IL RACCONTINO

| 1 luglio 2005

Gli spiritelli della vecchia casa 


Chi dice che i fantasmi vivano solo nei paesi nordici si sbaglia; di sicuro sono insediati anche sul lago di Garda in luoghi dove nessuno crederebbe. Per notarli basta solo un po’ di attenzione. Zia Rina e zia Angela ogni lunedì fanno il bucato, puntuali fin da quando erano adolescenti; ora hanno passato gli ottant’anni e ancora seguono la tradizione della famiglia. Zia Rina è di un equilibrio instabile sulle gambe, mentre Angela ha perso la memoria e dimentica quello che ha fatto il minuto prima. Utilizzando però le risorse ancora disponibili dell’una e dell’altra riescono in una giornata ad ottenere un bucato perfetto, per lo più fatto a mano. Angela segue a puntino gli ordini di sua sorella e con le forze ancora molto buone delle braccia immerge la biancheria anche la più pesante nell’acqua, insapona, strizza, bagna, insapona di nuovo, strizza ancora, arrotola i panni con gesti vigorosi e sicuri. Ogni tanto chiede: “Cosa devo fare adesso?”. Se nessuno le risponde, si mette a pulire in giardino o va a trovare le poche galline che le consentono di tenere. Aspetta che Rina dosi la liscivia e prepari la candeggina nella giusta proporzione d’acqua, più tardi procede con un risciacquo accurato. Finito il bucato, Angela riordina la cantina secondo un suo personale ed estemporaneo criterio, quindi considera conclusa la sua giornata lavorativa. Oggi nasce però un problema; come entra in cucina, Rina le dice: “Dove è il mio pettine? T’avevo detto di lavarlo con la spazzola e di portarmelo su!” Angela non ricorda per niente la faccenda del pettine e non sa come rispondere. Tace e continua nelle sue piccole attività. Dopo cinque minuti la sorella la cerca e le chiede: “Dove è il mio pettine? Non lo trovo da nessuna parte!” Angela non dice niente e continua a leggere il giornale. Il brontolio va avanti con queste domande a lungo. La nipote, per dare una soluzione al problema, fa osservare a zia Rina: “Lascia stare; era così brutto e io te ne ho regalato uno nuovo. Usa questo!” Zia Rina ribatte: “Ma quello lo adoperavo da tanto tempo e mi andava proprio bene!” E continua a cercare il suo pettine in angoli improbabili e ne chiede ai vari componenti della famiglia. Arriva il momento della cena e zia Rina e zia Angela siedono a tavola gomito a gomito come sempre. Zia Rina si rivolge ad Angela: “E allora il mio pettine dove è?” Zia Angela, che per tutto il pomeriggio aveva dato ad intendere di non aver mai ascoltato la sorella, sbotta: “Mi importa tanto del tuo pettine! Può anche aver preso il volo ed essere andato fuori dalla finestra che per me è lo stesso!” Zia Rina resta di sasso per la risposta improvvisa e tace. Gli altri di casa ridono, poi la nipote promette che il giorno dopo, con una luce migliore, cercherà il pettine. Il pettine viene trovato a terra vicino alla fontana della cantina. Portato con sollievo di tutti a zia Rina, lei commenta compiaciuta: “Ma anche il pettine nuovo mi va proprio bene!” Questa sparizione si è risolta, ma dopo poco ci si accorge che manca il portasapone. Però nessuno si allarma più di tanto: “Salterà fuori! Vedrai che in un momento o l’altro salterà fuori.” Ormai tutti sanno che è il folletto della vecchia casa a procurare il frequente scompiglio, risolvibile, dopo momenti di ansia crescente, quasi sempre in modo positivo. Gli spiritelli non esistono solo per i bambini e gli adolescenti, ma anche con certezza per gli anziani insediati in vecchi appartamenti, dove gli oggetti scompaiono e compaiono senza una precisa logica.

Di: A.D.

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