UN AUTORE AL MESE

| 1 maggio 2004

FABRIZIO GALVAGNI

Nuova antologia del dialetto bresciano 


Volume II – i poeti contemporanei  
a cura del Dott. Vittorio Soregaroli
Dicembre 1999 Fondazione Civiltà Bresciana – Fondazione A. Canossi – Centro Culturale A. Cibaldi – Realizzazione DGM -Brescia Stampa Tipografia M.Squassina – Brescia


 


È nato il 21 luglio 1956 a Vobarno dove tuttora risiede con la moglie e i tre figli. Conseguita la maturità classica all’Arnaldo, si è laureato in Pedagogia presso la Cattolica di Brescia. Fin dagli anni del liceo si è avvicinato a poeti come Mandel’stam, Petöfi, Esenin, Pasternak, Machado, Jmenez, Keats e Shelley. Accanto alla poesia, coltiva la musica e le lingue straniere. Oltre al russo e al portoghese, conosce la lingua e la cultura ungherese. Ha inoltre frequentato a Milano corsi di ebraico, lingue semitiche e filolofia neotestamentaria. Dal 1986, lasciato il lavoro impiegatizio, si dedica all’insegnamento. È tra i fondatori del’associazione culturale valsabbina “Compagnia delle Pive”, all’interno della quale partecipa sia all’attività musicale (suona il “baghèt” e altre cornamuse oltre al violino) sia all’attività di ricerca, valorizzazione e diffusione della cultura e delle tradizioni valsabbine. Nel 1994 ha pubblicato “Piö ‘n là” che raccoglie tutta la sua produzione poetica in dialetto bresciano. Numerosi e lusinghieri i riconoscimenti, ultimo il 15 febbraio scorso,  il primo premio al concorso “SS. Faustino e Giovita” bandito dalla fondazione Civiltà Bresciana. Da alcuni anni fa parte della giuria del nostro premio “Dipende – Lago di Garda”

 


SETEMBER


Setember malmustùs; zgurlìs de foie
strache, col pè levàt, pronte a cröà:
‘ne zvulezà frisùs, zbiavìs de voie,
vansòcc zbiasögàcc dei dé d’istà.

Setember pianzolét: zgnaulà del rì
zgiunfàt dal piöer de nigoi striminìcc,
ure zlabbrae e céi sensa cunfì;
‘n dei öcc traze de amùr pas e zmarìcc.

Setember moc: enfarfoiàs ‘n en vel
de ocaziù perse che ghe se sfarina
zgulando fiache en tra la tera e el cel;
töte embiamense false che zgusina
tristese tacolete come mel
e zloia e dè malàcc e gheba fina.


Settembre


Settembre musone; scuotersi di foglie / stanche, col pié levato pronte a cadere: / in uno svolazzare frettoloso svaniscono i desideri / avanzi pasticciati dei giorni d’estate. // Settembre piagnucoloso; miagolare dei ruscelli / gonfiati dalla pioggia / di nubi impaurite, / ore slabbrate e cieli senza confini; / nei cuori tracce di amori appassiti e smunti. // Settembre mogio, mogio e ingarbugliato in un velo / di occasioni perse che gli si sfarinano / volando fiacche tra la terra e il cielo; / tutte apparenze false che gocciolano / tristezze appiccicose come miele / e spossatezza, e giorni malati, e nebbia senza fine

Di: a cura di Velise Bonfante

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