Milano – “LOOK AT ME!” – Da Nadar a Gursky: i ritratti nella Collezione d’Arte UniCredit

| 9 gennaio 2017
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La fotografia come documento come sviluppo della società e di sé stessa

L’Unicredit Pavillon, struttura pensata e quindi adibita a manifestazioni, eventi presentazioni letterarie, eventi espositivi è ormai diventato importante punto di riferimento al centro di Piazza Gae Aulenti, vera e propria “Agorà” sopraelevata proprio a fianco dell’alto grattacielo di proprietà dell’Istituto bancario, a sua volta divenuto vero e proprio simbolo architettonico d’immediato riconoscimento per il capoluogo lombardo all’interno del moderno contesto abitativo che, partendo dalla Stazione di Porta Garibaldi si espande fino al nuovo quartiere “Porta Nuova”. Il Gruppo UniCredit vanta una ingente raccolta artistica costituita da oltre 60.000 opere, da reperti antichi a capolavori dei grandi Maestri del passato come Girolamo Savoldo, Dosso Dossi, Pietro Longhi, opere di Maestri moderni come Yves Klein, Fernand Léger, Giorgio de Chirico, Kurt Schwitters, Oskar Kokoschka, Gustav Klimt e di artisti contemporanei di spicco quali Christo, Georg Baselitz, Gerhard Richter, Andreas Gursky, Giulio Paolini; un corpus di oltre 4.000 fotografie storiche e contemporanee completa la collezione, ancor più valorizzata grazie a numerosi prestiti a mostre temporanee, comodati a prestigiose istituzioni, allestimenti in uffici e filiali del gruppo e attraverso mostre internazionali ideate e realizzate dalla banca. La mostra attualmente in corso al Pavillon presenta una qualificata selezione di alcune tra le più rappresentative opere fotografiche originali provenienti dalle collezioni d’Arte UniCredit in Austria, Germania e Italia, visibili per la prima volta in Italia grazie alla proficua collaborazione tra le tre banche del Gruppo. Come lo scorso anno con le mostre “Lo Sguardo di…” e le installazioni interattive di Miguel Chevalier in “Onde Pixel”, anche in questa occasione viene indagata la persona e il suo rapporto con l’arte. L’esposizione attuale vuole suggerire una lettura del mondo come teatro nel quale ognuno, prima o poi, chiede di essere attore e non solo spettatore, di essere guardato oltre che di guardare. “Look at me!” (in italiano letterale “Guardami!”) diventa allora il richiamo del fotografo a guardare in macchina, ma anche la richiesta del soggetto di diventare protagonista dell’immagine. Concepita come una panoramica dalla seconda metà dell’ Ottocento ai giorni nostri, la rassegna è composta da 170 foto ed è articolata sui tre livelli della struttura, proponendo una narrazione in sei sezioni tematiche. A piano terra “Il volto della società” e “L’individuo e la massa” prendono in esame il rapporto tra la figura e l’ambiente circostante, considerato nelle sue differenti forme di apparizione e di influenza sul singolo. Qui sono esposte, tra le altre, opere di Cartier-Bresson, Weegee e Ghirri. Nelle sezioni denominate “Sulla Passerella dell’Arte, “L’artista come modello” e “Hall of fame” possiamo ammirare una galleria di ritratti di artisti del XX secolo, di politici, intellettuali in cui viene esaminato il tema della rappresentazione della celebrità e delle retoriche ad essa collegate, perché da sempre l’attrazione per i personaggi famosi accompagna la storia del mondo, e qui devo dire che mai ho visto un uomo così assorto come Josef Beuys ritratto da Mimmo Jodice. Tra questi si possono ammirare lavori di Nadar, Man Ray, Catalano e Marclay. All’interno della Green House, le sezioni “Il ritratto del corpo” e “La messa in scena” presentano ritratti in studio e in posa che raccontano una società che mira a inventare o reinventare il volto, la persona o il mondo che la circonda; qui sono esposte le opere di Bellocq, Richter, Diane Arbus e Probst; i fotografi non si limitano a riprodurre ma creano, inventano, costruiscono, mettono in scena. Ma il pregio di questa mostra, soprattutto per gli appassionati di fotografia, non è solo il percorso della società e del costume in generale nel suo svolgimento attraverso i ritratti di persone famose o comuni, ma anche il percorso della storia della fotografia stessa dal suo nascere all’oggi, dalle stampe color seppia ai grandi formati a colori con post-produzione digitale. Alcune doverose note sul bravo e competente curatore. Walter Guadagnini è nato a Cavalese (TN) nel 1961 e si è laureato in Lettere Moderne all’Università degli Studi di Bologna nel 1985, con una tesi in Storia dell’Arte Contemporanea. Vive e lavora a Bologna, dove dal 1992 è titolare di una cattedra di Storia dell’Arte Contemporanea all’Accademia di Belle Arti. Dal 2011 tiene la cattedra di Storia della Fotografia ed è coordinatore del Biennio Specialistico in Fotografia della stessa Accademia. Dal 2004 è presidente della Commissione Scientifica del progetto “UniCredit e l’Arte” e da ottobre 2016 è il nuovo direttore Centro Italiano per la Fotografia di Torino. Tra le tante mostre, nel 2009 cura “Past Present Future – Highlights from the UniCredit Group Collection” al Kunstforum di Vienna (poi Palazzo della Ragione, Verona, e Yapi Kredi Cultural Center, Istanbul, 2010). Nel 2011 cura le mostre “Things are queer” al MARTa Museum di Herford e “People and the City” al Winzavod Centre for Contemporary Art di Mosca (poi COCA, Torun, 2012). Nel 2000 ha pubblicato il volume “Fotografia” per l’editore Zanichelli, Bologna. Nel 2007 pubblica il volume “100 – La fotografia in cento immagini” per Motta Editore, Milano. Nel 2010 pubblica “Una storia della fotografia del XX e del XXI secolo” per l’editore Zanichelli, Bologna. È curatore del progetto editoriale “la Fotografia”, in 4 volumi (“Le origini, 1839-1890”, “Una nuova visione del mondo, 1891-1940”, “Dalla stampa al museo, 1941-1980”, “L’età contemporanea 1981-2013”) pubblicati dal 2011 al 2014 dalla casa editrice Skira, edizione italiana e inglese. Dal 2006 è responsabile della sezione Fotografia de “Il Giornale dell’Arte”. La mostra è allestita in modo originale con pannelli che riproducono in forma caricaturale personaggi della cultura, scrittori, scienziati, musicisti con loro “massime”. L’esposizione è accompagnata da un importante catalogo bilingue (italiano-inglese) di Silvana Editoriale.

UniCredit Pavillon – Piazza Gae Aulenti, Milano; fino al 29 Gennaio 2017; orari: da martedì a domenica 10-19; Biglietti: 8€ intero, 6€ ridotto, gratuito ai minori di 18 anni; per informazioni: Numero Verde 800 184949; www.unicreditpavillon.it

Fabio Giuliani

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