IL GIARDINO FORESTA: intervista a Onorio Belussi

| 14 dicembre 2019
Onorio Belussi e Raffaella Visconti

Fukuoka, Mollison, Holmgren, Hazelip e molti altri, fra cui Onorio Belussi hanno scritto molto relativamente alla food forest “seminando” la consapevolezza che allo stesso principio assoluto è possibile dare molteplici risposte, secondo punti di vista individuali e sociali diversi. secondo Belussi il giardino foresta è il paradiso terrestre o l’Eden biblico, dove Adamo ed Eva avevano il compito di coltivare alberi belli da vedere e buoni da mangiare, senza dividere le piante in utili o dannose, oltre ad avere il dovere di custodire la vita nelle sue molteplici forme e variati cicli. E’ un luogo dove l’energia incarica la mente di Dio e la materia rappresenta il corpo della Natura. E’ un posto che unisce religioni, filosofie e materialismi nelle loro differenti credenze, teorie e pratiche sacre e/o profane. E’ la direzione dell’umanità smarrita e confusa dal materialismo del fare e che desidera ritrovare il punto, la linea e l’onda spirituale del “non fare”. E’ il bambino o la bambina che ogni persona adulta ha ancora dentro se, pieni di curiosità, con la particolarità di chi ignora e aperti al mondo, felici di vedere e nel godere cose e visioni semplici. E’ la Terra dove donne e uomini vivono con punti religiosi, linee filosofiche e onde materialiste capaci di unire assieme il Creatore, la Creazione e l’Universo.    E’ una rivoluzione civile, culturale e scientifica che mette al centro la conoscenza della Natura e colloca in periferia l’ignoranza Umana.

Compie trent’anni la più longeva Food Forest italiana. Si Trova a Adro in provincia di Brescia ed è stata realizzata da Onorio Belussi, un saggio personaggio assolutamente da conoscere. In primavera sarà ospite all’Officina delle Erbe del Garda a Desenzano insieme a Pietro Zucchetti, fondatore dell’Istituto Italiano di Permacultura con cui collabora da diversi anni.

Onorio Belussi vive a Adro, nel cuore della Franciacorta. E’ proprio nel rinomato territorio dedicato principalmente alla viticultura, fra gli ordinatissimi filari di vigne che spicca il suo “Eden terrestre”, come lui stesso ama definire la sua foresta “di cibo”.  Onorio ha dato vita alla sua food forest dopo aver letto “La rivoluzione del filo di paglia” di Fukuoka, nel 1987.  “leggendo questo libro ho iniziato a rinnovare il mio cuore, cambiando mentalità e comportamento per essere meno complice nel seminare inferni terreni e nel desertificare la Terra- racconta Belussi- Nel 1989, col cuore rinnovato sono ritornato verso le mie origini contadine e ho incominciato a coltivare di nuovo la terra, andando però oltre la teoria e la pratica dell’agricoltura comune, ma cercando di seguire i principi del “non fare” di Fukuoka”. Nel 1992 ha seguito il corso di design di permacultura con David Holmgren in Italia,ed è fra i pochi italiani che ha incontrato-parlato con Masanobu Fukuoka e studiato il suo pensiero, ha fatto un corso di agricoltura naturale con Panos Manikis, allievo di Fukuoka e organizzato assieme incontri in alcuni villaggi ecologici italiani per seminare i principi del “non fare”. Infine ha partecipato a un corso sull’agricoltura sinergica, tenuto da Emilia Hazelip. Belussi ha scritto il libro “La rivoluzione della natura terrestre” e collabora con l’Istituto Italiano di Permacultura sia come istruttore che come consulente. La food forest di Adro è la prima nel suo genere in Italia e, con i suoi trent’anni, rappresenta un importante successo percepibile a prima vista, con produzione di frutti legati alla stagionalità da osservare in un ambiente così naturale da essere percepito come insolito, straordinario e all’apparenza disordinato. In realtà ogni passo mostra un mondo meraviglioso ricchissimo da non calpestare. La prima indicazione è infatti seguire i piccoli percorsi pacciamati senza mai camminare sul terreno produttivo in ogni anfratto. “Coltivando col metodo Fukuoka ho iniziato a seminare il paradiso terrestre, convinto che l’esperienza del “non fare” è universale e generale, per chi ha la testa adatta per andare oltre i pensieri e le visioni comuni. Questo perché, come accade in tutte le cose completamente nuove, all’inizio si incontrano parecchie difficoltà ma poi, aumentando l’esperienza, sono riuscito a fare la stessa cosa con più facilità, perché sbagliavo di meno – prosegue Belussi-. La Natura funziona in modo semplice, scoprire il funzionamento di una cosa è difficile, spiegare l’organizzazione che la fa funzionare è complesso e conoscere tutto è umanamente impossibile.” “Prima del giardino foresta esisteva il Giardino Naturale, dove viveva un umanità con religiosità, filosofia e materialismo uniti assieme e praticati in maniera universale e generale. – racconta Onorio- Il giardino foresta quindi non sarebbe altro che l’origine dell’agricoltura, dove il terreno non si lavorava ne si fertilizzava, non si estirpavano le erbe, i pesticidi erano sconosciuti e le piante non venivano potate.E’ anche il periodo fra l’agricoltura originaria e l’inizio della civiltà religiosa, della cultura filosofica e della scienza materialista, dove ognuna era separata dalle altre, con punti di vista, linee guida e onde sentite in maniera particolare e individuale, perché il progresso le espandeva e lo sviluppo le turbava. Quello che è certo è l’apparizione del paradiso terrestre, sicuramente a mia immagine e somiglianza, ma creato dall’energia divina e generato dalla materia naturale”. Il Giardino Foresta può servire per contrastare la crisi energetica, i cambiamenti climatici: “Con la testa del “non fare” i benefici possono essere infiniti o comunque potrebbero durare fino a quando vivrà la natura Umana. – afferma Belussi – In pratica, escluso tutto quello che è fuori dalla nostra volontà e desideri, ciò che dipende esclusivamente da noi possiamo fare molto. Difatti se siamo riusciti a ottenere benefici materiali, nonostante abbiamo alterato e danneggiato il funzionamento del mondo naturale, risulta chiaro che assistendo la materia della Natura e accompagnando l’energia di Dio aumenteremo anche il beneficio dello Spirito. Più aumenteremo la spiritualità e diminuiremo la materialità, più i benefici spirituali e materiali diventeranno equilibrati e diminuirà la necessità di usare energia. Possiamo seminare tanti giardini foresta, ma se l’umanità consumerà più energia di quella che la Terra produce è inevitabile la crisi energetica. Così accade anche se consumiamo poca energia e materia che serve alla Terra per funzionare, perché risulta evidente che prima o poi l’umanità subirà altre crisi diverse e non soltanto quella energetica”. Il problema centrale quindi è il rispondere alla domanda, se la crisi energetica futura sarà l’ultima oppure accadranno molte altre, senza creare problemi all’esistenza della vita sulla Terra. “Con la testa e lo spirito che è meglio non fare che fare qualcosa di sbagliato e che la prudenza non è mai troppa, seminare paradisi terrestri o giardini foreste è la direzione necessaria da prendere – conclude Onorio Belussi- e poi, siccome ignoriamo il futuro, chi vivrà vedrà e forse saprà chi ha avuto ragione.”

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