OASI DI PROTEZIONE: NIET!
Nella pur lenta acquisizione di una coscienza di salvaguardia dell’ambiente e delle specie, sono ormai universalmente riconosciute indispensabili le oasi marine o lacuali per la tutela della fauna ittica. Le prime positive esperienze di Ustica edi Montecristo hanno favorito il moltiplicarsi di tratti di costa vietati alla pesca, professionale e sportiva. Persino i pescatori professionisti riconoscono quanto esse siano importanti per salvare la fauna ittica. Un piccolo sacrificio, oggi, per garantirsi il domani. Tratti di lago o fiume, vietati alla pesca, sono, insieme a cospicue semine, la ricetta indiscussa per un giusto equilibrio tra fauna ittica e prelievo. La consulta della pesca della provincia di Brescia ha bocciato la proposta delle seguenti oasi di protezione nel Basso Garda, presentata dal Dott. Fezzardi, che complessivamente interessavano 1 Km su 15 di costa lacuale.
Comune di Sirmione : Punta Gro’, Lungolago
Comune di Desenzano: S. Francesco, Vo’
Comune di Padenghe : West Garda
La scelta di tali zone era dettata sia dal particolare pregio ambientale per la riproduzione ittica delle varie specie, quali il luccio, il persico, l’alosa, il coregone, sia per la presenza di canneti, flora acquatica , massi erratici, ecc. La provincia di Verona ha invece, da tempo, istituito un’ oasi di protezione di 1 km a Bardolino, che sta dando ottimi risultati. Ognuno ha il diritto di avere le proprie convinzioni, si dirà, ma è indispensabile affrontare seriamente sia il problema delle zone di protezione sia delle semine, poiché i pesci non parlano veneto, trentino o bresciano. Sentiamo la mancanza del consorzio tutela pesca, abolito negli anni sessanta, che gestiva ottimamente nella sua globalità, il nostro lago e ci auguriamo che la Comunità del Garda sappia ricomporre l’unità di interventi , oggi frazionati in tre province.
Di: Giorgio Fezzardi
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