IDA MAGLI: C’ERA UNA VOLTA..CONTRO L’EUROPA

| 1 luglio 2005

Nel 1997 Ida Magli contestò l’UE
C’ERA UNA VOLTA..CONTRO L’EUROPA


Dipende intervistò nel 1998 l’illustre antropologa autrice di un libro che ammoniva sui rischi di Maastricht. Effettuando in questo modo un’operazione in contro tendenza con le opinioni del momento. Riproponiamo l’articolo del maggio 1998, dove la Magli prospetta scenari problematici, che purtroppo hanno trovato conferme nei fatti dell’attualità Anno 1997. Periodo di massima euforia nel lancio dell’Euro, super moneta e gran simulacro della moderna economia per rilanciare la vecchia Europa. Guai a chi lo tocca. O Euro o morte. Esce però un piccolo libro, scritto da una bella mente pensante: Ida Magli. Un’antropologa di fama internazionale dalle idee laiche ed evolute. Il volume si chiama “Contro l’Europa”(editore Bompiani) ed è una ben argomentata critica al progetto di Maastricht, che ci vuole tutelati sotto le insegne di un’unica moneta. La professoressa Magli prova a spiegare che è un pericolo “che prima bisogna fare l’Europa dei popoli e poi quella del denaro”. Nessuno la ascolta. Qualche notizia rivela che nel salotto buono di Maurizio Costanzo lei può andarci quando le pare. Può esporre qualsiasi argomento, a patto che non parli di questo saggio ribelle anti europeo. Libertà di espressione sulla vita di relazione privata delle popolazioni primitive africane, ma niente discorsi “Contro l’Europa”. Ci imbattiamo per caso in questa storia nell’aprile del 1998, complice un convegno organizzato dalla biblioteca di Padenghe sul Garda per promuovere il libro incriminato. Così intervistiamo Ida Magli. Ascoltiamo le sue preoccupazioni. Una per tutte e quasi premonitrice “sono conviNta che l’unità europea favorirà moltissimo la religione mussulmana”. Crediamo sia importante riproporre nella sua integrità l’intervista, scritta e concepita quando le mode erano altre. Oggi che il vento è diverso. Dentro una società europea affannosamente impegnata nella difesa di identità culturali ed economiche, che non permettono evanescenti proclami intellettuali pericolosamente alla moda. 


LA VOCE DI IDA MAGLI PER SPIEGARE IL PERICOLO EUROPA

Solo il Dio Denaro al centro dell’Europa. Invettiva motivata e decisa quella di Ida Magli, antropologa e saggista di fama internazionale che, fuori dal coro, lancia un allarme sul trattato di Maastricht. “Contro l’Europa” è il provocatorio titolo dell’opera con l’insinuazione dialettica sottostante che recita “Tutto quello che non vi hanno detto di Maastricht”. “O Europa o morte” è l’esordio del pamphlet della Magli che su questo dogmatismo uniformato ha iniziato a covare qualche sospetto. “Credo che solo in pochi abbiano letto integralmente il trattato di Maastricht – spiega la Professoressa Magli – se solo si effettua un’analisi superficiale del testo, si nota che l’unico soggetto dominante è l’economia. In pratica si decide del destino dei popoli solo sulla base del Dio Denaro, fatto di incommensurabile gravità. Non si può non tenere conto infatti delle innumerevoli implicazioni che una scelta così radicale può comportare”. Ma i popoli, quella gente comune di cui spesso il politico o l’intellettuale parlano diffusamente, sono d’accordo su quest’unico tetto europeo che sta nascendo così rapidamente? “I popoli e la gente quest’unione non la vogliono – è l’amara constatazione dell’antropologa – ma ancor più non sono informati su quello che sta realmente accadendo. Facciamo un esempio molto semplice che si rifà ancora al testo del trattato: la parola religione non compare mai. Anche questo è un fatto molto pericoloso. Non dovrei essere io, laica convinta, a dover spiegare l’importanza fondamentale del tema religioso all’interno delle popolazioni. Ed in Europa – continua la Magli – di religioni importanti ce ne sono almeno tre: Cristiana, con le ramificazioni cattoliche e protestanti, Mussulmana e Ebraica. Tre diversi modi di concepire gli aspetti teologici della vita. Tre problematiche che nemmeno hanno sfiorato gli ideatori di Maastricht.” E il limite e il pericolo di questa religione che non c’è si rovescia in quella che è alla radice del nuovo grande stato: l’economia. “Gli economisti – riprende l’antropologa – sono di fatto i nuovi condottieri. Gli unici, a parer loro, in grado di difendere e conquistare il Santo Sepolcro che oggi è l’Europa. Ma si sbagliano di grosso. Proprio per un fondamentale errore religioso. Dopo l’avvento di Gesù è infatti l’individuo al centro della dinamica sociale. E l’Europa con la sua cultura e la sua tradizione ha innato questo concetto fatto di identità nazionali e di peculiarità linguistiche e culturali. Una struttura che vuole unificare secondo una logica solo monetaria rischia di frazionare ancor più il disagio tra i popoli. Sono convinta che l’unità europea favorirà moltissimo la religione mussulmana perché di antico testamento e quindi ancora lontana dal concetto di identità soggettiva. Ma queste cose le conoscono e le studiano altri esperti che sono sociologi, psicologi ed antropologi dei quali non è stato ascoltato il parere prima di iniziare questo progetto. loro, gli economisti, si sono solo preoccupati di fondare questo impero europeo fintamente liberista ed anzi molto più vicino all’ideologia comunista che, proprio con Marx, riconosceva all’economia il ruolo egemone nel governo dello stato” Parole dure che percorrono con grinta le strade quasi inaccessibili di un vento e di un treno europeo che sembra non potersi fermare più. “Ora anche i banchieri mettono le mani avanti – precisa la Magli – Fazio parla di Europa come di Purgatorio, proprio ora che la Chiesa lo ha cancellato dalle sue regole. Ciampi dice che non sarà il Paradiso. Io so solo che ho studiato per tre anni il problema ed il libro l’ho scritto in tre mesi, proprio perché non riuscivo a capire come mai nessuno si era posto il problema, visto anche che altri stati come l’Inghilterra, non sono del tutto convinti di questa operazione. E qui il rilancio è sugli organi di informazione che sono bloccati da quel silenzio “che non può essere neanche definito censura – spiega Ida Magli nel suo libro – in quanto si configura come uno strettissimo cordone sanitario, steso spontaneamente intorno all’Europa sia dai politici che dai giornalisti per salvaguardare la riuscita di uno smisurato disegno politico di cui i cittadini sono esclusivamente oggetto e la cui interferenza porterebbe quasi con certezza al fallimento.Il “J’accuse” di Ida Magli è tanto convinto quanto decisa è la luce nei suoi occhi che si augurano “un momento di riflessione prima di prendere la decisione definitiva.”A quell’intensità appassionata di ideali guardiamo con ammirazione. L’ammirazione della gente, sballottata tra le certezze di una scienza notoriamente inesatta come l’economia che non tiene conto delle esigenze vere dei popoli.

Di: Giuseppe Rocca

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