Questo piccolo cult dell’orrore ha come coprotagonista Ellen Burstyn, interprete de “L’esorcista”.
Ancora tre opere in Concorso. Un film molto atteso: “The fountain (LA FONTE)” di Darren Aronofsky, che è anche cosceneggiatore. Nel cast Hugh Jackman, la bellissima Rachel Weisz e, ancora una volta, Ellen Burstyn. Interessante per l’ipotesi: come potrebbero essere le cose se fossimo immortali? E interessante per lo sviluppo narrativo: è la storia di un uomo che, conquistador spagnolo nel XVI secolo, è scienziato nel nostro e astronauta nel futuro.
Il secondo film in Concorso è “Bobby (work in progress)” di Emilio Estevez (affermato anche come attore, sceneggiatore e produttore). E’ la storia del giorno dell’attentato a Robert Kennedy. Cast eccezionale con Antony Hopkins, Helen Hunt, Demi Moore, Sharon Stone. Due piacevolissime ore di cinema.
L’ultimo film in Concorso della giornata è “L’intouchable” di Benoit Jacquot con Isild Le Besco. Purtroppo il regista francese che è anche lo sceneggiatore, ha una buona storia, ma, a mio parere. La svolge male. Anche l’interpretazione lascia a desiderare. 

3 settembre 2006
63ma Mostra del Cinema

Cosa succederà in Inghilterra nel 2027 quando, dopo 18 anni di sterilità mondiale e di conseguente, tragica violenza, sta per nascere una creatura? E’ quanto cerca di descrivere Alfonso Cuaròn (“Y tu mama tanbién”, Leone d’argento per la sceneggiatura nel 2001, “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban”) nel suo film “I figli degli uomini”, in Concorso. Un’opera del genere “catastrofico”, molto impegnativa, soprattutto dal punto di vista economico, visto l’impiego eccezionale di mezzi e di uomini! In concorso anche “Fallen (Cadere)” della giovane regista austriaca (1970) Barbara Albert , E’ la storia di cinque donne sulla trentina , che si ritrovano al funerale di un loro professore e che ricordano… Barbara Albert usa questa storia per far recitare cinque attrici (Nina Proll, Birgit Minichmayr, Gabriela HegedÜs, Ursula Strass e Kathrin Resetarits), sue coetanee, che, secondo lei, hanno influenzato profondamente il cinema austriaco. Non mi è piaciuto. Nella sezione Orizzonti un film italiano: “Non prendere impegni stasera” di Gianluca Maria Lavarelli (“Paolo Borsellino”). Un cast importante: Luca Zingaretti, Alessandro Gassman, Paola Cortellesi, Giorgio Tirabassi, a mio parere, non valorizzato in un aggrovigliarsi di storie, probabili, ma non sviluppate sufficientemente. Intanto il Lido sta diventando, sempre più, palcoscenico di avvenimenti contingenti, soprattutto politici. Dopo gli operai di Marghera che hanno protestato per l’abbandono degli impianti della multinazionale Dow Chemical con l’evidente pericolo per i posti di lavoro, sono scesi in piazza i cineasti coreani per la tutela della “diversità culturale” e i srilankesi per denunciare la guerra, ormai decennale, e le sue tragiche conseguenze, nella loro isola.

