UILTEC: VISITA DEL MINISTRO DEL LAVORO POLETTI PER CONOSCERE L’ESPERIENZA VINCENTE DELLE WORKERS BUYOUT DELLA NUOVA FUTURA DI SOLFERINO

| 23 marzo 2017
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«Siamo soddisfatti e molto orgogliosi di aver potuto affiancare le socie lavoratrici della cooperativa Nuova Futura di Solferino nella visita che ha tenuto ieri, presso la loro azienda, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, che ha voluto testimoniare così il suo diretto apprezzamento verso una scelta imprenditoriale tanto ardua quanto complessa, portata avanti con capacità gestionale e grande caparbietà da sette maestranze femminili che hanno saputo trasformare il proprio sogno in realtà».

La dichiarazione è di Fabio Caparelli, della segreteria territoriale Uiltec di Mantova, nella nota stampa rilasciata dopo l’incontro con il ministro Poletti, in visita a Castel Goffredo per partecipare al convegno organizzato dalla Federazione Provinciale di Mantova e dal circolo del Partito Democratico di Castel Goffredo, dal titolo “La questione lavoro nel distretto della calza”.

Nell’incontro con il ministro, in cui si è discusso della situazione del distretto manifatturiero della calza, si sono affrontati anche argomenti di politiche sociali, jobs act, disoccupazione giovanile, con ovvi riflessi di espressione per quanto riguarda l’occupazione nel distretto manifatturiero dell’Alto Mantovano.

La Nuova Futura, una cooperativa specializzata in cucitura e confezionamento delle calze, ideata da sindacati, istituzioni locali e associazioni imprenditoriali per rilanciare il distretto della calza, è un chiaro esempio di strumento deflattivo dell’occupazione.

Un’unione che ha fatto la forza di sette socie lavoratrici, oltre a restituire un futuro ad altri operai del settore, in prevalenza donne, rimaste senza lavoro a causa della crisi.

Dallo scorso 2 dicembre, queste workers buyout, come vengono chiamate da una classificazione internazionale le persone che si avviano a una simile esperienza, hanno impegnato il proprio futuro in questa impresa con l’ambizioso obiettivo di realizzare un prodotto di qualità, ma anche con la volontà di fare concorrenza a quei laboratori che si pongono ai limiti della legalità e che da ormai troppo tempo affollano con la loro spiacevole presenza il territorio.

«Quello della calza – prosegue Caparelli della Uiltec – fino a qualche anno fa era il secondo distretto al mondo e il primo in Europa per produzione, con quasi ventimila addetti. Da alcuni anni, però, prima della crisi e soprattutto con l’avvento della stessa, si sono persi più della metà dei lavoratori. Questa iniziativa rappresenta oramai un valido esempio a sostegno di un distretto, quello della calza, in un comprensorio di 18 comuni, peraltro in crisi da circa 8 anni. Nel suo futuro, quello della calza dovrà essere un distretto capace di mantenere la propria identità, di attuare politiche di rinnovamento. Bisogna che ci si lasci alle spalle le ormai vecchie e dannose dinamiche di lotta interna che si sono verificate negli passati tra gli imprenditori del distretto, mettendo insieme le forze per prendere le giuste decisioni e per affrontare al meglio il mondo e le sue sfide. Proprio come fatto dalle sette socie lavoratrici della Nuova Futura».

Nell’Alto Mantovano tutti attendono che torni a esprimersi presto da protagonista il distretto manifatturiero della calza, con l’obbligo che questo mantenga le proprie radici e il proprio patrimonio di conoscenze espresse nel territorio in cui è nato e sviluppato, ma che sappia essere anche flessibile e polivalente all’occorrenza, capace di adattarsi alle continue dinamiche di mercato e alle nuove e diverse richieste dei clienti sparsi in tutto il mondo.

Oltre il lavoro di supporto espresso dalla Uiltec Uil, Caparelli condivide parimenti il successo di questa singolare iniziativa cooperativistica con la sindacalista Sabrina Masotto della Femca Cisl.

Un progetto di reindustrializzazione varato nel 2015 da un tavolo promosso dal sindaco di Castel Goffredo, Alfredo Posenato, e composto anche dalle associazioni datoriali di settore Adici e Csc, oltre che dalla Provincia, dalla Camera di Commercio e da Confcooperative, con il supporto della Regione Lombardia per i contributi pubblici disponibili in aiuto alla cooperazione.

La sede della cooperativa si trova nell’ex calzificio Futura di Solferino, che ha messo a disposizione delle lavoratrici anche i macchinari. Ed è proprio in quella parola “Nuova”, posta davanti al vecchio nome, che sono racchiuse le aspettative e le ambizioni di queste sette donne che hanno scelto di rimettersi in gioco.

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