Lessinia DURELLO ANCORA ALLA RIBALTA

| 1 febbraio 2006

Per una DOC che non ha ancora 20 anni (1987), la Monti Lessini Durello sta avendo grosse soddisfazioni.

Il 2005 si è dimostrato anno benevolo: la produzione è aumentata fino a quasi 500.000 bottiglie e i produttori sono diventati otto, ai sette precedenti si è aggiunta la Cantina Sociale Val Leogra (VI), ora sono cinque le Cantine sociali e tre i produttori “privati” di quello che si va sempre più affermando come uno dei vini spumanti di punta nel panorama veronese e veneto. Vedremo se la grande quantità di prodotto che va a rinforzare spumanti concorrenti si ridurrà sempre più a favore dell’imbottigliamento e della produzione veronese e vicentina. Il caso più eclatante: la cantina dei Colli Berici ha finito la sua produzione ben prima delle festività natalizie! Altro traguardo che contribuisce ad elevare la considerazione che il Durello sta avendo nel nostro Paese è l’inserimento di tre Produttori di Durello nell’A.N.I.M.A. (Associazione Nazionale Italiana Metodoclassico Autoctono) che raggruppa la maggior parte dei produttori che spumantizzano, nelle proprie cantine col metodo classico seguendo il disciplinare di produzione riconosciuto (DOC), unicamente uve che provengono da vitigni autoctoni. I tre produttori sono Marcato e Fongaro (VR) e Cecchin (VI) su un totale di 23 aziende di Piemonte, Val d’Aosta, Marche, Campania e Lombardia con due Aziende di Desenzano, Visconti e Olivini.Stefano Cantiero per la sezione TV e Bruno Donati per la sezione carta stampata sono stati eletti Giornalisti del Durello 2005. Per la valorizzazione della Lessinia, terra che genera l’antica (750 anni circa!) l’uva durella e quindi il durello, un libro fotografico “Lessinia prima del cielo” realizzato da Claudio Portinari con i testi di Alessandro Anderloni. Un’opera importante che, oltre a mostrare le meravigliose lande montane della Lessinia, vuole essere una guida per chi si avventura con amore e umiltà tra le forre e gli alpeggi e i borghi di questa terra che va dalle Valli vicentine a quelle trentine passando da quelle veronesi.

Di: Carlo Gheller

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