2 settembre 2006
63ma Mostra del Cinema 

Si parla ancora molto del film di Spike Lee, nella sezione Orizzonti, rappresentato ieri. In realtà è un film documentario fatto per la televisione (l’americana Hbo) che si proietterà in quattro puntate. “Quando gli argini si rompono: requiem in quattro atti”, questo il titolo, racconta gli effetti dell’uragano Katrina a New Orleans e lo racconta alla maniera di Spike Lee: concisamente, asciuttamente. Narra, soprattutto, storie di gente comune, di mancanze negli aiuti e denuncia le responsabilità:“Quello che è accaduto a New Orleans è un atto criminale”. Grande successo per “The Queen”, il film del regista inglese Stephen Frears (“My beautiful Laundrette”, “Liam”) in Concorso: un ritratto della Casa regnante inglese, prendendo spunto dal suo comportamento in occasione della morte della Principessa Diana. Ritratto impietoso che è piaciuto molto al pubblico, molto numeroso, che si affollava in sala e che ha tributato al film un lungo e caloroso applauso. Magnifica l’interpretazione di Helen Mirren, nei panni di Elisabetta II (si parla già della Coppa Volpi). Altri interpreti, Michael Sheen, James Cromwell, Sylvia Syms.
Il mio primo film visto nella sezione della Settimana della Critica (quest’anno la 21ma) è stato “Le pressentiment” diretto e interpretato da Jean Pierre Darroussin. E’ la storia di un professionista parigino che, stanco delle ipocrisie che lo circondano, va a vivere in un quartiere di periferia dove pensa che le cose siano “meno peggio”. Molto interessante il soggetto.

1 settembre 2006
63ma Mostra del Cinema di Venezia 

Avevamo tutti il timore delle, ormai solite, discrepanze nell’organizzazione e, puntuali, ci sono anche quest’anno. Ancora file ai varchi per i controlli antiterrorismo, ancora mancanza di sincronia tra le conferenze stampa e le proiezioni, ancora ritardi negli arrivi delle stars. E questo con la vera “abnegazione” del personale addetto che, essendo gestito da un sub appaltatore, non ha l’opportunità di partecipare all’organizzazione, ma ne subisce solo le conseguenze. Ma torniamo alla Mostra che, nel suo quarto giorno, comincia far vedere alcuni bei film.
In Concorso “Il libro nero” di Paul Verhoeven (“Basic Instinct”, “Robocop”) che narra degli avvenimenti della fine della seconda guerra mondiale in Olanda. Con Carice van Houten, Sebastian Koch e Tom Hoffman è senza dubbio un film ben congeniato e ben diretto con una storia intrigante che avrà successo nelle sale anche perché, essendo una coproduzione olandese, belga e inglese, sarà ben distribuito.
Altro film in Concorso, diretto dal ciadiano Mahamat-Saleh Haroun, “Daratt (Siccità)” lancia un messaggio contro le guerre fratricide che accadono, tuttora, in Africa. Il protagonista, un ragazzo a cui è stato ucciso il padre, viene mandato, da suo nonno, ad uccidere il suo assassino per vendicarlo. Girato con pochi mezzi e in condizioni precarie il film riesce a dare una possibile soluzione.
Ancora in Concorso “Piccole paure condivise” di uno dei mostri sacri del cinema internazionale, Alain Resnais (“Hiroshima mon amour” su tutti). Il regista francese ci fa vedere quanta miseria ci sia nell’animo umano, quanta solitudine, quanto sia il desiderio per togliersi da questa solitudine, ma che, in definitiva, non ci si riesca. Notevole la sceneggiatura e molto professionali le interpretazioni di Laura Morante, Sabine Azéma, Isabelle Carré, Pierre Arditi, André Dussolier, Lambert Wilson e Claude Rich. Nella sezioni Orizzonti, quello che, per me, è stato il film migliore di questa giornata: “The hottest State”. Mi risulta, ma non sono uno studioso di filmografia, che non ci sia nessun altro film che veda nella stessa persona lo scrittore del romanzo , lo sceneggiatore, il regista e l’interprete, questo è Ethan Hawke. Attore affermato (L’attimo fuggente”, “Training Day”), dirige e recita anche in teatro. “The hottest State” è un film autobiografico che mette in risalto le difficoltà di due giovani nella loro storia d’amore. Difficoltà che vengono anche dalle loro storie familiari. Ottima l’interpretazione di Mark Webber e Catalina Sandino Moreno. Un cammeo di Sonia Braga. 

