Pozzolengo (Bs) PREMIO STELLA DEL GARDA

| 30 novembre 2005

POZZOLENGO: 
CROCEVIA DI TRADIZIONE E MODERNITA’ 

Il comune dell’hinterland gardesano ha ospitato il concorso organizzato dal Consorzio di Tutela Lugana Doc, che premia i migliori Vini Lugana. Da queste parti passerà il tracciato della Ferrovia ad Alta Capacità. Preoccupazione tra operatori economici, istituzioni e comunità locale, a cominciare dal Sindaco Paolo Bellini

A Pozzolengo con il Consorzio Tutela Lugana Doc che ha organizzato la rassegna Stella Del Garda.
L’organizzazione guidata dal Presidente Paolo Fabiani in collaborazione con l’Ente Vini Bresciani, conferma con questo evento, l’impegno nella divulgazione di questo vino bianco d’autore. Teatro della rassegna il Castello di Pozzolengo che ha ospitato produttori, appassionati ed avventori in questo viaggio dentro le peculiarità del nettare bianco prodotto nel piccolo triangolo di terra argillosa, situato a cavallo tra le province di Brescia e Verona. Un territorio prezioso, con al centro Pozzolengo e le sue tradizioni, da tutelare e salvaguardare con concretezza ed impegno. 

UN BIANCO CHE SORPRENDE 
a cura di Angelo Peretti

Scommettiamo che il Lugana riesce a stupire quelli che ancora credono che il vino bianco non sia capace di lungo invecchiamento?

Già: in Italia siamo convinti che i rossi possano invecchiare e i bianchi no. Sbagliato: certi vini bianchi col passare degli anni non solo si conservano, ma migliorano. Solo che in genere si crede che questa sia prerogativa dei vini francesi o tutt’al più dei Riesling tedeschi. Invece anche in Italia di bianchi da lunga conservazione ce ne sono. Magari sono pochi, ma uno è in riva al Garda: il Lugana, appunto.Così, il consorzio di tutela del bianco luganista ha pensato bene di convocare un manipolo di giornalisti per sottoporre al loro palato una quindicina di bottiglie e valutarne il potenziale. La scommessa era questa: può qualcuno di questi vini esser tale da migliorare nel prossimo triennio? Unica regola per il produttore era presentare vini almeno del 2003, esclusa dunque l’ultima annata (e, badate, il 2004 è stata ottima vendemmia bianchista). Ebbene, i wine writer si sono sentiti di scommettere su un terzo dei vini presentati, che verranno riassaggiati l’anno venturo e quello dopo e dovranno mostrarsi non già solo ben conservati, ma anzi cresciuti in eleganza.
Primo ad aver superato la selezione è il Lugana Riserva del Lupo 2003 di Cà Lojera, vino di grande carattere, magari difficile da comprendere ora, ma destinato a fascinoso futuro. Cà Lojera ha giocato una seconda ottima carta col suo Lugana Superiore 2001, che potrà ancora migliorare (e ha già quattro anni). Ha passato la prova anche il Lugana Superiore Vigna di Catullo 2003 della Tenuta Roveglia, tratto da tre successive selezioni nel vigneto. Poi, il Lugana Molceo 2003 di Ottella, uno dei più celebri bianchi gardesani affinati nel legno: non dovrebbe aver problemi a dipanarsi al meglio nel triennio. Quinto vino su cui i giornalisti si sono sentiti di scommettere, il Lugana Superiore Fabio Contato 2003 di Provenza, anche questo maturato in botte, denso di profumi di selezionatissima uva surmatura. Altri dettagli sulla degustazione, se volete, potete leggerli sul sito www.internetgourmet.it.
Ma perché il Lugana dovrebbe superare gli anni? Perché quello della Lugana è un grande terroir, fatto d’argille su cui la vigna fatica, ma dà vini di notevole freschezza e buon corpo. Capaci d’esprimersi subito, da giovani, con toni vegetali e floreali per poi passare decisamente, con gli anni, alle note fruttate e minerali. Ovvio: si parla dei Lugana migliori, meglio fatti. Ma vale la pena scommetterci davvero.

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