ECOSISTEMA GARDESANO: CIGNI E PESCI A CONFRONTO

| 1 settembre 2001
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Da sempre, sulle Alpi, l’uomo ha imparato che l’eccessivo numero di camosci o di caprioli, costituisce un grave pericolo per l’intero sistema biologico e provvede con vari sistemi per mantenere l’equilibrio.

Sul Garda , da alcuni anni , vi è stata una proliferazione abnorme degli uccelli acquatici , fra i quali i cigni, dovuta in gran parte ai residui alimentari che vengono gettati loro. Quasi inascoltate sono le varie ordinanze , affisse nei porti onde contenere il fenomeno, che sta divenendo pericoloso per l’ecosistema Gardesano. Sono particolarmente a rischio le grandi quantità di uova di coregoni, di aole, di alborelle, di cavedano che nel periodo di frega , vengono deposte a poca profondità lungo le rive sassose e che costituiscono una ricercata leccornia per i nostri bellissimi pennuti, che come vere idrovore succhiano milioni di uova. Sarebbe estremamente interessante conoscere esattamente quante uova è in grado di distruggere un cigno in 24 ore. Un esperimento artigianale è stato fatto da un amico pescatore professionista, che ha versato un secchio intero di uova di coregone nei pressi della riva. Dopo poco tempo, sono giunti due cigni che infilata la testa sott’acqua , le hanno risucchiate in un battibaleno , rivoltando persino i ciottoli sul fondo. La grazia e la bellezza sono i parametri per stabilire, in natura, chi debba essere sacrificato? Essere ambientalisti significa conoscere a fondo tutte le conseguenze che la presenza eccessiva provocata dall’uomo, di una specie, ha sul delicato ecosistema Gardesano.

Di: Giorgio Fezzardi

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