San Bonifacio (Vr) BORDOLESE DAY

| 1 febbraio 2006

“Il seducente taglio” tra Cabernet e Merlot è stato il protagonista del secondo “Bordolese day” nella stupenda, rinascimentale villa Gritti di Villabella (appunto) di San Bonifacio con l’ospitalità di Carlo Bressan, Presidente e di Aldo Lorenzoni, Direttore della Doc Arcole, in quel di Verona. 140 vini provenienti da 12 regioni italiane si sono fatti descrivere, assaggiare ed apprezzare dal meglio dell’enologia nazionale a cominciare da Giacomo Tachis, “papà del Sassicaia e a finire dal Prof. Attilio Scienza dell’Università di Milano, passando per produttori (conte Francesco Marone Cinzano e Giulio Bertrand), brokers (Paolo Basso), importatori (Giuseppe Meregalli) e sommeliers (Dino Marchi). 140 vini, dicevamo, con ben 40 dal Veneto, terra “storica” per i Cabernet e i Merlot, da sottolineare una presenza nuova e sorprendente del “Nero d’Arcole” che vuole diventare un must nel mondo dei bordolesi italiani. Gli altri provengono da Toscana, Sicilia, Lombardia, Trentino, Alto Adige, Lazio, Umbria, Marche, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagma e Valle d’Aosta. Il paradosso positivo che ha accompagnato la manifestazione è stato quello di verificare ed apprezzare l’autoctonia attraverso la degustazione del taglio bordolese: un mix di due tra i vini più globalizzati del pianeta. Con l’occasione è stato presentata “Guida ai bordolesi d’Italia – viaggio dall’alto Adige alla Sicilia: Ultra Premium, emergenti ed outsider” ed Terra Ferma, opera del giornalista che ha coordinato la manifestazione, Bruno Donati.Alla fine un grande risultato, alle terre veronesi non è bastato avere alcune tra le Doc storiche, tra cui la più estesa di tutte (Soave), con gradi vini prodotti da uve autoctone, non è bastato avere il primato per la produzione tra le province italiane, ma ha voluto aggiungere anche quest’altra gemma (rosso bordolese) alla sua corona.

Di: C.G.

Commenti

×