22 agosto 2006
63ma Mostra del Cinema di Venezia

Incominciano le polemiche sulla prossima mostra lidiense. Non è una polemica sul cinema, ma una polemica che riguarda l’omosessualità: dal 5 al 7 settembre, alla multisala “Astra” si terrà una rassegna di 15 film. “Tre giornate del cinema omosessuale” organizzate dall’associazione culturale CinemArte in collaborazione con GaiTv, Circuito Cinema, Provincia e Comune di Venezia , in anteprima europea (dalle ore 20 ad ingresso gratuito nella sala 2), di giovani registi sul tema dell’omosessualità. “Opere di sicura qualità, assicura il curatore della rassegna Daniel Casagrande, e vorremmo che la Mostra ci riservasse uno spazio e un premio, come avviene al Festival di Berlino da 26 anni”. Malumore da parte della chiesa veneziana e lidiense con la partecipazione del parroco di Sant’Ignazio, don Cesare Zanuso, del vicario foraneo, don Giancarlo Iannotta e dell’incaricato per il cinema della Diocesi di Venezia, don Renato Mazzuia.

15 agosto 2006 
63ma Mostra del Cinema di Venezia

Grande successo di pubblico per “World Trade Center” il film di Oliver Stone, in anteprima americana, che ha per protagonista Nicolas Cage assieme a Michael Pena, Maggie Gyllenhaal e Maria Bello. L’opera di Stone che verrà proiettata, fuori concorso, a Venezia e sarà uno degli eventi, narra la storia vera di un graduato dei pompieri newyorkesi (e di tutti coloro che si sono impegnati anche a danno della propria vita) che si è prodigato nel dopo tragedia dell’11 settembre del 2002.
Un po’ di sorpresa per un film “buonista” di un regista che è sempre stato un critico fustigatore della vita americana.

Ed ecco gli altri film “fuori concorso”:
del quasi centenario regista portoghese, Manoel De Oliveira, “Belle toujour” con Michel Piccoli, del regista giapponese Goro Miyazaki, un film di animazione “Gedo senki”, con Laura Dern, Jeremy Irons, Justin Theroux e Julia Ormond, un film americano diretto da David Linch “Inland Empire”, una coproduzione francoitaliana di Santiago Amigorena, “Quelques jours en septembre” con Juliette Binoche, John Turturro, Sara Forester e Nick Nolte, del regista inglese Kenneth Branagh “The magic flute” con Joseph Kaiser, Amy Carson, Benjamin Jay davis, Lyubov Petrova e René Pape, coprodotto da Cina e Hong Kong “Yeyan” di Feng Xiaogang con Ziyi Zhang, Ge You e Daniel Wu, un altro film USA diretto da David Frankel “Devil Wears Prada” con Meryl Streep, Anne Hatahaway Emily Blunt e Stanley Tucci ed infine, un film russo diretto da Pavel Lounguine “Ostrov” con Petr Mamonov, Dmitri Dyuzhev e Viktor Sukhorukov.

13 agosto 2006  
Isabella Ferrari madrina della 63ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

L’attrice italiana Isabella Ferrari, già vincitrice, della Coppa Volpi a Venezia nel 1995 per Romanzo di un giovane povero di Ettore Scola, sarà la “madrina” delle serate di apertura e chiusura della 63ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica diretta da Marco Müller e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Davide Croff .
Isabella Ferrari darà il via alla 63. Mostra, la sera di mercoledì 30 agosto prossimo, sul palco del Palazzo del Cinema, e farà gli onori di casa durante la cerimonia di inaugurazione, che sarà seguita dalla proiezione del film in concorso “The Black Dalia” di Brian De Palma. E, il 9 settembre, nella cerimonia di chiusura, in occasione della quale saranno annunciati i Leoni e gli altri premi ufficiali della 63. Mostra, a cui seguirà la proiezione di “Ostrov” di Pavel Lounguine, fuori concorso, darà l’appuntamento alla 64ma Mostra. Isabella Ferrari dopo aver vinto la Coppa Volpi, come Miglior Attrice non Protagonista, il suo primo premio importante, con cui, ha, di fatto iniziato una nuova fase della sua carriera, è tornata a Venezia nel 1996 con Escoriandoli di Antonio Rezza, presentato alla Settimana del Cinema italiano, quindi nel 1998 con Vite in sospeso di Marco Turco, sezione Prospettive e nel 2000 con La lingua del Santo di Carlo Mazzacurati, in concorso. E’ del 2005 la sua più recente partecipazione, non come interprete, ma come giurata del Premio Luigi De Laurentiis-Venezia Opera Prima. 

