Unità d’Italia: IL CENTENARIO

| 8 giugno 2011
24 giugno 1959 -Laini e De Gaulle

La ricorrenza del centenario della battaglia di San Martino e Solferino avvenne nel 1959 in uno scenario storico completamente diverso. I cinquant’anni trascorsi dal 1909 avevano visto due guerre mondiali cariche di mali e di disastri economici, sociali, umani. Le conseguenze erano molto presenti. Si era in piena guerra fredda e la tensione tra gli apparati dei due mondi contrapposti dalla cortina di ferro era alta. La rivolta di Budapest del 1956, la questione di Berlino, il braccio di ferro tra la NATO e il Patto di Varsavia erano alcuni dei motivi della cupa atmosfera politica che gravava sull’Europa. Malgrado le difficoltà dei tempi, il Comitato promotore, istituito per celebrare il centenario della battaglia di San Martino e Solferino, lavorò con impegno e le varie manifestazioni programmate videro il culmine nella visita del presidente della Repubblica italiana on. Giovanni Gronchi, affiancato dal presidente della Francia Charles de Gaulle. Quest’ultimo nel 1958 era stato chiamato alla guida della sua nazione in un periodo difficile. Dopo che era finita la IV Repubblica e si era in piena crisi per la guerra d’Algeria, De Gaulle aveva assunto l’incarico concentrando nelle proprie mani ampi poteri e quello in Italia del giugno 1959 era uno dei suoi primi viaggi all’estero. Alle 11.40 l’auto presidenziale, una Fiat sportiva 1800 scoperta, arrivò a San Martino davanti alla Torre. Il presidente Gronchi, in abito color grigio antracite, e il presidente De Gaulle, in divisa color kaki da generale coloniale con la sola decorazione della doppia croce di Lorena in oro, furono accolti da un applauso caloroso. Provenivano da Brescia dove c’era stata una partecipe cerimonia commemorativa, in piazza della Loggia, per celebrare l’ingresso in città, cento anni addietro, di Napoleone III. Alla Torre di San Martino diede il benvenuto come padrone di casa l’avv. Luigi Laini, sindaco di Desenzano. Quindi tennero i loro discorsi celebrativi i due presidenti, che seppero esprimersi con chiarezza e concisione, così da non affaticarsi e non affaticare la grande folla presente sul prato della Torre. Dopo i discorsi davanti al Museo dietro la Torre, resero omaggioai caduti dell’Ossario. Alle 12.30, passando per Pozzolengo, erano a Solferino dove ci furono altri discorsi sulla collina della Spia d’Italia e altre onoranze all’Ossario di quella località. Il tema generale delle orazioni delle autorità verteva sul ricordo dei sacrifici compiuti da militari e civili il 24 giugno, sull’esaltazione della alleanza francoitaliana, sul proposito di un rinnovato impegno per una nuova Europa e per un Occidente garante della libertà e dell’umanità dei popoli. Terminati gli obblighi ufficiali, Gronchi e De Gaulle, con il rispettivo seguito, trovarono ospitalità presso la villa Pastore-Siliprandi di Cavriana (oggi villa Mirra), sede, cento anni prima, durante la battaglia, del quartier generale di Francesco Giuseppe; la notte seguente di Napoleone III, dove, nei giorni successivi andò a fargli visita, proveniente da Rivoltella, Vittorio Emanuele II. A fianco della figura alta, pallida e severa di Charles de Gaulle, durante la colazione, vi era la moglie Ivonne con un abito a pois marroncino chiaro e cappellino con veletta; gentile padrona di casa era la contessa Maria Valente Siliprandi che diede il via ai brindisi in onore di Francia e Italia. Alle 16.30 il corteo di auto ufficiali, tra cui la macchina scoperta dei due Capi di Stato e diciassette altre del seguito, occupate da personalità italiane e francesi, portò le autorità alla stazione di Desenzano, dove era in sosta sul primo binario il treno presidenziale, già treno reale. Il convoglio, formato da sei vagoni allestiti per incontri tra politici, e preceduto per sicurezza da un treno staffetta, partì poco dopo per Roma. Ricordiamo che facevano parte del seguito di Gronchi le più alte cariche dello Stato: il presidente del Senato on. Cesare Merzagora, il presidente della Camera on. Giovanni Leone, il primo ministro on. Antonio Segni, il ministro degli Esteri on. Giuseppe Pella, il ministro della Difesa on. Giulio Andreotti e altri dignitari. Da parte francese vi erano personalità equivalenti. Il treno raggiunse Roma alle 23.40. Partiti i presidenti, a Desenzano nel pomeriggio del 24 giugno ci fu una manifestazione spettacolare di paracadutisti. La sera a San Martino fu tenuto un concerto bandistico sostenuto da più bande comunali del territorio, che suonarono pezzi musicali a tema risorgimentale: inni e brani tratti da opere di Verdi.

nella foto il sindaco Laini con De Gaulle

Di: Amelia Dusi

Tags: , , , , , , , , , , , , , , , ,

Commenti

×