traumatologia a cura del dottor Salvi
LA ROTULA
La rotula : come funziona, come si frattura e come si ripara
La rotula è un osso “sesamoide”, ovvero inserito nel contesto di un tendine ed è un importante componente funzionale del meccanismo estensore del ginocchio insieme ad altre due strutture anatomiche tra cui si trova localizzata, come il tendine del quadricipite ed il tendine rotuleo. La sua funzione principale è consentire l’estensione attiva dell’articolazione e mantenere il corpo in posizione verticale contro gravità. Essendo il più grande osso sesamoide nel corpo, la rotula svolge molteplici funzioni, comprendendo l’aumento del braccio di leva del muscolo quadricipite, fornendo al meccanismo estensore un vantaggio biomeccanico durante l’estensione del ginocchio, riducendo l’attrito tra il tendine quadricipite, il tendine rotuleo e la troclea femorale, agendo come distanziatore e offrendo protezione all’articolazione femoro-tibiale dai traumi diretti. La rotula agisce come una puleggia. Alla completa flessione del ginocchio, la forza sulla rotula raggiunge 7,65 volte il peso corporeo e, a 60 gradi, è quattro volte il peso corporeo.
La frattura della rotula può interrompere il meccanismo estensore del ginocchio (Figura 1), perciò l’obiettivo del trattamento (chirurgico o non chirurgico) è ripristinare tale funzione fondamentale per ritornare alla deambulazione. Il trauma diretto da caduta è la causa più comune con cui avviene la frattura della rotula, ma un’altra possibilità avviene quando il meccanismo estensore del ginocchio supera la resistenza dell’osso con conseguente frattura trasversale o avulsione del polo inferiore. Il trattamento chirurgico è necessario quando la frattura è scomposta, con distanza tra i capi di frattura superiore a 2 mm con perdita dell’estensione attiva del ginocchio e prevede, nella maggior parte dei casi, nonostante i diversi metodi disponibili, il
cosiddetto “cerchiaggio dinamico”, che si realizza con l’inserimento di due fili d’acciaio (detti di Kirschner, dal nome del loro ideatore) verticalmente che si cerchiano con apposito filo metallico (Figura 2 e 3) in modo che, durante la flessione del ginocchio, l’aumento della forza di trazione sui capi di frattura venga convertita in forza di compressione. Tuttavia, nonostante il cerchiaggio dinamico sia assai diffuso, non è esente da complicanze, quali la migrazione dei fili di Kirschner con possibile sporgenza cutanea, dolore e irritazione, rendendo spesso necessario l’asportazione del combinato fili-cerchiaggio. Nel caso di fratture comminute o qualora la fissazione
precedente non sia riuscita, si può prendere in considerazione una procedura di salvataggio, quale l’asportazione della rotula (patellectomia) parziale o totale. Nella prima ipotesi, la rimozione dei frammenti esita con accorciamento della lunghezza della rotula ed un aumento conseguente della pressione femoro-rotulea con scarsi risultati funzionali, mentre la patellectomia totale è associata ad una riduzione del 50% della forza del quadricipite.
dott. Andrea Salvi
Specialista in Ortopedia e Traumatologia
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Tags: Andrea Salvi medico, ginocchio, Kirschner, ortopedia, rotula, traumatologia
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