Note bibliografiche di Isabella Ferrari


8 agosto 2006
Ci stiamo avviando a grandi passi verso uno degli avvenimenti di maggior rilievo della cinematografia mondiale: la Mostra del Cinema di Venezia che si terrà dal 30 agosto al 9 settembre al Lido.

21 i film in concorso che la giuria, presieduta da Catherine Deneuve, dovrà esaminare e tra i quali dovrà scegliere il Leone d’oro. Ricordiamo gli altri giurati: il regista spagnolo Juan Josè Bigas Luna, quello americano Cameron Crowe e quello coreano Park Chaw-wook, il produttore portoghese Paulo Branco, l’attrice russa ChulpanKhamatova e il regista attore italiano Michele Placido. 21 film in Concorso quindi con le presenze italiane di Gianni Amelio “La stella che non c’è” e di Emanuele Crialese “Nuovomondo” in coproduzione con la Francia e identica coproduzione per Staru e Huillet “Quei loro incontri”, una coproduzione franco italiana quella di Alain Resnais “Private fears in public places”. Ancora quattro film “made in USA”, quello di Brian De Palma “Black dahlia” (film evento che inaugura la Mostra), quello di Allen Coulter “Hollywoodland”, quello di Darren Aronofsky “The fountain” e quello di Emilio Estevez “Bobby”. C’è poi l’Inghilterra che produce Alfonso Cuaròn “ Children of men” e coproduce con Francia e Italia Stephen Frears “The queen” e con Olanda, Belgio e Germania Paul Verhoeven “Zwartboek”. Quindi la Russia con Ivan Vyrypaev “Ejforija”, il Giappone con Kon Satoshi “Paprika” e Otomo Katsuhiro “Mushi-shi”, la Francia con Benoit Jacquot “L’intouchable” e l’Austria con Barbara Albert “Fallen”. Ed infine Joachim Lafosse con “Nue propriété” coprodotto da Belgio, Lussemburgo e Francia, Johnnie To con “Fangzhu” coprodotto da Hong Kong e Cina, Tsai Ming-Liang con Hei Yanquan coprodotto da Taiwan, Francia e Austria, Mahmat-Saleh Haround con “Daratt” coprodotto da Ciad, Francia, Belgio e Austria e Apichatpong Weerasetthakul con “Sang sattawat” coprodotto da Tailandia, Francia e Austria. Da rilevare che tutti queste opere sono in prima mondiale.

Molta euforia e molto “fair play” da parte del Presidente Davide CROFT e da parte del Direttore Marco MÜLLER sia nei riguardi delle opere presentate sia nei riguardi dell’altro avvenimento cinematografico dell’anno quella Festa del Cinema di Roma che si terrà dal 13 al 21 ottobre e che “incombe” sulla Mostra del Cinema di Venezia. A tal proposito si ricorda la frase di Davide Croft che è ormai diventata uno slogan “Si alla competizione, no all’antagonismo”. Ancora molti sono gli interrogativi che si pongono gli addetti ai lavori sul dualismo Venezia Roma e qualcuno azzarda: a me non è mai piaciuto giocare d’azzardo.

Di: Carlo Gheller

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